
Anche conseguenze della Pandemia ciò che accade in economia oggi nsosrtiene secondo Federico Fubini sul Corriere della Sera. Dalla politica monetaria espansiva da crisi per Covid, alla lotta al virus inflazione, ormai oltre il 10%, a frenare costi e debiti in un colpo solo, con dolori, lacrime, e litigi in casa.
La Bce si allinea alla Fed americana avendo alle spalle realtà molto diverse, la critica più diffusa. Proprio ora che la crescita dei prezzi aveva iniziato a rallentare e la recessione in area euro era di fatto già in atto, a sorpresa la Bce ha rivisto al rialzo le previsioni sulla corsa dei prezzi. Mentre l’area euro è ferma e la produzione industriale in caduta.
I rischi maggiori ora li corre l’Italia. Il debito e nuovi titoli di Stato, «ben oltre 450 miliardi, fra rinnovi e nuovo deficit», e sempre più cari interessi da pagare per poterli piazzare ed ottenere altro denaro in prestito. Circuito perverso. «Le nuove emissioni di titoli di Stato nel 2023 da collocare senza l’aiuto della Bce varranno circa 70 miliardi, un record da quando c’è l’euro», avvertono i tecnici.
Ciò avrà due implicazioni per il governo. La prima è l’esigenza di eseguire senza ritardi le riforme del Piano di ripresa per sbloccare i 19 miliardi di fondi europei in inverno e altri 16 in estate: «liquidità diventa fondamentale in tempi di debito pubblico sempre più caro». Seconda conseguenza, il probabile taglio dei sussidi per il caro-energia da primavera.
‘La Bestia delle tasse’, esaminata da Vittorio Da Rold sul Domani. La rivolta contro un fisco ingiusto che su una battaglia politica di sinistra e che ora è diventata un tema egemonizzato dalla destra. «Affamare la bestia», cioè ridurre le entrate statali anche a costo di smantellare lo stato sociale e gli interventi per la redistribuzione dei redditi.
L’evasione fiscale in Italia viaggia, secondo gli ultimi dati disponibili, sulla stratosferica cifra complessiva di 100 miliardi di euro all’anno. Altro che aumento della quota del contante o aumento del limite all’obbligo dell’uso del pos.
Oggi giornata conclusiva della settimana di scioperi generali regionali di Cgil e Uil contro la manovra del governo Meloni, con Roma probabilmente bloccata. Richieste: decontribuzione al 5% per i salari fino a 35.000 euro, una riforma fiscale progressiva (quindi niente flat tax), tassazione degli extraprofitti allargato, rivalutazione delle pensioni, risorse per l’istruzione e la sanità, cancellazione della legge Fornero, con l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni o con 41 anni di contributi. Mentre la Cisl prova ancora a trattare con governo.