Macron, lontano dai grossi guai di casa sulla contestata riforma pensioni, in Cina rilancia sulla politica estera europea spiazzando la pedante Ursula Ue ripetitiva e l’amministrazione Biden alle prese con i ‘Top secret’ finiti sul web. «La trappola per l’Europa – ha detto il capo dell’Eliseo – sarebbe che mentre sta chiarendo la sua posizione strategica, mentre diventa più autonoma strategicamente rispetto al periodo pre-covid, si ritrovi confrontata a un’alterazione del mondo e confrontata a crisi che non sono le nostre. Se ci sarà un’accelerazione della conflagrazione del duopolio (Cina e Usa, ndr) non avremo più il tempo né i mezzi per finanziare la nostra autonomia strategica e diventeremo dei vassalli mentre possiamo essere il terzo polo se avremmo qualche anno per costruirlo», riporta Sabato Angieri sul Manifesto.
Macron, ha approfittato della visita a Pechino per rilanciare la sua idea di autonomia strategica europea rispetto agli Stati uniti. «Una dichiarazione programmatica che incontra le resistenze di una parte importante dei vertici Ue. Da un lato si scontra con l’atlantismo indefesso della presidente della Commissione Von der Leyen e dall’altro con l’individualismo tedesco. Il cancelliere tedesco Scholz si è rifiutato di recarsi in Cina con Macron e ha preferito agire autonomamente indebolendo, come non hanno evitato di notare i commentatori internazionali, la posizione francese».
Anche sull’Ucraina Macron ha tentato di portare a casa qualche successo, strappando una timida promessa a Xi Jinping rispetto alla famosa telefonata a Zelensky. Peggio la risposta alle sue proposte di mediazione da parte di Mosca. «Parigi ora non può rivendicare il ruolo di mediatore, perché Parigi si è schierata dalla parte di uno dei partecipanti al conflitto. Parigi, inoltre, è coinvolta sia indirettamente che direttamente in questo conflitto dalla parte dell’Ucraina. Pertanto, è ancora difficile immaginare qualsiasi tentativo di mediazione», ha dichiarato il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov.
Anche sulla scia delle clamorose rivelazioni sui segreti Usa violati, il presidente ucraino Zelensky frena sulle dichiarazioni ‘urbi et orbi’ e fa diplomazia cercando di estendere la sua rete di alleanze sia tra i Paesi non allineati ‘Brics’ sia tra i possibili partner commerciali futuri. Secondo la vice ministra degli Esteri ucraina che attualmente si trova a Nuova Delhi, Zelensky ha chiesto un colloquio con il presidente indiano Narendra Modi per chiedergli di mediare per la soluzione della crisi in Ucraina anche se i rappresentanti indiani ieri hanno partecipato alla riunione dei ‘Brics’ a Mosca.
Il ministro degli Esteri russo Lavrov, ha incontrato i capi delle missioni diplomatiche dei paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), accreditati a Mosca. Politicamente più rilevante, la creazione di una nuova valuta globale, influenzando la domanda di altre valute come il dollaro USA, l’euro e lo yen. Questo per influenzare la politica monetaria degli Stati Uniti, i mercati del debito globali e lo stato dell’economia mondiale.