Gran Bretagna, guerra contro i migranti, carcere e deportazione in Ruanda, mentre cercano mano d’opera

‘Immigration Bill’, legge razzista alla quale il premier britannico di origini indiane ma miliardario, affida le sorti elettorali dei conservatori semidistrutti dai premier precedenti e dati per spacciata alle prossime elezioni. Immigrati clandestini ‘catturati’, sbattuti in carcere per almeno 28 giorni, e poi deportati in Ruanda ‘o in qualche altro Paese sicuro’, (sicuro per l’Inghilterra). Navigazione parlamentare che si preannuncia turbolente e incerta. Oggi Sunak incontra Macron in Francia per discutere ‘sulla difesa’ della Manica.
Mentre si aprono le porte alla migrazione ‘virtuosa’, quella utile e loro, per far fronte alla crisi economica galoppante.

Sul fronte della Manica

Oggi, in Francia, per incontrarsi con il Presidente Emmanuel Macron, arriva (e di gran corsa), il Primo ministro britannico Rishi Sunak. Il meeting era stato arrangiato da tempo, ma consistenti divergenze di vedute tra i due Paesi, su alcuni nodi di scottante attualità (in primis, la disciplina dei flussi migratori) hanno consigliato di rispettare l’appuntamento, andando subito al sodo. I rapporti franco-inglesi non sono tanto cordiali perché ci sono dissapori, cresciuti in maniera esponenziale dopo la Brexit. Le lunghe negoziazioni sul versante finanziario e commerciale con Bruxelles, il problema delle zone di pesca, lo sgarbo (“concorrenza sleale” secondo Parigi) relativo ai sottomarini nucleari da vendere all’Australia, sono tutte ferite aperte, che stentano a rimarginarsi. A questo “cahier de doleances”, si aggiunge adesso un’emergenza che sembrava dovesse toccare solo agli altri: l’Inghilterra (urlano a Downing Street) sta per essere invasa. Dai migranti. Che partono ‘illegalmente’ dalle coste della Francia, a bordo di tutto quello che galleggia, fosse pure una vasca da bagno, tanta è la disperazione.

L’invasione d’Inghilterra

A Londra non li vogliono e studiano leggi da Sant’Uffizio. Ergo, l’accoglienza è una bella cosa, ma solo quando la fanno gli altri, perché costa. Non lo diciamo noi, ma lo affermano i commentatori dall’autorevolissimo Times: «Sunak dovrebbe accettare le richieste di Macron – scrive il giornale – avendo fatto della riduzione degli attraversamenti una delle principali priorità del governo. I costi saranno di gran lunga inferiori ai 5,6 milioni di sterline al giorno che il governo sta spendendo per alloggiare i richiedenti asilo negli hotel, escludendo quelli che sono arrivati grazie al programma di reinsediamento afghano». Ma su cosa battaglieranno oggi i due statisti? Presto detto. Sunak rifiuta qualsiasi ipotesi di accogliere i migranti che sbarcano senza rispettare le procedure. Quindi, sta facendo passare una ‘legge di guerra sui respingimenti’, che ha già suscitato reazioni sanguinose. Macron, da parte sua, rifiuta di riaccogliere i ‘respinti’, anche se sono salpati dal territorio francese.

Migranti a macchia d’olio

Si tratta, dicono i transalpini, di migranti che si spargono a macchia d’olio dopo essere entrati in Europa, attraverso la rotta balcanica o quella mediterranea (Italia, Spagna, Grecia) e che infine convergono, usando la Francia come un collettore ad ansa, verso il Pas-de-Calais. Ma Sunak, come già detto, ha incaricato la Ministra dell’Interno, Suella Braveman, di presentare una disciplina che preveda misure draconiane per sanzionare gli ingressi clandestini. Contemporaneamente, forse si deciderà a sostenere l’istituzione di pattuglie congiunte, anglo-francesi, per impedire la partenza dei migranti da tutta la fascia costiera che da Calais va a Dunkerque, fino a Boulogne sur Mer. Sunak, d’accordo con la Braverman, impedirà a qualsiasi clandestino di presentare domanda di asilo o di rifugiato politico.

Carcere e deportazione in Ruanda

Tutti quelli catturati, saranno sbattuti in carcere per almeno 28 giorni, dopodiché saranno deportati in Ruanda “o in qualche altro Paese sicuro” (per loro o per l’Inghilterra?). L’attuale governo conservatore è però pronto a discutere, con l’Unione Europea, eventuali ‘misure comuni’. Quali non si sa. Detto per inciso, a Westminster, Lords e ‘Members of parliament’ stanno denunciando il fatto che, l’anno scorso, sono sbarcati attraverso la Manica 45 mila ‘boat-people’. Cioè, detto fra di noi, quasi niente. Specie se queste cifre sono confrontate con quelle di Paesi come l’Italia. E tornano alla memoria le bacchettate che qualcuno, nell’Europa del nord, ha distribuito, in passato a proposito dei flussi di disperati che attraversano le acque del Mediterraneo. Un problema per tutti i governi del Sud, aggravato da un Trattato di Dublino studiato col paraocchi. Ora che il problema si è spostato anche nell’Europa carolingia, beh, se ne accorgono e cercano di correre ai ripari.

L’Europa Carolingia

Chi sbarca in Inghilterra è (per ora) di un piccolo esercito di variegate etnie, confluito nel nord-est della Francia (zona del Pas-de-Calais) da tutta Europa, a piccoli gruppi. Cercano il ‘grande salto’, varcare il Canale, con imbarcazioni di tutti i tipi, per ricongiungersi, nel Regno Unito, con parenti e amici. Ovviamente, senza seguire le severe procedure di ‘accettazione’ (è un eufemismo) previste dalla burocrazia britannica. Parliamo insomma (anche se il termine ci ripugna) di ‘clandestini’, che una volta riusciti a mettere piede nelle Isole di Sua Maestà, dovrebbero già avere acquisito tutti i requisiti per essere trattati da ‘richiedenti asilo’. Ma La Gran Bretagna regola le richieste di asilo soltanto con paesi che rientrano nei propri interessi ‘geopolitici-imperialistici’: l’Ucraina, l’Afghanistan e Hong Kong.

Sunak e la Braverman, si vogliono rimangiare tutto quello che la democrazia britannica predica solo quando le conviene. Lo ha ribadito anche l’ex stella del calcio inglese, Gary Lineker, scatenando un uragano di polemiche, nel definire alla BBC la legislazione che sta per essere introdotta sui migranti, degna della Berlino degli Anni Tranta.

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