
Quasi commuove Zelensky che promette la vittoria anche militare, dopo quella politica, sull’invasore russo in nome e per conto della democrazia europea. Se otterrà quei caccia bombardieri che per ora non saprebbe neppure su quale pista intera far atterrare. Mentre il pessimo Putin prepara la campagna di primavera incombente che gli esperti militari occidentali prevedono terribile. Presto, molto prima che arrivino persino i carri armati revisionati promessi, altro che F-16 e persino F-35 sollecitati dalla fantasiosa presidente maltese del Parlamento europeo.
Primo attore e protagonista incontrastato Volodymyr Zelensky, che annuncia all’Europarlamento che, «L’Ucraina vincerà e diventerà membro dell’Ue». Già il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e la presidente della Commissione Ue, Ursula von del Leyen, accogliendo l’ospite all’aeroporto, si erano lasciati un po’ andare: «Benvenuto a casa, benvenuto nell’Ue». In aula insegue la già citata presidente del Parlamento, Roberta Metsola, che va dritta in trincea e chiede -citazione agenzia ANSA-, «di fornire sistemi a lungo raggio e i jet necessari per proteggere la libertà che troppi hanno dato per scontata».
Zelensky, abile comunicatore, gioca anche carte politiche, e ‘svela’: «Abbiamo intercettato i piani della Russia per distruggere la Moldavia, per spezzare la democrazia moldava e stabilire il controllo sul Paese». In attesa di riscontri più solidi, il sospetto diffuso di volere allargare il conflitto sino al coinvolgimento diretto della Nato. Sull’invio dei jet militari occidentali, il capo dell’ufficio presidenziale di Zelensky batte Metsola: «La questione della fornitura di armi a lungo raggio e jet militari all’Ucraina è stata risolta», scrive su Telegram Andrey Yermak, al seguito del presidente ucraino.
E in conferenza stampa del Consiglio europeo, lo stesso Zelensky ha ringraziato i leader «per la disponibilità a fornire i jet», sorprendendo forse anche qualche capo di governo che era assente o distratto, e certamente noi, stampa occidentale, salvata solo dalla virtù del dubbio. La tragedia che diventa commedia, dicevamo all’inizio, avendo qualche esperienza diretta di cosa la guerra vera prepara in Ucraina, molto prima che certe sparate politiche possano aiutare realmente a fermare l’invasione russa e a ridurne le atrocità.
Al vertice dei capi di Stato e di governo della Ue a Bruxelles, Zelensky è arrivato da Parigi assieme al presidente francese Macron dopo il vertice a tre di mercoledì all’Eliseo col tedesco Scholz. Giorgia Meloni esclusa, non l’ha prese molto bene. «È stato inopportuno», ha detto la premier. «Capisco le pressioni di politica interna, ma ci sono momenti in cui ciò rischia di andare a discapito della causa». Macron algido: «La Germania e la Francia, come sapete, hanno un ruolo particolare da otto anni sulla questione dell’Ucraina, penso che stia anche a Zelensky scegliere il formato che vuole per i colloqui diplomatici».
Poi il bacio riparatore di Volodymyr con Giorgia, sperando che la guerra non corra più veloce e feroce dei protagonismi.