Ucraina-Putin-Berlusconi: polemiche, ipocrisie, riflessioni e dubbi

Il Re è nudo e Berlusconi è amico di Putin. Verità pericolose se rese pubbliche a svelare i pensieri nascosti di molti. Berlusconi soprattutto severamente critico con l’onnipresente Zalensky, il presidente più mediatico del mondo. Il governo Meloni che traballa alla vigilia dell’incarico di governo, e Tajani prossimo ministro degli Esteri che corre a Bruxelles a rassicurare PPE e comando Nato.
Polemiche ancora aperte in casa, e questione internazionale il bilico tra minacce nucleari e ripensamenti Usa.
Oggi a gridare ‘il Re è nudo’ è Michele Marsonet, certo di muovere critiche ma anche segreti consensi.

‘Io dico che, forse, il Re è nudo’

I rapporti di amicizia tra Vladimir Putin e Silvio Berlusconi sono ben noti, e non dovrebbero quindi stupire più di tanto le dichiarazioni del leader di Forza Italia che ha riallacciato i rapporti con il presidente russo.
Da notare, piuttosto, che le sue esternazioni sono state criticate severamente da tanti, ma anche approvate da tanti altri. Si è scoperta, insomma, l’acqua calda. C’è una buona fetta dell’opinione pubblica italiana che non vede di buon occhio l’invio di armi all’Ucraina, ed è altresì poco entusiasta del presidente ucraino Zelensky.

Zelensky onnipresente

In Occidente è diffusa l’opinione che sia un vero eroe, e che la sua strategia sia quella giusta per riconquistare la sovranità totale del suo Paese. Però a un prezzo altissimo, vien fatto di aggiungere. Morti e distruzioni non lo inducono ad adottare una politica più conciliante. Sembra di capire che preferisca l’Ucraina rasa al suolo piuttosto che fare qualche concessione.
Lui e il suo ministro degli Esteri Kuleba altro non fanno che urlare “Armi! Armi!”, puntando a una sconfitta totale della Federazione Russa che appare, ai più realisti, difficile da ottenere.

Guerra e guai in Europa

Finora ha incassato l’appoggio totale di Biden, che punta a indebolire la Russia sino al punto di ridurla al rango di potenza regionale. Con qualche tentennamento, ha ricevuto pure il sostegno armato dei vertici europei, che dovrebbero invece essere più prudenti visto che le sanzioni e la riduzione delle forniture di gas russo rischiano di causare in molte nazioni della UE – Italia in primis – una recessione dalla quale sarà molto difficile uscire.

Primi dubbi ufficiali Usa

La situazione, però, sta cambiando. Negli Usa gran parte del Partito repubblicano non approva le enormi somme stanziate da Biden per armare l’Ucraina, e pure tra i democratici serpeggia qualche dubbio.
Per quanto riguarda la UE, è noto che alcuni Paesi sono favorevoli a un approccio più morbido. Soprattutto i tedeschi che vedono la recessione avvicinarsi rapidamente.

Italia, equilibrismi vari

Stupisce, a tale proposito, la posizione super-atlantista adottata da Giorgia Meloni, che mal si accorda con il suo background politico e culturale. Come conciliare tale posizione con la sua amicizia (per non dire ammirazione) con il premier ungherese Orban? Né in passato la leader di Fratelli d’Italia si era distinta per il suo filo-americanismo.
Può darsi che Berlusconi abbia agito per fini puramente interni, giacché è noto che non gradisce Meloni quale presidente del Consiglio. Tuttavia le sue dichiarazioni possono anche avere effetti positivi, lasciando capire che non tutti, in Italia, sono d’accordo con le posizioni più oltranziste della Nato.

Berlusconi estero meglio che in casa

E, del resto, non è la prima volta che il fondatore di Forza Italia assume in politica estera decisioni giuste. Fu in pratica l’unico ad opporsi a francesi e americani che, in Libia, volevano disfarsi di Gheddafi. Con quali conseguenze per il nostro Paese si è poi visto.
Può darsi lo ripeto, che Berlusconi abbia in mente solo questioni di politica interna. Ma non si può neppure escludere che la sua esternazione fornisca un piccolo contributo alla ricerca della trattativa, e quindi della pace. Strada che con grande fatica Papa Francesco cerca di percorrere.

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