Un Antonov semisegreto da Cagliari ad Abu Dhabi trasportando cosa?

Probabile segreto di Stato, e anche abbastanza sporco, ma svelandolo sulla base di ‘fonti aperte’, occhi, orecchie e un po’ di cervello che sanno collegare ciò che si vede e si sente, non è certo reato. Ottimo giornalismo dell’Unione Sarda che ci racconta del volo super segreto di un gigantesco a anonimo Antonov.
Un parcheggio seminascosto dell’aeroporto di Cagliari-Helmas, un segretissimo carico, e un volo a trasponder spento (senza lasciar traccia) verso Abu Dhabi, dai cui arsenali lo Yemen riceve da oltre un decennio, bombe da diversi destinatari, facendo sempre da bersaglio.

 

Antonov, codice Nato ‘Condor’, l’aereo cargo più grande del mondo

Gigante dell’aria, l’aereo cargo più grande al mondo. Nella sua ‘stiva’ fuori misura può caricare di tutto: aerei, elicotteri, treni, carri armati. Il peggio dell’industria bellica mondiale in commercio, da far volare da una parte all’altra del mondo. Nato come braccio volante della grande potenza militare sovietica, versione industriale ucraina dove ere sovieticamente montato, e che ora diventa parte del «trasporto strategico Nato», via noleggio dalla «Salis Gmbh». Aerei ‘civili’ per carichi molto militari e riservati.

Per loro -primo distinguo- vietato rendere noto decollo e atterraggio, l’aeroporto di partenza e peggio quello di arrivo. Nessuno, oggi più che mai, deve sapere quando e dove. Ma i bravi colleghi dell’Unione Sarda, hanno occhi e orecchie buoni e ottimo cervello.

Cagliari-Elmas, 24 gennaio 2024

Nessuno o quasi deveva sapere il motivo di quell’atterraggio sulla pista 14 dello scalo cagliaritano. 11,40, ‘orario deserto’: zero voli attorno e parcheggio in un’area appartata: «Apron Sud»,dove il gestore aeroportuale bloccherà totalmente ogni accesso, «spazio per le operazioni di carico dell’aeromobile in questione». La stiva dell’Antonov è vuota quando atterra, ma è stracarica quando decollerà il giorno dopo.

Vigilanza dall’alto

Cieli turbolenti sul cagliaritano tra il 24 2 il 25 gennaio. L’elicottero Leonardo AW139 che sorvola a ripetizione le pendici del Marganai, a ridosso della fabbrica tedesca di bombe di Iglesias-Domusnovas. Giri e su e giù dalla base di Decimomannu. Non passa inosservato nemmeno il caccia ‘Alenia Aermacchi’ che presidia la costa tra Carloforte, Portoscuso, Iglesias e Buggerru. Rotte apparentemente senza un perché, fuori dalle basi militari, tra coste e centri abitati.

Mission Mar Rosso

Il 25 l’Antionov carico di pesanti misteri decolla con destinazione sconosciuta. Il segnale satellitare, ha per tutta la missione il codice N/A, ‘destinazione non dichiarata’. Ma il fronte investigativo dell’Unione Sarda, Mauro Pili, colpisce meglio di una contraerea. «Dopo aver sorvolato l’Egitto, circumnavigando alla larga il Mar Rosso e la Striscia di Gaza, costeggiando i confini dell’Arabia Saudita, alle 20.28, ora italiana, l’aereo ha toccato il suolo della ‘Al Reef Base’, l’aeroporto militare di Abu Dhabi, direttamente connessa con l’hub aeroportuale della capitale degli Emirati Arabi. Lo stesso scalo dal quale, sino a tre anni fa, decollavano i caccia degli emiri che, insieme a quelli sauditi, hanno scaraventato migliaia di bombe, le micidiali MK prodotte in Sardegna dalla tedesca Rwm, sulle povere e indifese popolazioni dello Yemen».

Il carico dell’Antonov è secretato, ma la gestione dell’intera operazione sarda verso il Medio Oriente lascia pochi dubbi.

Via libera alle bombe? Legge, fuorilegge e presa in giro

Il Governo italiano, nell’ultimo Consiglio dei Ministri prima delle vacanze estive, fine luglio 2023, aveva dato il via libera alla ripresa delle forniture belliche dalla fabbrica tedesca-sarda a due dei Paesi più guerrafondai della penisola araba, l’Arabia Saudita e appunto gli Emirati Arabi Uniti. Eppure la legge 185 del 1990 è chiara: è vietato per l’Italia fornire ‘strumenti di morte’ ad eserciti stranieri in guerra. Finita ogni guerra in Medio Oriente?

Con una ‘intempestività’ esemplare il governo italiano ‘forza la legge’ e autorizza nuovamente quel traffico di bombe tedesche, prodotte in terra sarda, verso un’area geografica dove si rischia da un momento all’altro un’escalation militare incontrollabile e senza precedenti.

Affari trasversali

Il ‘trasversalismo’ bellico dell’industria tedesca in terra sarda non guarda in faccia nessuno: in un solo colpo i nostri -tedesco sardi- sono in grado di fornire le micidiali bombe Mk sia agli amici che ai nemici di Israele. E non ci vuole molto ad attualizzare lo scacchiere mediorientale al traffico di bombe prodotte in Sardegna. Sia Arabia Saudita che Emirati Arabi forse non possono essere considerati alleati stretti di Israele, ma combattono da sempre combattono gli Houthi nello Yemen, a loro volta sostenuti dall’Iran.

Qualche drone in aggiunta non guasta

Utile ricordare che la Rwm di Domusnovas ha il corso anche un favoloso accordo commerciale e produttivo per la moltiplicazione dei micidiali droni d’attacco su licenza della potentissima industria bellica israeliana Uvision, velivolo ‘intelligente’ capace di puntare e devastare un bersaglio a centinaia di chilometri di distanza.

Cagliari e Sardegna bassi militari

«Un’escalation bellica che sta trasformando, nel silenzio di tutti, l’aeroporto di Cagliari, e dunque la Sardegna, in un vero e proprio ulteriore presidio militare». Come e quando?

Dai primi di gennaio, l’arrivo dei tre cargo americani, i Grumman C-2A, dalla portaerei più grande del mondo, la ‘USS Gerald R. Ford’, di stanza nel Medio Oriente, e l’Antonov ex russo con un nuovo carico ‘esplosivo’ destinato all’inferno del Mar Rosso. La Sardegna, ancora una volta, e sempre di più, suo malgrado, crocevia degli affari di guerra e di morte.
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