L’arroganza giuridica svedese, il Corano bruciato, e la Nato si allontana

Il rogo del Corano fuori dalla moschea di Stoccolma con la polizia a difenderlo, dopo la sentenza della Corte d’Appello secondo cui la polizia non poteva vietare la libertà di espressione anche se per rischio di attentato. Poco dopo la polizia ha arrestato un uomo che ha lanciato una pietra contro quella ostentata offesa religiosa.

«La prima volta che tu m’inganni la colpa è tua, ma la seconda volta sarà solo mia».

‘Un formidabile errore’, se non di peggio

Ennio Flaiano avrebbe detto: «Questo non è solo un delitto, è anche un formidabile errore». Dunque, gli svedesi hanno bruciato in piazza una copia del Corano. Per sfregio, a due passi da una moschea dove si celebrava una festa della tradizione islamica. Con l’incredibile, quasi orwelliano, contorno di una polizia che, di fatto, doveva ‘proteggere’ l’autore della provocazione. Il vigliacco e inutile affronto, rivolto a due miliardi di musulmani, ha avuto il via libera dalle Corti d’Appello della civilissima Svezia. Insomma, un pastrocchio incredibile, partorito dalle zoppicanti istituzioni di una moderna democrazia industriale, che avremo modo di chiarire nei suoi risvolti più sorprendenti. La prima valutazione che va fatta, però, è quella sugli effetti geopolitici di questa allucinante pantomima, che assomiglia tanto a uno di quegli ‘autodafè’ tipici della Santa Inquisizione.

La Turchia Nato indignata

La Turchia è in subbuglio. Erdogan ha il dente avvelenato con Stoccolma già da un pezzo e ne ha bloccato la procedura di accesso alla Nato. Questa ulteriore manifestazione di ostilità verso l’Islam, attuata nei fatti, con l’imprimatur delle autorità scandinave, potrebbe far saltare definitivamente il banco. E potrebbe avvelenare i rapporti proprio a 15 giorni di distanza dal vertice di Vilnius, in Lituania, dove si discuterà, appunto, della domanda d’ingresso presentata dal Paese nordico. Per la verità, le resistenze turche riguardavano principalmente il rifugio dato a combattenti curdi qualificati come ‘terroristi’. Ma nelle critiche rivolte agli svedesi, si sottolineava ripetutamente anche il loro atteggiamento, non proprio benevolo, nei confronti del mondo musulmano. E il rogo del Corano di ieri cade proprio a proposito, per alimentare nuove furibonde polemiche.

Il Ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha detto: «Condanno l’atto spregevole commesso in Svezia contro il Corano, il nostro libro sacro, durante il primo giorno dell’Eid-al-Adha, la Festa del sacrificio celebrata dai musulmani in tutto il mondo. È inaccettabile permettere queste azioni, dietro il pretesto della libertà di espressione, tollerare un atto atroce di questo tipo significa esserne complici».

Erdogan e la Nato arrogante del nord

In serata, attraverso il suo portavoce, Farhettin Altun, è arrivata anche la reazione di Erdogan, durissima, che non promette nulla di buono, né per la Svezia e manco per la Nato. «Coloro che cercano di diventare nostri alleati della Nato – recita il comunicato – non possono tollerare o permettere comportamenti distruttivi da parte di terroristi islamfobi o xenofobi. Chiunque permetta queste cose – ha aggiunto il portavoce di Erdogan – ne diventa complice. Le autorità svedesi dovrebbero prontamente agire e adottare una posizione chiara contro il terrorismo in tutte le sue forme, non possono nascondersi dietro la scusa della libertà di espressione». E ha concluso dicendo che in una società civilizzata «la lotta al terrorismo è un dato fondamentale è un prerequisito di base per qualsiasi alleanza seria». Quest’ultimo riferimento è chiaramente rivolto alla domanda di Stoccolma di entrare nella Nato e fa presagire ulteriori resistenze da parte di Ankara.

Turchi, vichinghi e americani

Ma come si è arrivati a questo punto, con Biden che tesse pazientemente la tela diplomatica, per tenere buoni i turchi, e gli svedesi che invece si muovono come degli elefanti in un negozio di cristalleria? Beh la questione è vecchia, e il razzismo strisciante che cova sotto la cenere, in certi ambienti di questo Paese, fa il resto. Però, in questo caso, è tutto il sistema istituzionale dello Stato scandinavo che traballa. Mettiamola così: i nipotini dei feroci vichinghi non sono certo raffinati maestri di diritto costituzionale. Anzi. Ragion per cui, quando si avventurano in queste procellose acque, con le loro ‘drakkar’ d’assalto, corrono il rischio di finire sugli scogli. Come in questo caso. Che vuol dire? Significa che la Corti d’Appello svedesi e, ovviamente, a cascata, i tribunali amministrativi, hanno stabilito che «bruciare il Corano è lecita libertà d’espressione». Alla faccia, ovviamente, di chi, invece, le ferite se le ritrova inferte nello spirito. Trattasi, ritengono, evidentemente, gli eminenti giuristi venuti dal freddo, di preoccupazioni ormai passate di moda. Nel mondo attuale (pensano loro) non contano più le cose che non si vedono.

Tra arroganza e stupidità la libertà di offendere

Le ‘libertà’ vengono sempre e comunque prima, anche se sono ‘licenze’, magari di sputacchiare sui simboli più sacri. Conto ‘io’, non ‘loro’. Bene, però, da domani, la Svezia dovrà fare altri tipi di calcoli, senza strepitare e pigliandosi le sue responsabilità. È stata rigorosamente ‘neutrale’ al tempo della Guerra fredda, attentissima a non scontentare nessuno e a guardarsi solo la sua greppia. Nato? Non gliene dovevi parlare. Guai a turbare l’Unione Sovietica: stare in mezzo significava, in fondo, stare al sicuro e dire agli altri ‘vedetevela voi’. Oggi la nevrosi bellicistica di Putin, però, ha cambiato anche i punti di vista di Olaf il Vichingo. Un braccio più lungo e un braccio più corto, ora alla Svezia fa comodo stare nella Nato.

Mettano da parte, i nostri gelidi e lontani parenti del Nord Europa, i dolci endecasillabi sulla libertà e la democrazia. Non vedono l’ora di entrare nell’Alleanza atlantica perché hanno i sudori freddi alla schiena. E il ‘pass’ lo devono cercare a quello stizzoso di Erdogan, il ‘califfo’ turco, che è un autocrate, ma è pure un musulmano. E conosce bene pure i proverbi dell’Islam: «La prima volta che tu m’inganni la colpa è tua, ma la seconda volta sarà solo mia».  

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