Zelensky silura il generale Zaluzhny e poi informa gli americani, anticipa WP

Il Washington Post a tarda sera americana: «l’Ucraina ha informato il governo degli Stati Uniti dell’intenzione di licenziare Zaluzhny». Manca ancora la firma, ma la decisione è presa. La Casa Bianca, dice il WP, «ha preso atto di una scelta sovrana di Kiev».
Il generale che non diceva ciò che piaceva alla politica. In casa e fuori casa.

Sconfitta politica o militare?

Che l’atmosfera tra i due non fosse più idilliaca era noto da tempo. Fin da quando, dopo i primi sterili contrattacchi, si era visto che il fronte del Donbass sarebbe rimasto inchiodato, come certe arrugginite trincee della Prima guerra mondiale. Adesso, se è vero che mancano le medaglie, è però giunta l’ora di distribuire le colpe.

La politica al comando

Il Washington Post ha dedicato alla questione un lungo report, spiegando come la vicenda che scuote il cuore delle forze armate, sia lo specchio più fedele delle attuali difficoltà ucraine. E l’ampio titolo, che presenta l’articolo, già dice tutto: «La riorganizzazione del comando militare da parte di Zelensky – scrive il WP – intesa come un rinnovamento, rischia di provocare reazioni negative». Uscendo dai formalismi, il giornale americano cita la testimonianza di un alto funzionario ucraino (anonimo), che ha assistito, lunedì scorso, a un teso faccia a faccia tra il Presidente e il capo delle sue Forze armate.

Divergenza ‘ampie e profonde’

Le divergenze sono state sia organizzative che operative. Pesanti alcune valutazioni fatte da Zaluzhny, proprio perché vengono da un tecnico militare stimato, anche in Occidente. Secondo il Washington Post, durante l’incontro il generale ha sostenuto che «un rapido miglioramento delle posizioni dell’Ucraina, sul campo di battaglia, è improbabile». Ha poi aggiunto che, per cercare di riconquistare i territori perduti, bisognerebbe agire imponendo una coscrizione di massa. L’esercito di Kiev, ha proseguito il generale, ha bisogno di arruolare almeno un altro mezzo milione di uomini. In caso contrario, le possibilità di vittoria sarebbero nulle.

L’esercito che non basta

Si tratta di un impegno che il Presidente Zelensky, però, si rifiuta di prendere, per ragioni politiche e di consenso popolare. La questione degli organici, tuttavia, è di capitale importanza, come sottolinea al WP l’esperto dell’esercito britannico, il generale Richard Barrons. Senza riserve adeguate, infatti, l’esercito ucraino sarà costretto a schierare, in prima linea, per lungo tempo, sempre gli stessi soldati. Logorandoli.

Commenti e ipotesi

Certo, sul licenziamento di Zaluzhny (la cosa, lo ribadiamo, ancora non è ufficiale) già cominciano a svilupparsi svariati commenti e, in alcuni casi, anche qualche ardita ipotesi. Diversi analisti pensano che, da parte di Zelensky, ci possa essere una sorta di ‘gelosia politica’. Zaluzhny, insomma, sarebbe visto addirittura come un rivale e qualcuno azzarda che potrebbe arrivare fino al punto di candidarsi, persino, alla carica di Presidente. In effetti, il generale gode di un certo credito, anche a livello internazionale. Ieri, per esempio, la CNN gli ha dedicato un’ampia intervista. Tuttavia, il problema (per lui) è che i rapporti con gli americani non sono sempre stati soddisfacenti (per loro).

Il generale che diceva troppo

«Zaluzhny – afferma il Washington Post – sebbene fosse carismatico, aveva fama di essere audace e senza paura di esprimere le proprie opinioni. Ciò portò a litigi occasionali con le proprie controparti occidentali, come il generale Mark Milley, l’ex Presidente dei capi di Stato maggiore congiunti». Ma allora, se si dovesse verificare il cambio della guardia, al vertice delle forze armate ucraine, potrebbe esserci lo zampino del Pentagono? Probabile, per non dire sicuro. Solo gli ingenui possono pensare che una posizione così delicata, come il comando di una forza militare alleata, non sia ‘supervisionata’ da Washington.

Ed è già il ‘dopo Zaluzhny’

E non è un caso che proprio il ‘Post’ si avventuri in un ‘vaticinio pilotato’, avanzando i nomi di personalità pronte a sostituire Zaluzhny. Il primo di quelli citati è il colonnello generale Oleksandr Syrsky, attuale capo delle forze di terra. Potrebbe essere il favorito. Perché? «È considerato il più accessibile ai comandanti statunitensi». Inoltre, dovrebbe essere molto amico di Christopher Cavoli, il generale che dirige le forze Usa in Europa. Durante la controffensiva ucraina pare, invece, che Cavoli non riuscisse mai a parlare con Zaluzhny. Insomma, forse il supergenerale che è stato ‘dimissionato’ non era proprio in sintonia con l’US Army.

Servizi segreti e trincea corruzione

L’altro candidato al vertice delle Forze armate è l’attuale capo dei Servizi di intelligence militare, Kyrylo Budanov. Che però dev’essere fin troppo impegnato, anche con la lotta alla dilagante corruzione nell’esercito.

La notizia (di ieri), sulla Ukraynska Pravda, parla di bombe pagate (e mai consegnate) per circa 40 milioni di dollari. È solo l’ultimo di una serie di scandali che hanno visto, sotto i cieli ucraini, commerciare equivocamente di tutto: armi, certificati medici, esenzioni, materiale assortito e pure vagonate di uova per sfamare i soldati. Pagate a peso d’oro.
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