Gli investigatori tedeschi ritengono che sei persone con passaporti falsi abbiano noleggiato lo yacht in settembre, si siano imbarcati dalla Germania e abbiano piazzato gli esplosivi, valutando che fossero abili sommozzatori, dato che gli esplosivi sono stati piazzati a una profondità di 75 metri. Della squadra, almeno un militare ucraino coinvolto nel sabotaggio. Il 6 giugno il Washington Post aveva rivelato che Biden, grazie a una nazione alleata, era a conoscenza di un piano delle forze militari ucraine per colpire i gasdotti.
L’esplosivo utilizzato ad ‘alto peso molecolare’ (High Molecular weight explosive) dal nome complicato ‘ciclotetrametilentetranitroammina’, impiegato quasi esclusivamente in campo militare e di non facile reperimento. Per gli inquirenti indizi probatori: residui di esplosivo rinvenuti sull’oleodotto lacerato, tracce dello stesso all’interno della cabina dello yacht Andromeda, e individui di nazionalità ucraina a noleggiare la barca tramite una società di copertura in Polonia. Gli ucraini avevano pianificato di attaccare l’oleodotto sulla scia di un’importante esercitazione navale alleata, la BALTOPS, che si è svolta dal 5 al 17 giugno 2022, mentre la stampa Usa precisa che l’operazione era sotto diretto comando del vertice militare di Kiev.
Ulteriore rivelazione giornalistica, questa volta condotta da media olandesi Nos e Nieuwsuur e dai tedeschi Die Zeit e ARD, ha reso noto pochi giorni or sono che fu l’intelligence militare olandese ad avvisare, nel giugno del 2022, la CIA di un piano d’attacco ucraino contro i Nord Stream. Secondo la nuova inchiesta, il MIVD, il servizio di intelligence militare olandese, aveva ricevuto informazioni di ‘un imminente attacco’ contro Nord Stream da una fonte ucraina. Secondo le informazioni raccolte, il comandante in capo delle forze ucraine (quindi il generale Valery Zaluzhny), sarebbe stato a capo dell’operazione, che comprendeva una piccola squadra di sommozzatori su una barca a vela. L’attacco avrebbe dovuto avere luogo a metà del giugno 2022.
Tra la ‘verità vera’ o una di comodo, la distruzione dei Nord Stream viene ormai unitariamente attribuita agli ucraini, ponendo, a guerra finita, qualche problema politico molto serio. «La distruzione dei gasdotti di fatto il più grave attacco contro la sicurezza della Germania mai scatenato dopo l’8 maggio 1945, giorno della resa del Terzo Reich, oltre a costituire un gravissimo attacco alla sicurezza energetica della UE», rileva Analisi Difesa. Mentre altri alleati occidentali applaudivano. Il segretario di Stato Anthony Blinken, «Una splendida opportunità per mettere definitivamente fine alla dipendenza dell’Europa dall’energia russa».
Raffinata Victoria Nuland, sottosegretario del Dipartimento di Stato, nota per il suo ‘l’Europa si fotta!’ dei tempi di Maidan, «molto soddisfatta di sapere che il Nord Stream 2 è adesso un rottame metallico in fondo al mare». Ed impossibile dimenticare, a poche ore dalle esplosioni sotto la superficie del Mar Baltico, Radek Sikorski, eurodeputato presidente della delegazione parlamentare Europa-USA ed ex ministro degli Esteri polacco, ha su Twitter: «Grazie Stati Uniti, ora 20 miliardi di dollari di ferraglia giacciono in fondo al mare, un altro costo per la Russia della sua decisione criminale di invadere l’Ucraina. Qualcuno ha fatto un’operazione di manutenzione speciale».
Di fatto la conferma di quanto rivelato da Seymour Hersh, il giornalista d’inchiesta statunitense (accusato in Italia di ‘filo-putinismo’) che nei mesi scorsi aveva rivelato le responsabilità degli Stati Uniti e della Norvegia negli attentati ai gasdotti del Baltico. Rilevando per i distratti che i gasdotti russi del Baltico venivano distrutti lo stesso giorno in cui si inaugurava il gasdotto sottomarino che porta il gas norvegese in Polonia, e dimenticare che la Norvegia è l’unica nazione europea ad aver guadagnato enormi cifre dal caro-energia e dalla progressiva cessazione delle forniture di gas russo all’Europa.
«La battaglia navale dei gasdotti apertasi con gli attacchi ai Nord Stream nel Baltico continua anche oggi nel Mar Nero e potrebbe svilupparsi anche nel Mediterraneo», avverte Gaiani su Analisi Difesa. «Nei giorni scorsi la nave d’intelligence russa Priazovie è stata attaccata senza successo da 6 droni di superficie ucraini mentre navigava nel Mar Nero Orientale a protezione dei gasdotti russo-turchi TurkStream e Blue Stream». Notizie ‘filo putiniane’, anche se basate su fatti certi? Utile ricordare che attacchi simili potrebbero venire portati domani, anche per rappresaglia, ai gasdotti che riforniscono di gas un’Europa senza il gas russo.
Considerando i gasdotti subacquei esistenti o in corso di realizzazione nel Mediterraneo (inclusi quelli che arrivano in Italia) la minaccia non può venire sottovalutata almeno dalle nazioni che affidano ai tubi il loro import – export di energia.