Protagonisti dell’inforchettata elegante, ragionando dei massimi sistemi, oltre alla giornalista Latella, il direttore del canale all news di Sky, Giuseppe De Bellis, il noto sondaggista Antonio Noto, l’attrice anche comica Paola Minaccioni e la Ceo di Henkel Italia Mara Panajia. Sbigottito ho assistito alla declinazione del tema della serata: come cambiano i consumi degli italiani in tempi di crisi.
Figuriamoci se non è legittimo che un giornalista dialoghi con un Ceo, un Ad e un altro giornalista del più e del meno, ma possibile che nessuno colga drammaticamente come questa sceneggiata tra intimi sia esattamente la morte civile di un’idea di informazione, di giornalismo? E poi ci lamentiamo del crollo culturale. Qui siamo oltre al circotogni delle arene mediatiche. Non è che siano necessarie inchieste giornalistiche, figuriamoci… ma sbocconcellare interrogandosi – signora mia – su chi non arriva a fine mese, ridacchiando su battutine tra sodali, mentre sotto scorrono le notizie dei migranti lasciati morire in mare, sulla crisi energetica e le lotte operaie per difendere il posto di lavoro, lo stipendio e la possibilità di dare da mangiare alla famiglia, mi sembra proprio di cattivo gusto.
Velo pietoso sulla performance dell’attrice che imita una rumena che va al supermercato e non può permettersi gli acquisti. Mi sono vergognato per loro.
E poi ho scoperto che è la seconda serie e per quest’anno è la quarta puntata. Sono andato a rivedere i commensali delle cenette precedenti e – che te lo dico a fa’ – è sempre il solito tran tran amicale. Due cene su quattro avevano a tavola le buone forchette di Azione-Italia Viva, e poi una sintesi della società civile, composta solo da giornalisti, amministratori delegati, Ceo, industriali. Ah, dimenticavo: presente anche Paola De Micheli, dirigente d’azienda e auto-candidata al ruolo di segretaria del Pd.