La Srebrenica di un testimone di casa 30 anni dopo

Srebrenica. Poco si sapeva, qualcosa si intuiva, molto si temeva. Isole etniche che la politica nazionalista di tutte le parti preferiva ‘perdere militarmente’, per non pagare il prezzo politico di una spartizione per arrivare alla fine del massacro, anche se nel peggior modo possibile.

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Al banchetto del gas russo in beffa all’Unione europea

‘Dopo il danno, la beffa’ denuncia il Corriere della Sera. «Alla faccia dell‘Ucraina, dei cittadini europei e dei principi etici, ammesso che abbia senso il solo parlarne ancora a proposito di notizie che circolano da qualche settimana in ambienti di Bruxelles, rilanciate da fonti autorevoli quali Financial Times, Bloomberg, Die Zeit e Politico», colpisce Massimo Nava.

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Le guerre impossibili della Russia secondo l’Economist

Mentre a Roma si riuniscono i ‘volenterosi’ europei, che dovrebbero salvare (e, soprattutto, ricostruire) l’Ucraina, la prestigiosa rivista britannica Economist, demolisce una delle tesi che giustificano il poderoso riarmo occidentale: la Russia, non è in condizione di attaccare nessuno.

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‘Ucraina offresi’ per l’ignoto dopoguerra

Ricostruzione a guerra in corso che sta andando molto male. Armi e fondi subito per un Paese che ormai vive con le donazioni e con un esercito armato dai fondi di mille arsenali. Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, gli invitati (Italia in testa) con smodate mire economiche. Ma gli Usa di Trump vorrebbero prendersi tutto. l’Ucraina iun bancarotta.

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L’Ucraina degli imbarazzi occidentali e la campagna estiva russa

I russi sfondano a nord est e avanzano a Kharkiv, Sumy e Zaporizhia, avvertono le fonti militari più accreditate, ma è ancora presto per comprendere se Mosca ha scatenato la grande offensiva estiva che tutti avevano previsto, avverte Analisi Difesa. Ma è certo che le forze russe stanno accelerando le operazioni d’attacco su quasi tutti i fronti, mentre l’impotenza e le divisioni occidentali si nascondono dietro il silenzio mediatico.

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Francia, la Grande Armèe di Macron la pagano i pensionati

La ‘grandeur’ costa. Ma Macron pensa che ne valga la pena, e deve decidere a chi farla pagare. Pensionati in trincea. Non c’è l’esercito che permise a Bonaparte di arrivare fino a Mosca. E si inventa di averne uno per impedire a Putin di arrivare fino a Parigi. Ma c’è chi ci crede.

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‘Caro amico ti scrivo, anzi, ti scrivero’: trottola Trump al ridicolo

‘Caro amico ti scrivo’. Trump tra Colbert don Corleone. In attesa della ‘lettera di Trump, che attacca la Ue sulle auto e sulle ‘troppe regole’. Il presidente Usa fa slittare ad agosto l’entrata in vigore. Ma a Bruxelles Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione, ieri era sulla difensiva al Parlamento europeo in vista del voto di sfiducia di giovedì proposto dall’estrema destra

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‘Taco-Trump’ (torna sempre indietro). Ricatto dazi a scadenza, ma rischia lui

Il presidente degli Stati Uniti Trump il 2 aprile con in mano la tabella coi dazi da applicare al resto del mondo. Mercoledì 9 luglio scade il termine fissato dal presidente per stringere accordi con le decine di paesi a cui aveva promesso grossi dazi: introdotti, sospesi e rimandati infine per 90 giorni. I 90 giorni scadono

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La follia del 5% di armi Nato sull’Europa esplode prima in Slovenia

Lubiana: 5% del Pil per la difesa e permanenza nella Nato, il governo sloveno traballa a colpi di referendum L’ala sinistra della maggioranza lancia la consultazione sul riarmo, il primo ministro Robert Golob risponde con un’altra sull’Alleanza atlantica. Quel 5% per difendere l’Europa o per affondarla?

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Merz: ‘la Germania è in guerra, fuori i soldi’

Il Cancelliere Friedrich Merz ce la sta mettendo tutta: vuole convincere i suoi compatrioti che la Germania è già in guerra con la Russia. Un ‘conflitto asimmetrico’, che è stato scoperto dai Servizi segreti di Berlino (BND). Quelli che, in tre anni, non sono ancora riusciti a capire chi ha sabotato il Nord Stream?

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Il Ponte sullo Stretto di Messina? Forse, se mai servirà alla Nato

‘Finanza creativa’. La fantasiosa ricerca di soluzioni per raggiungere comunque l’obiettivo. Insospettato umorismo del Corriere con Massimo Nava. Il Ponte sullo Stretto di Messina – fortemente voluto dal ministro dei trasporti Matteo Salvini -, in un gioco di prestigio, potrebbe diventare ‘spesa militare’ e rientrare nell’impossibile 5 per cento del Pil per le spese militari

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«Fa caldo, governo ladro»: ma è assalto al ‘treno verde’

L’espressione popolare e la politica. L’85% degli europei ritiene che il cambiamento climatico sia ‘un problema serio’ e che la lotta contro i suoi effetti sia una priorità per la salute e la qualità della vita. Quasi 8 cittadini su dieci ritengono che il costo dei danni da cambiamento climatico sia molto più elevato dell’investimento per una transizione verso zero emissioni. E cosa fa l’Europa?

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Serbia: distratti dalle guerre di copertina ci sfuggono i guai sotto casa

È dai lontani tempi di Milosevic che la politica internazionale inciampa per ignavia sulla Serbia. Jugoslavia allora, anni ’90, la terra degli slavi del sud condivisa litigiosamente tra cugini serbi e croati, i primi più a sud e per secoli parte dell’impero ottomano e di cristianità bizantina, i croati più a nord sotto l’impero asburgico e la Chiesa di Roma.

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UK, gli invalidi contro i carri armati di Starmer e li battono

Un’Europa quasi servile, ha accontentato finora Trump su tutta la linea, per l’impegno finanziario a sostenere la politica di riarmo. Sulla carta. Perché poi ogni Paese vive congiunture economiche non certo brillanti. Situazioni di vera e propria fragilità sociale, che potrebbero accentuarsi con una brusca sterzata della spesa pubblica verso il settore militare.

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A colpi di riscaldamento globale sul mondo degli irresponsabili

L’Ue si pente ma col trucco. ‘Retromarcia Ue sul clima’ titola qualcuno, mentre la strategia ambientale americana resta prigioniera delle negazioni assurde di Trump. Al Parlamento europeo a Bruxelles salta l’aria condizionata. Colpa dell’ondata di calore che travolge tutta Europa e che non è certo un caso o un’anomalia, nonostante ciò che prova ad ‘ordinare’ Washington.

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Prossimo vertice Brics e le economie del sud del mondo

Il prossimo vertice dei BRICS a Rio de Janeiro del 6 e 7 luglio, rappresenta l’evoluzione del ruolo che il gruppo delle economie del Sud del mondo hanno sulla scena globale. Il motto del vertice è Rafforzare la cooperazione nel Sud del mondo per una governance più inclusiva e sostenibile». Ma il muro dei Brics inizia a presentare delle crepe.

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