Almeno 70 persone sono morte dopo un raid di Israele su un campo profughi a Al-Maghazi, in un’area centrale della Striscia. Le cifre sono fornite dal ministero della Sanità locale controllato come noto da Hamas, ma le cifre esorbitanti delle vittime finora diffuse coincidono tragicamente con quelle delle organizzazioni internazionali che ancora resistono sul posto. Le bombe, sempre con conferma dei media internazionali, hanno colpito diverse abitazioni.
Netanyahu, proprio nella serata della vigilia di Natale, aveva annunciato al mondo che l’esercito di Tel Aviv «stava intensificando la guerra a Gaza». Affermazione politica reiterata, «Questa è l’unica maniera per far tornare gli ostaggi, eliminare Hamas e assicurarci che Gaza non sia più una minaccia per il Paese». «La guerra ha un prezzo pesante, molto pesante nelle vite dei nostri eroici soldati e faremo di tutto per salvaguardarle». Dichiarazioni categoriche, come sempre, ma legate alle notizie delle ultime ore.
Retroscena svelato dal Wall Street Journal, l’esercito israeliano ha stimato che solo la battaglia per conquistare la città di Khan Younis, nel sud di Gaza, potrebbe durare mesi. I tempi lunghi dovuti alla reazione di Hamas che sta facendo sentire i suoi effetti sul crescente bilancio di vittime fra le forze armate israeliane che, solo negli ultimi tre giorni, hanno perso 16 soldati. Anche il passaggio del premier sugli ostaggi fa parte della cronaca della vigilia di Natale dopo che è emerso che i corpi di cinque ostaggi recuperati nelle ultime due settimane a Gaza erano stati nascosti nella rete di tunnel sotto al campo profughi di Jabalya.
«Il nostro cuore stasera è a Betlemme, dove ancora il Principe della pace viene rifiutato dalla logica perdente della guerra, con il ruggire delle armi che anche oggi gli impedisce di trovare alloggio nel mondo», ha detto il Papa nell’omelia della messa in San Pietro nella Notte di Natale. Il Pontefice ha poi messo in guardia dal «rischio di vivere il Natale avendo in testa un’idea pagana di Dio, come se fosse un padrone potente che sta in cielo; un dio che si sposa con il potere, con il successo mondano e con l’idolatria del consumismo». Riferimento chiaro a certa attualità.
Il volto di Dio, che è compassione e misericordia, e il papa a sorpresa ha cita lo scrittore e filologo britannico Tolkien, l’autore del ‘Signore degli anelli’. «Un grande narratore di imprese epiche scrisse a suo figlio: ‘Ti offro l’unica cosa grande da amare sulla terra: il Santissimo Sacramento. Lì troverai fascino, gloria, onore, fedeltà e la vera via di tutti i tuoi amori sulla terra’». Richiesta di aiuto rivolta al Papa a stupire, quasi una trovata alla Tolkien.
Toccando il tema dei conflitti e delle tragedie che attraversano il mondo, Papa Francesco elenca in successione, ‘Palestina, Israele, l’Ucraina’. Palestina e Israele accanto. E Sarah Netanyahu, moglie del premier israeliano, ha scritto una lettera a papa Francesco chiedendo il suo ‘personale intervento’ per la situazione degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas a Gaza. «Sua Santità – ha scritto -, le chiedo un suo personale intervento in questo tema. La prego di usare la sua influenza per chiedere il rilascio senza condizioni e senza indugio». «Le chiedo anche – ha aggiunto – di fare appello alla Croce Rossa di visitare tutti gli ostaggi e consegnare loro medicine vitali».
«Il suo intervento – ha spiegato – potrebbe far pendere l’ago della bilancia e salvare vite preziose». ‘Vite preziose’ quelle di tutti, riteniamo noi. E una decisione meno aggressiva del marito premier certo aiuterebbe, prima e forse più delle invocazioni del Papa.