La rivolta silenziosa dei giovani cinesi

Anche la Cina ha la sua festa di San Valentino. Si chiama ‘Qixi’, che significa ‘la notte del doppio sette’, e si celebra proprio nel mese di agosto. Quest’anno si è tenuta martedì scorso.

Oixi, la notte del doppio sette

Perché parlare di questo argomento? Ecco la spiegazione. Approfittando del ‘Qixi’, le autorità di Pechino (vale a dire governo e Partito) hanno inviato ai giovani milioni di messaggi su Weibo, il principale social network della Repubblica Popolare, che è un mix di Twitter e Facebook.
Il messaggio era piuttosto esplicito. Dopo aver fatto gli auguri, le autorità hanno invitato le giovani generazioni a intrattenere relazioni adatte alla procreazione, al fine di «contribuire alla continuazione del sangue cinese e a condividere la responsabilità del ringiovanimento del Paese».

Fate all’amore ma fate anche figli

Com’è noto, a seguito della ‘politica del figlio unico’ imposta per decenni dal Partito, la Cina ora è affetta da una grave crisi demografica, ed è stata superata dall’India come Stato più popoloso del mondo.
Molto deludente, però, la reazione dei destinatari del messaggio che, nonostante la censura, hanno criticato tanto il messaggio quanto la politica dei vertici di Pechino.

Pochi figli per poco lavoro

In molti hanno risposto che nessun invito di questo tipo farà loro cambiare idea, notando che l’abbandono della politica del figlio unico è stata troppo repentina e per nulla motivata.
Non solo. I giovani cinesi si sposano sempre meno, preferendo altre forme di convivenza (comunque senza figli). Molti utenti hanno inoltre fatto notare che governo e Partito, invece di invitare alla procreazione, dovrebbero fare di più per fronteggiare la disoccupazione giovanile, che nella Repubblica Popolare ha raggiunto livelli record.

Chi paga per la ‘stirpe cinese’?

Notevole il fastidio manifestato da tanti destinatari del messaggio, definito ironicamente ‘messaggio della procreazione’. Un giovane ha risposto in questo modo: «Se lo scopo di avere un figlio è solo quello di mandare avanti la stirpe cinese, allora si chiede allo Stato di pagare l’intero costo della crescita del bambino».
Non si potrebbe essere più espliciti di così. Le nuove generazioni non intendono più obbedire alle direttive delle autorità, e questo getta una luce sinistra sul patto tra cittadini disposti a rinunciare a molte libertà, e Partito che, in cambio, garantisce una crescita economica costante.

Lavoro, casa, e poi -forse- i figli

Molti anche gli accenni alla gravissima crisi immobiliare che impedisce alle giovani coppie di comprare o affittare una casa. Nulla di nuovo sotto il sole, si dirà. In Italia e nelle altre nazioni occidentali la situazione è molto simile.
Con la differenza che, da noi, non esistono governi e partiti che intendono governare la demografia dall’alto, ignorando desideri e aspirazioni personali dei cittadini.

Tags: Cina giovani
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