Le opposizioni in Polonia vincono ma non avranno vita facile

Il partito liberale della Coalizione Civica di Donald Tusk ha le maggiori probabilità di riuscire a formare una coalizione di governo, partiti alleati in campagna elettorale permettendo. Il partito populista di destra Diritto e Giustizia (PiS) al potere, resta il più votato, ma con una batosta storica: dal 43,6 delle precedenti elezioni al 35,3 di domenica. Il PiS ha perso 41 seggi e anche se formasse una coalizione con il partito di estrema destra Confederazione, avrebbe 19 seggi in meno rispetto al numero richiesto.
Nel Sejm, la ‘Camera bassa’, 460 parlamentari, il leader dell’opposizione Tusk potrebbe ottenere 248 seggi seggi con Nuova Sinistra e il partito di centrodestra Terza Via, destra contadina e moderata, uno dei grandi vincitori delle elezioni con il 14,4% dei voti.
Le tre formazioni che hanno vinto le elezioni hanno posizioni distanti tra loro e avranno a che fare con il potere consolidato e spregiudicato dell’estrema destra

Hanno perso i Cattivi ma non è certo che i Buoni abbiamo veramente vinto

In Polonia le opposizioni al governo di estrema destra hanno vinto le elezioni di domenica, mettendo fine agli otto anni in cui il partito Diritto e Giustizia aveva preso una deriva semiautoritaria. La vittoria delle opposizioni, il cui principale leader è l’ex primo ministro Donald Tusk, è stata particolarmente importante perché ottenuta in un clima politico apertamente ostile e grazie a una grande partecipazione popolare: l’affluenza finale è stata del 72,9 per cento, la più alta della storia democratica del paese.

Opposizioni diverse tra di loro

Il cambio di direzione politica della Polonia dovrà necessariamente passare per una. Oppositori alleati, ma con programmi politici molto diverse fra di loro, con divergenze anche consistenti nei programmi. Trovare un accordo stabile non sarà semplice, sottolinea il Post, anche se nelle dichiarazioni successive al voto dei vari leader sembrano prevalere la volontà comune di rafforzare la democrazia nel paese cacciando dal potere il partito pigliatutto di Jarosław Kaczyński.

Istituzioni molto di parte

La nuova maggioranza dovrà inoltre confrontarsi con la resistenza delle istituzioni più legate a Diritto e Giustizia, come il presidente della Repubblica Andrzej Duda e la Corte Costituzionale, al momento controllata da giudici vicini al partito che ha governato finora (una delle molte contestazioni Ue).

I conti politici in tasca

Diritto e Giustizia di Kaczyński rimane il primo partito del paese e il potere autoritario e antidemocratico da abbattere. Ma resta forte ed è abituato a giocare sporco, molto sporco. Mentre le opposizioni hanno spazi di ‘fragilità’ programmatica interna.

Centrodestra soft di Tusk

Piattaforma Civica, il partito di centrodestra di Tusk, è formato da una serie di altri partiti di area centrista di formazione ambientalista, e aderisce al Partito Popolare Europeo nel Parlamento Europeo. Già in campagna elettorale aveva preannunciato una probabile alleanza con la coalizione di sinistra (8,6 per cento dei voti), a sua volta formata da Nuova Sinistra, Sinistra Insieme e altri partiti abbastanza litigiosi tra di loro.

Terza via svoltando dove?

Agi della bilancia, la terza componente della nuova maggioranza appresentata da Terza Via, che comprende il partito centrista Polonia 2050, fondato dal conduttore televisivo Szymon Hołownia, e uno di centrodestra che storicamente rappresenta gli agricoltori: insieme hanno ottenuto il risultato più sorprendente, arrivando al 14,4 per cento dei voti.

Cacciare Pis e Kaczinsky, e poi?

Questi tre raggruppamenti uniti dalla volontà di smantellare il sistema di potere di Diritto e Giustizia che ha inquinato la società polacca, a partire dai media, quasi tutti sotto controllo governativo. Ma sono fortemente politicizzati anche tutti i principali consigli di amministrazione delle società a partecipazione statale. Fare pulizia, e non sarà facile. Ma il problema vero è il resto del ‘che fare’.

L’aborto vietato

Tema elettorale centrale l’aborto. I partiti di sinistra puntano a una riforma consistente delle leggi che di fatto oggi lo vietano in ogni situazione. Tusk si è espresso su posizioni simili, ma Terza Via ha un approccio più conservatore, favorevole ad abolire la legge che lo proibisce anche in caso di gravi malformazioni del feto, ma di volere un referendum, a fare i conti con la potente e molto pervasiva gerarchia cattolica.

Verso l’Unione europea

Le posizioni dei tre raggruppamenti riguardo ai rapporti con l’Unione Europea sono meno divergenti. Negli ultimi anni la Polonia e le istituzioni europee sono state spesso in forte disaccordo. Il Parlamento Europeo ha votato varie risoluzioni per condannare pratiche antidemocratiche polacche, e la Commissione ha bloccato 36 miliardi di finanziamenti e prestiti del Recovery Fund, per contrastare la crisi economica innescata dalla pandemia.

Terzietà istituzionale o arbitri venduti?

Ogni legge che dovesse essere approvata dalla nuova maggioranza parlamentare potrebbe però essere bloccata dal presidente Duda o dalla Corte Costituzionale, poiché entrambi hanno potere di veto. Il parlamento può a sua volta aggirare il veto presidenziale con un voto a maggioranza qualificata, ma le opposizioni non hanno i tre quinti dei voti parlamentari necessari per farlo.

Presidente a comando

Il ruolo del presidente Duda, ex parlamentare di Diritto e Giustizia, è stato in questi anni più quello di un attore politico legato alla maggioranza che di una figura equidistante, denuncia ancora il Post. La Costituzione prevede che sia lui a dare l’incarico per formare un nuovo governo, per consuetudine il leader del partito che ha ottenuto più voti. Dovrebbe andare così anche in questa occasione, nonostante Diritto e Giustizia non abbia possibilità di trovare i voti parlamentari necessari.

Melina a centro campo e gioco sporco

Solo dopo il fallimento di questo tentativo il Parlamento potrà nominare un nuovo primo ministro che dovrà formare il governo. I tempi potrebbero essere lunghi, se Duda dovesse scegliere di sfruttarli appieno: un mese per fissare la prima seduta del nuovo Parlamento e ulteriori due settimane per dare l’incarico a un candidato primo ministro, che a sua volta ha due settimane per provare a trovare una maggioranza.

E le attuali ex opposizioni vincenti, potrebbero dover attendere fino a metà dicembre prima di ottenere un incarico. Gioco sporco, dicevamo. Temendo di esserci dimenticati qualche altro possibile trucco.

***

AVEVAMO DETTO

Polonia forse liberata: l’opposizione europeista ha i numeri per governare

 

Condividi:
Altri Articoli
Remocontro