Cosa è la comunità di Q in Italia? Quali sono le narrative dentro il movimento nato sulla scorta di un fenomeno tipicamente statunitense, ma diffusosi in tutta Europa? Prima di passare ai dati investigativi raccolti da Bellingcat e Lighthouse Reports, qualche dato nostro da fonti di casa.
Un anno e mezzo fa, piena pandemia Covid, e nei meandri del web nesca e si nasconde il movimento ‘V_V’, “viral vendetta”, attivo nel propagare cospirazioni sul Covid-19 e disinformazione sanitaria. Un gruppo di utenti online, appartenenti alla galassia Qanon, molto attiva nel diffondere teorie anti-vax e bufale sul fronte sanitario. Il gruppo sosteneva di essere un esercito di ‘guerrieri di internet’ impegnati in una guerriglia «contro le forze oppressive del nazismo medico».
Marjorie Taylor Greene – la prima deputata apertamente Qanonista eletta al congresso statunitense – si è complimenta per la vittoria di Giorgia Meloni ritwittando un vecchio video in cui la leader di Fdi proclama che l’istituzione familiare è sotto attacco. Ma la comunità Qanon in Italia sembra essere di tutt’altro avviso segnalano i nostri investigatori. Meloni, è la convinzione diffusa e variamente espressa, «è l’ultima delle ‘gatekeeper’, delle custodi del sistema».
Un anno fa l’inserimento da parte dell’Fbi di Qanon fra le minacce terroristiche interne degli Usa. Allora, uno dei canali Telegram citati dalla testata – Qlobal Change Italia – aveva 8.800 iscritti. Oggi ne ha 23.741, e non è affatto il gruppo più vasto di questa composita comunità. Altri gruppi sono scomparsi, altri ancora sono nati e hanno proliferato superando anche i 60.000 iscritti, hanno cambiato forma, oppure le narrative di Q hanno raggiunto altri ecosistemi definibili come complottisti, fra cui le nutrite schiere no vax.
È Telegram, insieme a YouTube, la piattaforma regina in questo universo: la maggior parte dei canali nasce dopo la purga di Q dalle piattaforme mainstream (Facebook, Twitter…) ed è su Telegram che il grosso del ‘discorso qanonista italiano’ viene portato avanti. Non solo: la piattaforma per la comunità italiana – come viene fotografata da Bellingcat e Lighthouse Report – è una sorta di universo perlopiù autoreferenziale.
Come emerge dall’analisi dei dati su un campione di 8 dei principali canali collegati a Q in Italia, , fra i più linkati appaiono il sito di disinformazione di estrema destra americano ‘The Gateaway Pundit’, all’ottavo posto, e ‘Rt’, Russia Today, il canale televisivo satellitare russo diffuso a livello mondiale, al 18esimo. Mentre nel più vasto ecosistema complottista subito dopo Telegram si trovano ‘Il Fatto’ e l’Ansa come fonti di informazione classiche.
Quando ‘The Storm Q-17’, apre il suo canale il 26 settembre 2020, Daniela Cecamore lo inaugura con una immagine di Trump con una Q dorata in mano e sovraimpresso il motto di Qanon: «Where We Go One We Go All», tra pattuglia guerriera e gregge, ‘Dove va uno andiamo tutti’. La narrativa è quella integralmente qanonista raccontata con dovizia di particolari da ‘La Q di Qomplotto di Wu Ming 1’ (https://www.remocontro.it/2020/09/09/il-mondo-di-qanon-che-ci-ruota-pericolosamente-attorno/)
Secondo le ‘verità scoperte da QAnon’, il mondo sarebbe vittima di una operazione segreta di cui fanno parte l’esercito e Jfk jr. (che nel 1999 avrebbe finto la sua morte), per sgominare il Deep State. Poi c’è la ‘cabala di pedosatanisti’ – naturalmente a prevalenza ebraica – che regge le fila del potere non solo in Usa ma in tutto il mondo. A combattere per salvare il mondo c’è Q che con i suoi periodici drop sulle piattaforme ‘4chan’ o ‘8chan’ si rivolge cripticamente a coloro che hanno ‘visto la luce’ e li invita a «fidarsi del piano», rassicurandoli sul fatto che «The storm is coming», in arrivo la tempesta che sgominerà i nemici di tutto ciò che è bello e giusto.
