
E oggi il Ministero delle Forze Armate di Parigi –forse anche a difesa del buon nome della stampa francese-, ha reso noto l’accordo con l’Italia per l’acquisizione di missili Aster con cui potenziare i propri sistemi di difesa contraerea «precisando che il ministro Sébastien Lecornu e il suo omologo italiano, Guido Crosetto, hanno accolto con favore la firma del contratto per la produzione dei missili Aster per i sistemi di difesa antiaerea terrestre e navale implementati dall’Aeronautica e dalla Marina francesi e a Aeronautica, Marina ed Esercito italiani». Dichiarazione governativa francese difficile da smentire. E per il governo di casa che sugli armamenti gioca al segreto, si apre qualche problema.
Il tema dell’intesa italo-francese sulla realizzazione di circa 700 missili da difesa aerea Aster è stato nei giorni scorsi al centro del dibattito politico e mediatico italiano riferito alla promessa all’Ucraina di una batteria del sistema missilistico SAMP/T e di diversi missili Aster. Sistema italiano e francese. E quello italiano, solo in Slovacchia come ufficialmente dichiarato dal ministro Crovetto? Dubbi in attesa di verifiche perché prima o poi trovi sempre chi ha interesse a scoprire certi segretucci a suo vantaggio. Ora il comunicato francese sottolinea che ‘al raggruppamento d’imprese franco-italiano EUROSAM (MBDA & THALES), è stato firmato un contratto per la produzione di quasi 700 missili Aster.
Questo ordine riguarda diverse versioni di questo missile, unico in Europa: Aster 15 e Aster 30 B1 per navi della Marina francese (fregate di difesa aerea e portaerei), della Marina Militare e dell’Aeronautica Militare italiana, precisa Analisi difesa. Mentre l’ultimo Aster 30 ancora in fase di sviluppo ‘in cooperazione franco-italiana’, sempre delle stesse forze armate. Parigi, che quello che noi ‘secretiamo’ invece vanta, sottolinea che «si tratta di uno dei maggiori ordini per questo missile antiaereo, l’unico sistema europeo che offre tali capacità operative. Questo ordine globale richiederà adattamenti a livello dell’intera catena industriale per far fronte alle sfide dell’economia di guerra».
Obiettivo franco-italiano, veniamo a sapere anche noi, modernizzare le loro capacità di difesa antiaerea, «il rinnovamento della loro flotta di missili in servizio in collaborazione con il Regno Unito», e altri dettagli tecnici. Con un pro memoria politico industriale. «L’accordo riflette inoltre la volontà dei due Paesi di continuare questa storica cooperazione strategica e contribuisce al mantenimento delle competenze industriali in un settore chiave per la difesa europea ricordando che Francia e Italia collaborano dagli anni ’80 nel campo della difesa terra-aria a medio raggio intorno all’Aster».
Questa collaborazione, «unica in Europa per tali capacità ed estesa al Regno Unito nel settore navale, ha consentito lo sviluppo di una famiglia di missili ad altissime prestazioni contro le minacce aeree».
Più di 1.300 missili sono stati prodotti per i tre paesi dagli anni 2000. Nel 2021, le tre nazioni hanno deciso dirinnovare la loro flotta di missili in servizio. Nel 2022 il Regno Unito ha scelto la versione Aster 30 B1 per l’ammodernamento del sistema di difesa antiaerea dei cacciatorpediniere Type 45 e anche la Grecia ha scelto i missili Aster per l’equipaggiamento delle sue future fregate. Ma torniamo al contratto che la Francia ha tolto da limbo dal segreto. Si tratterebbe di un contratto per la produzione entro il 2035 di 688 missili Aster 15 e Aster 30 delle più recenti versioni destinati alle forze armate italiane e francesi, non all’Ucraina che evidentemente riceverà un numero imprecisato di missili già in dotazione alle forze armate di Roma e Parigi.
L’importo del contratto non è stato reso noto ma dovrebbe raggiungere i 2 miliardi di euro: secondo l’Istituto francese per le relazioni internazionali il costo di un missile Aster 30 è stimato intorno ai 2 milioni di euro.