
La guerra tecnologica decisa dagli Stati Uniti e il rallentamento economico dovuto anche alla pandemia di Covid-19 e alle misure prese da Pechino per contenerlo, hanno pesato sul più grande mercato mondiale dei semiconduttori. Nei primi 10 mesi dell’anno, la Cina ha importato 458 miliardi di circuiti integrati, segnando un calo del 13,2% rispetto allo stesso periodo del 2021 (527,9 miliardi).
Sebbene il volume sia inferiore, i prezzi più elevati hanno spinto verso l’alto dell’1,3% il valore complessivo delle importazioni di chip (351,2 miliardi di dollari). I circuiti integrati costituiscono da anni la principale voce d’importazione cinese, superando petrolio greggio e merci sfuse.
Il calo accelerato riguarda soprattutto il mese di ottobre 2022, quando il dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha disposto una serie di controlli sull’export di dispositivi utili al settore manifatturiero avanzato della Cina nel campo dei semiconduttori e aggiunto nuovi requisiti di licenza per la produzione di chip logici e di memoria.
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