Asse Putin-Erdogan a ridisegnare il potere nel mondo di mezzo tra Occidente e Cina. Gas e grano. Ucraina dopo il generale Inverno

Ad Astana, in Kasakistan, Erdogan nel ruolo di mediatore planetario della partita sul gas russo, e non soltanto. Putin propone la Turchia come hub gasiero petrolifero, a calmierare prezzo e assieme beffare le sanzioni Usa-Ue con una triangolazione semi ufficiale da parte di una Paese Nato forte della sua collocazione strategica da far valere.
La Libia turca di stretto interesse italiano.

Da Limes, carta di Laura Canali

Hub del gas in Turchia, e poi del grano. L’Ucraina viene dopo

«Il potenziale hub del gas in Turchia può essere la piattaforma per determinare il prezzo del gas». Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin nel suo incontro con il leader turco Erdogan. Lo riporta Tass.«Alla Turchia arriva la piena la fornitura di gas” perché si è rivelato il partner più affidabile», ha aggiunto Putin secondo quanto riferisce Ria Novosti. Il portavoce del Cremlino: la questione di una possibile risoluzione al conflitto in Ucraina non è stata discussa dai due leader. Così ci dicono.

Russia a Turchia d’Asia dopo i No dell’Europa

«Mi auguro che grano e fertilizzanti russi saranno esportati attraverso Istanbul», ha detto Erdogan durante l’incontro con l’omologo russo. Il presidente turco si è augurato che i prodotti russi possano così raggiungere i Paesi in via di sviluppo. «Siamo determinati a mantenere e rafforzare l’accordo di Istanbul” che ha sbloccato l’esportazione di grano dall’Ucraina e a trasportare il grano e i fertilizzanti russi ai Paesi in via di sviluppo attraverso la Turchia», ha aggiunto Erdogan.

Sfida ad occidente: «I passi che Turchia e Russia prenderanno in questa direzione disturberanno alcuni circoli ma nello stesso tempo renderanno felici i Paesi meno sviluppati», ha aggiunto.

Ucraina e pace secondo Erdogan

«Una pace giusta può essere ottenuta attraverso la diplomazia, non ci possono essere vincitori in una guerra e perdenti nella pace», dice Erdogan e riporta Anadolu, parlando del conflitto tra Mosca e Kiev. «Il nostro obiettivo è che il bagno di sangue finisca il prima possibile», ha aggiunto Erdogan. Ed è quanto ufficialmente risulta detto sulla crisi internazionale chiave. Scontata bugia, con intreccio di segnali tutti da interpretare. Comprese le pressioni sull’Ucraina a moderare i toni del suo presidente.

Ucraina nella Nato, l’indigeribile resta

L’Ucraina e la Nato. «L’adesione dell’Ucraina alla Nato può portare alla Terza guerra mondiale e la stessa Alleanza atlantica lo capisce», ha detto il vice segretario del Consiglio di Sicurezza russo, Alexander Venediktov in un’intervista alla Tass. «Con l’adesione dell’Ucraina alla Nato entrerà in vigore il quinto articolo sulla difesa collettiva e la stessa Nato comprende la natura suicida di questo passo».

E Putin rilancia parlando all’Asia

Putin: «Il mondo sta diventando multipolare, con nuovi centri di potere che si rafforzano in Asia e Mosca è favorevole alla creazione con altri Paesi asiatici di un sistema di sicurezza alla pari e indivisibile e si impegna al massimo per il suo sviluppo». «Compiamo tutti gli sforzi insieme agli altri Stati asiatici per sviluppare un sistema di sicurezza alla pari e indivisibile basato su principi universali e riconosciuti del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite, ha affermato il leader russo».

Ma il vero protagonista è turco

È il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, il “sultano di Istanbul”, si conferma il grande manovratore di partite non solo militari, che non si limitano cioè al confronto sul campo di battaglia ma toccano diversi punti nevralgici e questioni di portata diplomatica, economica e commerciale. In primis, appunto, il gas esportato dal Cremlino, gli approvvigionamenti energetici verso l’Europa.

Per noi Italia, anche la Libia turca

Turchia padrona del petrolio mediterraneo senza avere pozzi. L’intesa energetica di dieci giorni fa con il governo di Dabaiba serve molteplici interessi tattici di Erdoğan: Ankara consolida la propria centralità nella partita libica, aumenta la pressione sulla Grecia e costringe gli Stati Uniti a non reagire troppo alle novità di oggi ad Astana.

Turchia snodo energetico afro-eurasiatico

Dal 2023 inizierà lo sfruttamento dei giacimenti di gas scoperti da Ankara nel Mar Nero, mentre l’Anatolia resta fondamentale per il transito degli idrocarburi russi e al contempo dei flussi di gas azerbaigiano mediante i quali gli europei intendono ridurre la propria dipendenza energetica da Mosca. In prospettiva, dal territorio turco potrebbe passare anche il gas turkmeno, iraniano, iracheno e israeliano.

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