Strage in Israele e Gaza, e il mondo riscopre la questione palestinese

In Israele circa 600 le vittime. Il governo vota lo stato di guerra. Carri armati verso Gaza. Secondo un rapporto non ufficiale, ‘ci sarebbero 750 israeliani dispersi’. è salito a 370 il bilancio dei morti nella Striscia. In Israele sarebbero ancora presenti ‘due cellule dormienti’ di Hamas pronte ad entrare in azione.

Carri armati israeliani verso Gaza

Riflessioni a tragedia in pieno corso

  • La superpotenza militare e spionistica israeliana che si fa sorprendere da una azione militare complessa compiuta da organizzazioni clandestine di resistenza palestinese, chiamatele terroriste se preferite, che colpiscono più dell’ultimo esercito ufficiale arabo di 50 anni fa.
  • Il governo dell’ultra destra religiosa ebraica più anti palestinese e repressivo dalla storia di Israele che ha come priorità l’immunità giudiziaria del suo premier accusato di corruzione, e il proliferare di nuove colonie nella Cisgiordania rubata, mentre a Gaza Hamas accumulata i razzi iraniani ed allena i suo commandos in motocicletta e l’aviazione in deltaplano.
  • Una impunità internazionale sempre più distratta dall’impegno beffa di ‘due popoli due Stati’, con le decine di deliberazioni Onu ridotte e carta straccia da un Occidente più interessato ad un garante filo occidentale armato in un Medio Oriente ridotto a strategico mercato petrolifero.
  • Questione palestinese in Cisgiordania e nella enorme prigione di Gaza, rimossa anche dai pensieri delle grandi democrazie occidentali, dai loro governi (e persino dalla sinistra italiana per ciò che ne resta), con Stati Uniti ed Unione europea convertiti in massa al ‘diritto alla difesa’ di Israele, sacrosanto, ma che dovrebbe valere per tutte le parti umane oltre che politiche in campo.
  • Il paradosso di un’autorità palestinese lasciata marcire nelle clientele clanistiche del decrepito Abu Mazen, utili al momento, ma foriere del successo politico incontestabile di Hamas che puoi insistere a chiamare terrorista, ma che sempre di più rappresenta le rabbie e le istanze di un popolo stremato dalle infinite promesse mancate e da una ‘appartheid’ applicata senza vergogna e accenno di rimprovero.

Ora il massacro che colpisce crudelmente anche Israele e sconvolge un mondo irresponsabilmente distratto

Sorpresa, la parola chiave. Con il passare delle ore e col crescere del tragico bilancio delle vittime. Israele ha subito un attacco senza precedenti per intensità e perdite umane, per ricadute politiche interne e per impatto sugli equilibri regionali. E’ accaduto a 50 anni dalla guerra del Kippur, la tentata invasione da Egitto e Siria, ma allora agirono le forze armate di due Stati, mentre ieri e nell’inevitabile seguito militare della tragedia, l’azione è di un partito-movimento paramilitare. Segnale importante per molti.

Dietro il poco che sappiamo

Da Gaza sono partiti oltre duemila razzi (loro dicono 5mila), piuttosto imprecisi e dalla gittata variabile. Ma proprio questo bombardamento potrebbe essere stato di fatto la copertura per le incursioni di gruppi armati oltre frontiera, che hanno ucciso e catturato 250 civili e soldati, presi alla sprovvista e spesso massacrati. E l’immediata rappresaglia ordinata da Tel Aviv è già costata oltre duecento vite, dove i bersagli sono tra case strette una sull’altra. Mentre adesso si muovo i carri armati per l’attacco via terra.

Mohammed Deif, il comandante operativo

Mohammed Deif, il comandante operativo di Hamas, certamente ha messo in conto la reazione furiosa di Israele. Ma questo potrebbe rivelarsi un ulteriore errore per Israele, sottolineando la realtà dell’ enorme campo di prigionia che è la Striscia di Gaza: 350 chilometri quadrati popolati da due milioni di persone. Mentre Israele insiste a trattare (senza concedere) con l’Anp dell’87enne Abu Mazen. Un’Autorità nazionale palestinese debole e screditata, mentre le componenti radicali hanno di fatto anche il controllo anche della più popolata e ricca Cisgiordania.

Israele e il nemico Netanyahu

Israele colpito e sconvolto. La riforma della giustizia voluta dal premier Netanyahu sta spaccando il Paese e ha perfino provocato un’inedita frattura nelle Forze armate. «Questo può avere pesato sull’oggettivo, spettacolare fallimento dell’intelligence nell’intercettare i piani di Hamas e dei militari nel bloccare le incursioni da Gaza?​», si chiede Andrea Lavazza su Avvenire. Il Paese si è subito ricompattato, tutti i soldati hanno risposto alla chiamata. Ma non è ‘pace fatta’. Nel breve periodo la crisi potrebbe rafforzare la posizione di Netanyahu, ma per lui sarà difficile spiegare come sia stato possibile ciò che è accaduto.

Il nodo palestinese trascurato

Sotto accusa la politica integralista di Israele, che potrebbe ripetersi persino con più forza, mentre balza agli occhi del mondo il nodo palestinese trascurato colpevolmente. Israele ne paga ora un alto e inaccettabile prezzo, che chiede e merita la totale solidarietà. Ma poi, anche in Israele, qualcosa dovrà cambiare. Perché l’obiettivo politico chiave di Hamas, sottolinea Lucio Caracciolo su Limes, è quello di recuperare alla causa palestinese il mondo arabo e islamico che se ne è disinteressato negli ultimi anni, e sabotare le intese fra petromonarchie arabe, saudita in testa, e l’ex nemico israeliano.

«Hamas è un movimento soprattutto di giovani stufi della gestione degli ‘anziani’ che li hanno condotti in un vicolo cieco, derubricando la Palestina dall’agenda geopolitica mondiale».

Rischio di una guerra Mediorientale estesa

Nei prossimi giorni vedremo se questa guerra rientrerà nei canoni classici degli scontri che si ripetono da anni attorno a Gaza con le sue migliaia di vittime civili, oppure si prolungherà ed estenderà oltre le normali due-tre settimane di combattimenti, bombardamenti e rappresaglie varie, attorno e dentro la Striscia.

«L’allargamento potrebbe riguardare sia la Cisgiordania sia il fronte Nord (Libano/Siria) con Ḥizbullāh (Hezbollah) per ora in attesa. Infine, il conflitto diverrebbe strategico in caso di coinvolgimento, a oggi molto improbabile, dell’Iran».

 

 

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