
È una pratica che secondo l’esercito e il governo israeliano evita l’uccisione di civili, che a loro dire avrebbero il tempo di lasciare le proprie case e salvarsi, e che si limita a distruggere infrastrutture e mezzi che servono ad Hamas per attaccare Israele, riferisce il Post. Questo sino a sabato scorso, prima dei bombardamenti a tappeto della vendetta rispetto ai numeri sconvolgenti che non smettono di crescere: «Oltre 1000 morti in Israele, 830 nella Striscia. L’artiglieria israeliana risponde ad attacco razzi dal Libano».
Nella sua pagina ufficiale l’esercito israeliano spiega di usare questa pratica come «parte dei suoi sforzi per minimizzare i morti e i feriti civili a Gaza». Vi ha fatto riferimento anche Hamas, che lunedì ha minacciato Israele di uccidere un ostaggio per ogni nuovo bombardamento israeliano compiuto senza avvisare, quindi senza ricorrere a questa pratica.
I critici di Israele ritengono però che la pratica serva soltanto a conservare la sua immagine di fronte alla comunità internazionale. Esperti di diritti umani ritengono che non bilanci il fatto che i bombardamenti colpiscono le case di decine di civili. Una forma di punizione collettiva, esplicitamente vietata da diversi trattati internazionali fra cui la quarta Convenzione di Ginevra, firmata nel 1949.
Just learnt that this is "roof knocking", warning the inhabitants that it will be targeted for destruction. And the Hamas building was shortly after completely demolished. pic.twitter.com/od9we4aBlH
— RG Poulussen (@rgpoulussen) October 7, 2023
A volte Israele lancia dei volantini sulle case che sta per bombardare. In altri telefona ai suoi residenti, spesso con un messaggio registrato in arabo, che li avverte dell’imminente bombardamento. A volte le telefonate sono fatte dall’esercito: nel 2014 un uomo palestinese raccontò al Washington Post che un certo David lo avvisò del fatto che nel giro di cinque minuti il suo palazzo sarebbe stato distrutto.
Durante la guerra che Israele combatté con Hamas fra il 2008 e il 2009 l’esercito israeliano disse di avere fatto circa 165mila telefonate per avvisare i palestinesi che avrebbero bombardato le loro case.
Israele sostiene che Hamas conosce bene questa pratica e approfitti delle cautele che l’esercito israeliano usa nei confronti dei civili per evitare attacchi ai propri uffici e depositi di armi. Con i leader di Hamas che avrebbero raccomandato alla popolazione di non abbandonare gli edifici ma anzi di coinvolgere i vicini e di raggiungere il tetto dell’edificio in gruppi numerosi, in modo che i piloti israeliani rinuncino all’attacco.
È possibile che i residenti di un palazzo decidano di salire sul tetto solo perché disperati alla prospettiva di perdere la propria casa, colpo terribile per persone in condizioni già vulnerabili come anziani e bambini della Striscia, che è uno dei posti più poveri al mondo. «Anche assumendo che un edificio residenziale di 13 piani ospiti un ufficio usato da Hamas, come si può definire proporzionato un bombardamento aereo che lo distrugge interamente?», si è chiesto qualche tempo fa Kenneth Roth, direttore esecutivo della ong Human Rights Watch sino al 2022.
È anche successo che la bomba usata per ‘avvisare’, facesse da sola delle vittime. «In molti casi mancano gli elementi chiave di un avvertimento efficace», ha spiegato ad Agence France-Presse Sara Hashash, portavoce di Amnesty International. «Per esempio non viene detto ai civili dove sia sicuro scappare, oppure non viene previsto alcun passaggio sicuro né viene dato tempo sufficiente per fuggire prima di un bombardamento».
Lunedì una fonte dell’esercito israeliano ha raccontato al Times of Israel che la pratica del roof-knocking non viene più applicata sistematicamente, perché secondo la valutazione del governo israeliano diversi civili che vivono a Gaza hanno già lasciato le strutture dove si concentrano le attività di Hamas.