Con il procedere della pandemia, e con l’introduzione dell’obbligo del green pass, la narrazione su ‘The Storm Q-17’ si sposta su posizioni, post, storie e fake news no vax. Nell’ecosistema di Telegram, la permeabilità dei confini fra gruppi cospirazionisti è continua, ma è significativo come dall’analisi dei dati emerga che in tutti i principali gruppi di Q, la narrazione alternativa sul Covid (grafene nei vaccini e così via) resta un perenne rumore di fondo con picchi legati all’attualità.
In nutriti gruppi no vax si diffondono nel tempo le narrative di gruppi e soprattutto personaggi riconducibili a Q. Specialmente attraverso i post dell’influencer al centro di questo ecosistema: Cesare Sacchetti. Autore di un blog sul ‘Fatto quotidiano’ fino al 2016, Sacchetti è inserito già a maggio 2020 da ‘NewsGuard’ fra i super-diffusori di disinformazione a livello europeo. L’anno successivo Rolling Stone gli dedica un profilo dove lo etichetta come «il re dei complottisti italiani».
Unico fra tutti coloro che hanno sposato le teorie di Q a produrre quasi esclusivamente contenuti originali (nell’ordine di decine di post al giorno sugli argomenti più svariati, dalla pandemia alla guerra in Ucraina, oltre ad avere un suo blog anche in inglese), dai dati emerge che il suo canale Telegram (63.505 iscritti) è il più ripostato in tutto il network italiano, non solo quello Q.
Due post di Sacchetti in cui insinuava che Mario Draghi fosse gravemente malato – che gli sono valsi lo scorso gennaio una perquisizione da parte della Digos – hanno rispettivamente 99.000 e più di 43.000 visualizzazioni – e hanno circolato non solo su canali Q come ‘Qanon Italia’ e ‘Italian Patriots’, ma anche su gruppi come ‘Esercenti no green Pass’ e ‘Italia Costituzionale no green pass’.
Nel campione degli otto principali canali Q presi in esame, Sacchetti è in top ten fra i più ripostati. sia che si parli di Qanon, di elezioni o di Covid, mentre è in assoluto il più condiviso in materia di guerra in Ucraina. Il suo è l’unico canale Telegram rilanciato occasionalmente da ‘Intel Slava Z’, gruppo di disinformazione filorussa che fra i tanti post –decine al giorno per oltre 400.000 iscritti– sosteneva di prove del fatto che la strage di Bucha era opera dell’esercito ucraino.
Putin visto come un alleato di Trump nella lotta al Deep State e un nemico della «dittatura» europeista e filoatlantica. E il filoatlantismo è fra le colpe che si contestano a Giorgia Meloni, vista come una schiava di Nato e Israele, non abbastanza estrema in fatto di aborto. Gradite invece alla ‘comunità’, la sua teoria della sostituzione etnica, i riferimenti a Soros come «usuraio», fino alla vicinanza con l’apprezzatissimo Orban e il sodale di Trump Steve Bannon.
Il millenarismo di Q che vede in Trump una sorta di profeta destinato a realizzare un progetto simil-divino, trova terreno fertile nella variante cattolica oltranzista italiana, scopre l’inchiesta. Gender e diritti civili sono il male, lo stesso papa «è parte della falsa chiesa e della dittatura mondiale».
Perfino il sottobosco sovranista e complottista candidato alle elezioni, Paragone in testa, è respinto dalla comunità Q e liquidato da Sacchetti come un’armata di «utili idioti» di cui si è servito «lo stato profondo italiano per ritardare l’attesa e inarrestabile pietra tombale sulla democrazia liberale».
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