Molti investitori stranieri stanno abbandonando la Cina per puntare sull’India, dove il controllo politico sugli investimenti che provengono dall’estero è molto minore. E anche il mercato obbligazionario indiano sta crescendo velocemente, soprattutto nel settore dei titoli governativi.
Il confronto tra le economie dei due colossi asiatici diventa dunque più favorevole a New Delhi. Mentre Pechino sta rallentando, il Fondo monetario internazionale prevede un tasso di crescita del Pil indiano del 6,3% nei prossimi anni, una tendenza destinata, secondo gli analisti, a continuare nel medio periodo.
L’India è particolarmente forte nei settori high-tech, nelle biotecnologie e nel comparto dei farmaci generici. Si calcola che circa il 40% delle transizioni digitali globali vengano elaborate nella Federazione Indiana. Il che fa capire perché, da un lato, il Paese presenti grandi potenzialità per i lavoratori tecnologicamente qualificati mentre, dall’altro, attira un numero sempre maggiore di investitori stranieri (in particolare occidentali).
La Federazione Indiana è inoltre diventata la nazione più popolosa del pianeta con 1,4 miliardi di abitanti, superando così la stessa Cina. Non solo. L’India, a differenza della Repubblica Popolare, ha una popolazione prevalentemente giovane. Due terzi degli abitanti hanno meno di 35 anni, e la metà ne ha meno di 25. Questo è uno dei motivi che inducono gli investitori a scommettere sull’aumento costante della domanda interna.
Non sono tutte rose e fiori, ovviamente. Narendra Modi, favorendo gli indù a scapito delle minoranze etniche e religiose, ha creato tensioni che spesso sfociano in scontri sanguinosi. E’ favorito, tuttavia, dalla debolezza dell’opposizione e dal grande consenso di cui gode presso la maggioranza indù.
Sullo sfondo resta comunque la tensione con la Cina, che si manifesta soprattutto a nord sul lungo confine himalayano, dove i due Paesi si contendono porzioni di territorio. Mentre i rapporti tradizionalmente buoni con la Russia (sin dai tempi dell’Unione Sovietica) sono rimasti tali, quelli con Pechino restano tesi nonostante i recenti tentativi di riavvicinamento.
E c’è inoltre l’incognita Pakistan, nazione molto instabile, nemico dell’India sin dalla sua fondazione e ora alle prese con risultati elettorale sorprendenti, per riuscire ad escludere ancora Imran Khan, vincitore politico ancora in carcere, da un ritorno al potere.