Sia i carri armati Leopard tedeschi sia gli americani Abram, ma solo qualche decina e con tempi lunghi di consegna e poi di difficile addestramento ad usarli. Una doppia mossa che minaccia di alterare in modo definitivo gli equilibri sul campo di battaglia a favore di Kiev. Forse, perché a Mosca non sono certamente rimasti fermi. Solo, con armamenti più moderni da schierare in campo?
Mosca ha utilizzato armi per lo più obsolete, quasi sempre risalenti ai tempi della dissolta Unione Sovietica. Lasciando però capire che, se lo riterrà necessario, potrebbe ricorrere alla carta nucleare. E ciò a dispetto degli avvertimenti Usa e Nato e dei sempre più riluttanti alleati cinesi. Xi Jinping ha in più occasioni ribadito di essere del tutto contrario all’uso delle armi atomiche.
Difficile sapere fino a che punto la Federazione Russa ascolterà il parere di Pechino. Il problema è che, come giù molti hanno rilavato, Putin non può perdere la faccia subendo una sconfitta in Ucraina. E diventa possibile (per non dire probabile) che i “falchi” del Cremlino prendano il sopravvento spingendo sino all’utilizzo di armi nucleari tattiche.
E, a quel punto, il temuto scontro diretto tra Nato e Usa da un lato, e Federazione Russa dall’altro, diventerebbe una possibilità concreta, trasformando un conflitto ragionale in guerra mondiale, eventualità più volte citata da Papa Francesco.
Il vero promotore dell’invio dei nuovi e più potenti tank è il presidente Usa Joe Biden, che come sempre oscilla tra prudenza e aggressività. Adesso quest’ultima è risultata vincente, e l’invio dei carri americani ha di fatto sbloccato anche quello dei tank tedeschi.
Occorre tuttavia chiedersi fino a che punto sia utile tale mossa. Essa può consentire agli ucraini di vincere altre battaglie sul campo, aiutandoli forse a liberare alcune aree del Paese ora occupate, ma non a vincere una guerra di lunga durata.
Ma la sfida occidentale e soprattutto americana può pure rafforzare chi a Mosca è disposto ad utilizzare il grande arsenale atomico per dare una svolta definitiva al conflitto. E già adesso spinte ‘fuori ordinanza’ anche in casa Nato, vedi Polonia e i baltici). Con la possibilità che, agendo in questo modo, la guerra si allarghi per davvero all’intera Europa se non addirittura a minacciare, forse, anche al territorio Usa
Nel frattempo a Kiev sono emerse numerose sacche di corruzione che hanno costretto/permesso a Zelensky di far fuori molti esponenti di spicco dell’establishment ucraino. I maligni aggiungono che gli hanno pure consentito di disfarsi degli oppositori interni, in attesa di vederlo, da bravo attore qual è, sugli schermi del Festival di Sanremo.
È chiaro che il conflitto durerà a lungo, salvo la sciagurata ipotesi di guerra nucleare. La prudenza tedesca, piegata dalle pressioni USA, ormai non esiste più, e in Europa si è scatenata una sorta di corsa a chi più e meglio si muove sulla linea americana di contrasto aperto alla Russia aspettando la Cina.
In primavera una ‘grande offensiva russa’. Guerra nucleare o mondiale, cosa può succedere? L’Occidente manda tank all’Ucraina perché è sicuro che in primavera ci sarà una grande offensiva della Russia che non arriveranno in tempo: c’è il rischio di una terza guerra mondiale potenzialmente nucleare, dimenticando che a rischio non ci sarebbe solo il futuro dell’Ucraina o della Russia, ma del genere umano in toto.
Per il nostro ministro della Difesa Guido Crosetto, sarebbe giustificata la fretta di fornire nuove armi all’Ucraina dal fatto che Vladimir Putin potrebbe vincere la guerra in quanto starebbe per ‘lanciare l’attacco finale’.
Per diversi analisti la Russia avrebbe passato gli ultimi mesi a riorganizzarsi dopo le sconfitte di fine estate nel Donbass, con nuovi armamenti, per rilanciare il proprio attacco in primavera. Altre voci invece parlano di un Volodymyr Zelensky pronto con il ritorno della bella stagione a riprendere la sua controffensiva forte degli aiuti in arrivo dai Paesi Nato.
In questo scenario, lo spettro della terza guerra mondiale continua ad aleggiare sopra i cieli del Vecchio Continente, visto che in Ucraina sembrerebbe che sia stata imboccata una strada che porti soltanto a una soluzione militare del conflitto in corso da quasi un anno.