L’impennata degli sbarchi si deve in buona parte alle trame della ‘divisione Wagner’, cioè a Putin: parola del ministro della Difesa Crosetto che però parla per tutti, conferma palazzo Chigi. Ed ecco che Guerra in Ucraina e la difesa dei confini marittimi, diventano una cosa sola. Meglio se riesci ad inventarti anche un nemico in comune. Il rilancio governativo italiano sul fronte migranti su cui ha molto da farsi perdonare a Bruxellese, cerca difficile sponda Nato. «I confini dell’Italia sono un fronte nel conflitto intorno a cui in questo momento ruota tutto», pare che abbiano ipotizzato anche i servizi segreti. Sospetti comunque segretissimi e noi costretti a fidarci della parola di Crosetto.
Il ‘fragoroso’ allarme arriva al termine di un vertice convocato dalla premier in mattinata a palazzo Chigi legato alla moltiplicazione degli sbarchi, che hanno superato i 20mila arrivi, oltre il triplo di un anno fa. Una ondata, che prevedibilmente monterà sempre più con la primavera e l’estate. Poi la rivelazione bomba. Crosetto non sospetta ma assicura: «Mi sembra che si possa ormai affermare che l’aumento del fenomeno migratorio dalle coste africane sia parte di una guerra ibrida che Wagner sta attuando, approfittando del suo peso in alcuni Paesi africani».
Tajani, da Gerusalemme, è più cauto: «Molti migranti arrivano da aree controllate da Wagner. Non vorrei che ci fosse un tentativo di spingerli verso l’Italia». «Tajani ‘non vorrebbe’ ma certo denunciare l’intreccio tra i problemi italiani sull’immigrazione e quelli nello scontro con Putin al governo di Roma fa parecchio comodo», annota Andrea Colombo sul Manifesto. E il ministro delle Difesa sottolinea come il fronte sudeuropeo stoa diventando sempre più pericoloso, e di fatto minaccia: «L’Alleanza si consolida se si condividono i problemi ma rischia di incrinarsi se i Paesi più esposti alle ritorsioni vengono lasciati soli».
E la vittoria su Putin ora sembra dipendere dal sostegno alle politiche italiana contro l’immigrazione.
La risposta del capo della divisione Wagner Prigozhin è immediata e molto ruvida: «Crosetto dovrebbe occuparsi dei suoi problemi, che probabilmente non riesce a risolvere. Noi non ci occupiamo della crisi migratoria: abbiamo già i problemi nostri». Dichiarazioni con insulto, ma sospettare -Wagner o meno- è lecito, anzi, dovuto. Possibile che le pressioni russe sulla Cirenaica di Haftar facilitino le partenze, «ma gli esperti sostengono che si è aperta da quei porti una nuova rotta, che non sostituisce quella abituale dalla Tripolitania ma la raddoppia, senza alcuna prova di interventi russi».
Partita politica interna al governo di casa. Sul fronte vigilanza e soccorso in mare torna l’intervento della Marina, cioè del ministero di Crosetto, nella sorveglianza marittima, coinvolte a fianco della Finanza e della Guardia costiera che fa capo a Salvini.
«Le ondate di profughi dall’Africa sono iniziate con la caduta di Gheddafi nel 2011 voluta da Francia, Usa e Gran Bretagna. La Wagner neppure esisteva. In Tripolitania non c’è la Wagner ma le milizie locali e della Turchia. In Cirenaica i più influenti sono Haftar e gli egiziani che scaricano migliaia di poveri. Incolpare la Wagner è un modo per lisciare il pelo agli Usa per la guerra in Ucraina e giustificare l’inazione di un governo di modesti parolai. Inoltre oggi risulta che la maggioranza degli sbarchi, un terzo, arriva dalla Tunisia sull’orlo del fallimento finanziario. Il resto sono chiacchiere».
Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, denuncia che i servizi segreti polacchi avrebbero in mano documenti con le prove secondo cui alcuni eurodeputati sarebbero stati corrotti da Mosca e convinti a influenzare i lavori del Parlamento. «Chiare prove dell’esistenza di una storia di corruzione internazionale e che ben presto il ministro dell’Interno renderà di dominio pubblico il contenuto dei documenti relativi all’accusa». Il problema è che lo stesso Morawiecki non è tra i personaggi più credibili a livello europeo, abituato a sparante grosse e spesso.
Lo stesso premier si è premurato di chiarire che degli eurodeputati coinvolti in questa faccenda nessuno è di nazionalità polacca. Ora la Polonia denuncia l’intrigo e avvisa circa i pericoli che starebbe correndo la sofferente ‘famiglia europea’.