Polonia: armi con i fondi Ue per la pace e a Kiev vecchi carri sovietici

Varsavia sembrava un modello di supporto occidentale all’Ucraina, ma qualcosa sta cambiando, deve riconoscere lo stesso quotidiano dei vescovi italiani Avvenire, con qualche problema rispetto ad una parte importante del clero polacco schiarato politicamente a sostegno dell’attuale governo. Con la foto di copertina con un vecchio carro sovietico arrugginito, per anni in dotazione all’Ucraina, con l’ironica scritta ‘Leopard’, che ne diventa simbolo.

Più Nato contro la Russia, ma prima gli affari di casa

«Sembrava un modello di supporto occidentale all’Ucraina ma, con un brusco voltafaccia, Jaroslaw Kaczynski, eminenza grigia del governo polacco, ha sbattuto la porta in faccia a Kiev, imponendo un embargo durissimo all’import di cereali e bloccando l’export di armi», scrive Francesco Palmas. Basta armi all’Ucraina -i resti del vecchio arsenale sovietico-, le armi moderne se le tengono ‘per difendersi’. Ma per attenuare la pessima figura sul fronte occidentale e difendere un lucroso affare, Varsavia ha comunicato tuttavia che l’hub di Rzeswoz continuerà a funzionare da onerosa ‘porta girevole’ per le armi Nato dirette al fronte ucraino.

La minaccia russa sul fronte elettorale

Negli ultimi sei mesi la Polonia ha firmato ventiquattro ordini per nuove armi, giustificandoli con la minaccia russa alle porte. «Dopo l’Ucraina, saremo noi la prossima vittima», ripete la destra governativa di Varsavia mentre prende le distanze da Kiev che la guerra vera ce l’ha in casa. Spese folli: i 500 lanciarazzi Himars in arrivo costeranno 10 miliardi di dollari mentre le altre spese folli per gli 82 jet americano-coreani, per i 1.366 carri armati, i 700 semoventi e l’infinità di sistemi antimissili, antiaerei e antinave già ordinati, restano  imprecisate. Ma dove trova tutti quei soldi la Polonia?

Domanda e risposta di Palmas. Politica sporca in casa aumentando vertiginosamente il bilancio militare, lievitato in un anno da 12 a 20,5 miliardi di euro (4% del Pil), e attingendo a un fondo extrabilancio di 8 miliardi, finanziato dalla Banca nazionale con obbligazioni sovrane da reinvestire in armi.

Fondo per la pace beffa

«Ma la beffa è che pure noi europei paghiamo la bulimia polacca, con il Fondo per la pace (Fep), altro cespite extrabilancio, che serve a Bruxelles per tradire i trattati comunitari, che proibiscono l’impiego del budget a 27 per scopi militari». Il Fondo sta addirittura crescendo, balzato a giugno da 8 a 11,5 miliardi di euro. Col dubbio che Varsavia stia cercando di ottenere altro denaro dai quattro Paesi che si sobbarcano il maggior peso di quel ‘fondo per la pace’: Germania (25%), Francia (18%), Italia (13%) e Spagna (9%).

Paradossi Ue. Strumento europeo per la pace (FEP), «Per consolidare la sua capacità di prevenire i conflitti. Consente il finanziamento di azioni operative che hanno implicazioni nel settore militare o della difesa nell’ambito della politica estera e di sicurezza comune (PESC)».

Soldi europei per armi americane da riprodurre in casa

Ma c’è di peggio in chiava antieuropea, nascosto dietro. I jet, i carri e le artiglierie in arrivo in Polonia ‘parlano tutti americano e coreano’. Suicidio europeo, a vantaggio di Pgz, il Gruppo polacco d’armamento, che grazie ai trasferimenti tecnologici imbastirà in casa imbastirà un’industria militare americana competitiva, che spiazzerà in futuro i prodotti europei. Il think thank Iris denuncia: «Varsavia non sta contribuendo ai programmi cooperativi continentali». Una malizia a copertura Nato-Usa nel boicottaggio dell’autonomia strategica continentale a vantaggio americano.

Mentre la guerra vera si contraddice

Nello Scavo, inviato a Odessa, propone un’altra cronaca. «Soldati Nato o mercenari dalla Germania? Intanto Kiev avanza (lentamente) e bombarda la Crimea». I missili lanciati venerdì dall’Ucraina contro il centro di comando della flotta russa in Crimea che hanno colpito quando si stava svolgendo una riunione tra i comandanti russi. Kiev che con gli occhi dei satelliti Nato vede lontano. E il Cremlino reagisce con armi e rivelazioni in attesa di verifica. Come quella di avere catturato dei soldati di un Paese Nato impegnati in combattimento. All’agenzia Ria Novosti il comandante di un gruppo di ricognitori nella zona di Zaporizhzhia ha dichiarato di avere distrutto un carro armato tedesco Leopard.

«Abbiamo scoperto che l’autista era gravemente ferito e gli altri erano morti. Il meccanico, quando si è svegliato e ci ha visto, ha cominciato a gridare ‘nicht shissen’ (non sparate)», ha aggiunto senza al momento fornire prove, né precisare se si trattasse di contractor privati.

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