Via gli americani da Niger e forse Ciad mentre i russi si rafforzano in Libia

Le speranze di Washington di mantenere una minima presenza militare in Niger sono tramontate con l’arrivo a Niamey dei primi cento consiglieri militari della ‘Africa Corps’ russa. E gli Stati Uniti hanno annunciato di aver accettato di ritirare dal Niger il migliaio di militari con i loro droni armati MQ9 Reaper, elicotteri e aerei da trasporto.

Niger, via i militari stranieri sgraditi. Gli Italiani?

Il premier nigerino Ali Mahamane Lamine Zeine a Washington è stato chiaro, senza dover litigare: la decisione sovrana del suo Paese di chiedere la partenza di tutte le forze straniere, comprese quelle americane. L’accordo prevede una delegazione statunitense in Niger per concordare i dettagli del ritiro delle truppe dalle due basi da Niamey e Agadez, già oggetto di manifestazioni popolari che ne chiedevano il ritiro. L’ultima nei giorni scorsi ad Agadez dove centinaia di persone hanno manifestato per chiedere la partenza dei soldati americani della base.

‘Questa è Agadez, non Washington’

Come riportato dall’Agenzia France Presse, un grande striscione srotolato dai partecipanti recitava: «Questa è Agadez, non Washington, l’esercito americano se ne vada. Il nostro messaggio è chiaro: soldati americani, fate i bagagli e tornate a casa». Messaggio chiaro e quasi educato da parte di Issouf Emoud, leader del Movimento M62, che già aveva organizzato le manifestazioni per chiedere la partenza dei militari francesi che mesi or sono si sono trasferiti nel vicino Ciad. Non è stato specificato un calendario del ritiro, forse alcune settimane anche se le attività militari americane sono sospese da tempo.

Il contingente italiano quando?

Attesa non sul se ma solo sul quando la stessa richiesta riguarderà le poche centinaia di militari italiani rimasti in terra ormai ostile. Per ora Niamey non sembra intenzionata a chiedere il ritiro anche delle truppe italiane, forse alla luce dei rapporti distesi tra Roma e la giunta di Niamey. Resta la contraddizione di un continente Nato nello stesso Paese dove è operativo un accordo di cooperazione militare con la Russia. La scorsa settimana Mosca ha inviato un centinaio di consiglieri militari ed equipaggiamenti annunciando di «aver accettato di intensificare la cooperazione militare con il Niger».

Statunitensi cacciati anche dal Ciad?

Ma gli Stati Uniti –avverte Analisi Difesa-, rischiano di perdere anche l’accesso alla base di N’Djamena, capitale del Ciad dove si concentra anche la residua presenza militare francese nel Sahel. La scorsa settimana, ha reso noto la CNN, il governo del Ciad, ha inviato una lettera all’addetto militare americano a N’Djamena in cui minaccia la fine all’accordo di sicurezza con gli Stati Uniti sullo ‘status delle forze’, che fissa le regole e le condizioni in base alle quali il personale militare statunitense può operare nel paese.

Fine del nordafrica franco-americano

‘Anche se la lettera non ordinava direttamente alle forze armate statunitensi di lasciare il Ciad’ –annota Gianandrea Gaiani-, i funzionari americani hanno detto alla CNN che tutte le forze statunitensi avrebbero dovuto lasciare presto la base francese a N’Djamena. La lettera menziona la Task Force per le operazioni speciali degli Stati Uniti nella base, un importante hub per le operazioni speciali statunitensi nella regione, sapendo che tutte le forze americane presenti in Ciad -un centinaio di militari-, si trovano nella base all’aeroporto della capitale.

Preoccupazione italiana, più truppe russe in Libia

Negli ultimi giorni Mosca ha rafforzato la presenza militare in Libia inviando un aereo da trasporto che ha sbarcato decine di militari nella base di Brak al-Shati, nella regione centro-occidentale controllata dalle forze dell’esercito Nazionale Libico del generale Khalifa Haftar. Contemporaneamente le navi da sbarco Ivan Gren e Aleksandr Otrakovskiy, provenienti dalla base navale russa di Tartus, in Siria, hanno sbarcato veicoli ed equipaggiamenti nel porto di Tobruk, in Cirenaica. Intese raggiunte dopo le ripetute visite del vice ministro della Difesa russo Yunus-Bek Yevkurov col generale Haftar.

Turchia a Tripoli, Russia a Tobruk, Italia in mare

Secondo un video diffuso dal sito di notizie libico Fawasel Media –sempre ‘Analisi Difesa’-, i russi hanno fatto affluire recentemente in Cirenaica «artiglieria trainata, veicoli corazzati, lanciarazzi campali multipli, veicoli blindati e camion GAZ e KAMAZ».

La presenza militare russa in Libia è stimata in circa 1.500 militari schierati principalmente a Brak, Al-Jufra , al-Khadim e Tobruk equipaggiati anche con una decina di velivoli da combattimento Mig 29 e Sukhoi Su-24M e sistemi di difesa aerea Pantsir.
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