Flavio Romolo Augusto, meglio conosciuto in seguito come Romolo Augustolo, era figlio di Flavio Oreste e di Flavia Serena: il padre era un alto ufficiale romano, originario della Pannonia, e la madre, figlia a sua volta di un alto funzionario imperiale, era originaria invece del Norico. In termini moderni, cercando di far coincidere la geografia antica con quella attuale, la Pannonia corrispondeva grossomodo all’Ungheria occidentale e il Norico alla parte centrale dell’Austria fino alla Baviera.
Da secoli ormai imperatori, comandanti e funzionari non nascevano più esclusivamente a Roma, sia per l’estensione dell’impero, sia per il fatto che la città non era più l’unico centro di potere tanto che dal 402 la capitale era stata trasferita Ravenna. Roma poi era anche diventata insicura ed era già stata saccheggiata nel 410 dai Visigoti di Alarico.
L’evento aveva prodotto gravi conseguenze materiali sulla città, ma soprattutto era stato riconosciuto come ‘epocale’, un grande mutamento dell’ordine mondiale del tempo: ad esempio Agostino d’Ippona lo aveva interpretato come un castigo di Dio per le dissolutezze e come un presagio della prossima fine del mondo. Non ci fu però la fine del mondo in se, ma quella dell’impero romano d’Occidente si.
L’impero romano d’Oriente era sorto alla morte dell’imperatore Teodosio nel 395: salito al trono il figlio Arcadio era stato proclamato infatti l’impero d’Oriente con capitale Costantinopoli, città fondata dall’imperatore Costantino nel 330, mentre all’altro figlio Onorio era stato affidato l’impero d’Occidente comprendente l’Italia. In teoria la divisione avrebbe dovuto essere solo formale e i due imperatori avrebbero dovuto governare collegialmente, ma non andò così. Paradossalmente ad accelerare la crisi finale fu la morte di un ex nemico diventato alleato: nel 453 era morto infatti il terribile re degli Unni Attila, sul cui aiuto si contava ad Occidente per tenere a bada gli altri barbari.
L’imperatore Avito, salito al trono dopo il secondo sacco di Roma del 455 ad opera dei Vandali, fu costretto ad attuare una politica accomodante nei confronti delle comunità barbariche che vivevano all’interno dell’impero. A complicare le cose si aggiunsero le relazioni non sempre cordiali tra i due imperatori: l’Occidente, senza l’aiuto di Costantinopoli, non era in grado di tener testa ai suoi nemici e l’Oriente, se anche avesse avuto la volontà di intervenire, combatteva comunque altre guerre sui propri confini. Nel 467 l’impero d’Oriente riuscì ad imporre un proprio candidato all’Occidente che avrebbe dovuto condurre la guerra contro i Vandali, ma il fallimento della campagna accelerò la fine.
Il potere imperiale d’Occidente era ormai ridotto a una parvenza e in questo momento irruppe Odoacre, un comandante romano di origine germanica, che scatenò una rivolta per la suddivisione delle terre in Italia. Il momento era favorevole sia per la debolezza del potere imperiale, sia per il fatto che l’esercito era ormai composto quasi esclusivamente da soldati di origine germanica: Eruli (provenienti dal nord), Sciri e Rugi (dalla parte orientale) affrontarono il romano Oreste nell’Italia settentrionale. Da Milano lo costrinsero a ritirarsi a Pavia per un’ultima difesa, ma nell’estate del 476 la città cadde. Odoacre, che pure era stato un generale agli ordini di Oreste, lo fece giustiziare il 28 agosto a Piacenza.
La marcia proseguì su Ravenna che fu raggiunta il 4 settembre. Qui, dopo aver fatto uccidere anche Paolo, fratello di Oreste, avvenne la deposizione del giovanissimo Romolo Augusto, figlio di Oreste, imperatore d’Occidente da pochi mesi. Gli storici non hanno determinato con certezza i reali motivi per i quali Odoacre risparmiò la vita al deposto imperatore, ma Odoacre fu anche un personaggio contraddittorio: nonostante avesse deposto un sovrano, continuò ad esercitare il proprio potere sostenendone l’origine l’imperiale.
Probabilmente a far nascere tante leggende su Romolo Augustolo fu il suo stesso nome e le scarse notizie a disposizione. Romolo era stato il fondatore di Roma ed Augusto il primo imperatore, come dire due inizi e una fine in una medesima persona e della sua vita dopo il 476 si sa poco: fu relegato sotto sorveglianza in una villa romana nei dintorni di Napoli, pare l’attuale Castel dell’Ovo, ma manca una data di morte certa, per cui Romolo Augusto sembra semplicemente svanito. Anche storici dell’antichità quali Malco, Marcellino e Cassiodoro non dedicarono troppo spazio alla caduta dell’impero, ma lo trattarono in maniera quasi notarile e di Romolo Augusto non parlarono quasi mai.
Le leggende sono però importanti, a volte più importanti del potere stesso e spesso ne costituiscono la legittimazione. Perché allora Odoacre lo risparmiò dopo aver eliminato senza cerimonie il padre, lo zio e quasi certamente anche la madre? Sicuramente poteva trattarsi di un illustre ostaggio da mantenere in vita, o perfino di una presenza per rivendicare la propria legittimità a dichiararsi erede della storia di Roma.
Molto di più insomma del semplice snobismo di un barbaro romanizzato che durante il suo regno mantenne in vita le antiche cariche di consoli, prefetti, magistrati e senatori e cercò di blandire l’antica aristocrazia romana.
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