Romania, avamposto Nato sul fronte russo, la più grande base in Europa

‘Nordic Response 2024’, venti giorni di esercitazioni militari Nato terminate l’altro ieri, assaggio della gigantesca ‘Steadfast Defender 24’ con quasi 90.000 militari dei 32 Paesi Nato più grande guerre finta da decenni. Attività anfibie nelle acque a nord della Norvegia sotto il Comando italiano. Nella Finnmark norvegese -temperature artiche percepite tra i 30° e 40° sotto zero- gli alpini.  

Dal fronte artico alla Romania

Esercitazioni e una mega base militare. La Nato punta sulla Romania la segnalazione preoccupata di ‘Pagine Esteri’. La Romania che -pro memoria-, è entrata nella Nato esattamente 20 anni fa -Patto di Varsavia morto e sepolto- da allora ha acquisito una importanza crescente nell’alleanza militare a guida Usa, che è cresciuta dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Di fatto, da adesso e per il prossimo futuro la Nato ha assegnato a Bucarest un ruolo centrale sul fronte anti russo europeo.

Già quattro strutture Nato

La Romania, dati ufficiali noti, ospita già quattro diverse strutture della Nato, tre delle quali di comando. La prima, inaugurata nel 2015 a Bucarest, è la Divisione Multinazionale Sud-Est. Sempre nella capitale è operativa un’unità dedicata all’integrazione delle forze dell’Alleanza. Nel 2017, poi, è stata insediata a Craiova una Brigata internazionale del Patto Atlantico, e nel 2023 a Sibiu è stato creato il «Corpo Multinazionale Sud-Orientale», con un ruolo di comando di tutte le forze schierate nella regione balcanica.

Addestramento F-16 per Kiev

A novembre -la novità meno pubblicizzata-, è stato inaugurato il «Centro europeo di addestramento per piloti di F-16», nome generico di copertura per una struttura ‘ufficiosa’ creata nella sede dell’86esima base aerea di Fetești, dove si stanno addestrando un certo numero di piloti ucraini che dovranno gestire i caccia trasferiti a Kiev da alcuni paesi della Nato.

Dopo Ceausescu cosa?

«Attualmente l’esercito romeno, di tipo professionale, conta su circa 70 mila effettivi, ai quali si aggiungono 60 mila riservisti», precisa Marco Santopadre. Ma il governo di Bucarest, ha già annunciato l’intenzione di aumentare il numero delle truppe a 100 mila e recentemente sono stati varati dei provvedimenti diretti ad aumentare il reclutamento. Inoltre il presidente Klaus Iohannis ha più volte invitato l’esecutivo a potenziale l’industria militare del paese.

Crescono le spese militari

La spesa militare è già aumentata, nel 2023, dal 2 al 2,5% del Pil e quest’anno l’esercito di Bucarest disporrà in totale di 8 miliardi di euro, con un aumento del 45% rispetto all’anno scorso. Secondo le cifre ufficiali, dal 2023 al 2027 l’investimento totale nel settore della Difesa ammonterà a circa 65 miliardi di euro. Che non è poco per un Paese che, nell’ambito Ue, non risulta tra le economie più floride.

‘Scudo Marino’ verso il Mar Nero

Rilettura delle esercitazioni militari, con un po’ più di malizia. Dall’8 aprile a Costanza, regione sud orientale del paese balcanico, esercitazioni ‘Sea Shield 24’. Ben 11 diversi paesi della Nato nel Mar Nero dal delta del Danubio. Sguardo diretto alle base navali russe in Crimea, e coste contese del Donbass. E a non lasciare spazio ad equivoci, da adesso in Romania sono operativi più di 5000 soldati da altri paesi dell’Alleanza Atlantica. In attesa di crescere e moltiplicarsi.

La più grande base Nato d’Europa

Nel paese balcanico è iniziata da mesi la costruzione di una gigantesca base militare che costerà circa 2,5 miliardi di euro e che sorgerà dove ha sede l’aeroporto militare Mihail Kogalniceanu, nella zona di Costanza. La superficie occupata sarà di ben 2800 ettari e i piani prevedono che l’installazione ospiterà una media di diecimila militari. Di fatto si tratterà, a realizzazione completata, della più grande base Nato d’Europa, superiore del 20% rispetto a quella di Ramstein, in Germania, che da decenni detiene il primato.

L’aeroporto ospita già, dal 1999, truppe statunitensi: militari della 101esima divisione aviotrasportata di Washington e una squadriglia di aerei da combattimento e di droni da ricognizione della Nato.

Più e meglio di Ramstein e Camp Bondsteel

La base, nella sua enormità, dovrebbe essere completata entro il 2040, ma dovrebbe essere militarmente operativa già nel 2026. Il progetto prevede la costruzione di nuove piste d’atterraggio, di hangar, di depositi di armi e munizioni, di depositi per lo stoccaggio del carburante, di officine, scuole, negozi e un ospedale. Naturalmente sono previsti gli alloggi per i soldati e per le loro famiglie che daranno vita ad una vera e propria cittadella.

La Nato preme a oriente

Schieramento militare della Nato sempre più a oriente, a ridosso dei confini della Federazione Russa. Dopo aver rafforzato il proprio schieramento nei Paesi Baltici (manca solo la Serbia), la Nato negli anni scorsi ha istituito quattro gruppi tattici in Bulgaria, Ungheria, Slovacchia e appunto in Romania, segnala di Marco Santopadre. Mentre Washington ha aumentato il numero dei suoi soldati in Europa portandoli a 90 mila, 10 mila dei quali schierati nella base di Camp Kościuszko, in Polonia.

Nei giorni scorsi è iniziato inoltre il trasferimento di un contingente militare tedesco (forte di 5 mila uomini) in Lituania, allo scopo di presidiare il ‘corridoio Suwalki’, che separa la Bielorussia dall’exclave russa di Kaliningrad. E non è segnale rassicurante.

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