Sui carri armati occidentali all’Ucraina: idee confuse e bugie

Confusione tra tante bugie e incerte realtà. «Il dibattito in Occidente sulle forniture di armi pesanti all’Ucraina sta divenendo sempre più frenetico e a tratti persino surreale», la fotografia senza sconti ma senza montature di Analisi Difesa. Mentre al mercatino miliardario delle armi la creatività corre: paventare una spaventosa sconfitta per poi promettere una clamorosa vittoria. Nuove armi permettendo.

La guerra vera, bugie a parte

Naturale e ben comprensibile la serrata pressione di Kiev per ottenere armi e denaro paventando disastri militari preannunciando ulteriori mobilitazioni di centinaia di migliaia di soldati russi, salvo nuove armi per un clamoroso contrattacco vincente. Restiamo all’annuncio da parte degli ucraini dell’imminente richiamo in servizio da parte di Mosca di altri 500 mila riservisti russi. Affermazione smentita dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ma ormai il credere e a chi, non è legato alla logica o alla verifica dei fatti, dove possibile, ma è diventato atto di fede e di appartenenza.

Dubbi militari italiani

Il generale Marco Bertolini all’agenzia di stampa Adnkronos, ripreso da Gianandrea Gainai: «L’affermazione dell’intelligence di Kiev sul reclutamento di altri 500mila uomini da parte di Mosca lascia un po’ il tempo che trova. Potrebbe avere alle spalle esigenze ucraine di carattere generale: forse per sollecitare un maggiore impegno, un maggior coinvolgimento da parte dell’Occidente che come sappiamo invece è in difficoltà. Stanno emergendo le carenze di mezzi negli eserciti occidentali, soprattutto europei, a fronte delle richieste ucraine», ha aggiunto Bertolini.

L’annuncio potrebbe essere quindi un ‘captatio benevolentiae’ nei confronti degli occidentali per chiedere qualcosa di più. E anche un modo per mettere le mani avanti, perché la situazione da un punto di vista tattico, nel settore orientale, non sta andando molto bene per gli ucraini.

La valutazioni militari senza la politica

«Nella zona di Bakhmut i russi stanno ottenendo progressi territoriali in aree strategicamente molto importanti, per le quali, per altro, i russi non stanno ancora utilizzando le riserve che avevano già mobilitato, i 300mila uomini. E lo stanno facendo con le forze che avevano in precedenza e con la Wagner», riferiscono gli analisti militari e riporta Analisi Difesa. E se il dato, così come a noi risulta, è oggettivo, la azioni politiche di Kiev e degli Stati Uniti che ne indirizzano l’azione militare, la polemica sui carri armati europei di prima o di seconda mano, e persino le dimissioni costrette della ex ministra alla Difesa tedesca, si chiariscono.

Facilonerie del dare

L’impressione è che per molti ministri e leader europei, il tema dell’invio di armi e soprattutto di sistemi complessi come veicoli corazzati, missili da difesa aerea e ora anche i carri armati da combattimento, vedi i Leopard 2 tedeschi, venga affrontato come se si trattasse di rinnovare una flotta aziendale con auto e furgoni di diverso modello. Mentre i militari esperti provano a spiegare quali tempi, investimenti e preparazione richieda l’ingresso in servizio di un nuovo mezzo o sistema d’arma in una forza armata, specie in una struttura militare come quella ucraina che ha in uso forse il più vasto e pasticciato modello di armi mai usato da uno stesso esercito.

Quando i civili si fanno generali

Il 9 gennaio Marcus Faber, deputato del Partito liberaldemocratico, ha sostenuto che la Germania deve fornire anche carri armati Leopard all’Ucraina. Faber ha dichiarato che «I carri armati moderni sono uno degli argomenti più convincenti per le truppe d’invasione russe affinché avviino il loro ritorno a casa». Inoltre, su Twitter, l’esponente politico ha scritto che «180 carri armati Leopard 1 –il vecchio modello-, attendono i permessi di esportazione dell’esecutivo federale presso i depositi dell’industria della difesa tedesca».

Scemenze

«Ipotizzare che 180 carri Leopard 1, radiati dai ranghi della Bundeswehr 20 anni or sono, possano indurre i russi a darsela a gambe e fuggire dall’Ucraina offre uno spaccato della consapevolezza con cui gran parte della classe politica tedesca e non solo tedesca sta affrontando il tema della guerra e delle forniture all’Ucraina», l’amaro commento di Analisi Difesa, nel silenzio degli ignavi su addestramento, logistica, supporto…

Con i Leopard 1 che rappresenterebbero il sesto tipo di carro armato in dotazione all’esercito di Kiev che ha impiegato finora solo tank di tipo russo/sovietico.

Cose serie o solo fumo negli occhi?

Il 9 gennaio il vice cancelliere tedesco Robert Habeck aveva dichiarato che il governo non esclude in futuro di inviare i più moderni carri Leopard 2. Ed è la partita politico militare che ha portato due giorni fa alle dimissioni della ministra delle Difesa. Ma uno dice e l’altro frena. La portavoce del ministero della Difesa tedesco aveva escluso al momento che la Germania possa inviare carri armati Leopard 2 all’Ucraina. Il vice premier «non esclude che in futuro…». Cambia ministro e portavoce, e i carri armati escono di colpo dal garage? Confusione se non addirittura malafede.

Aggravata dal fatto che i sofisticati Leopard 2 richiederebbero un lungo addestramento per preparare equipaggi e tecnici addetti alle manutenzioni ucraini a gestire il mezzo e le sue dotazioni.

Dai Leopard tedeschi ai Challenger britannici

L’asse anglo americano. Il Regno Unito sta valutando la possibilità di fornire, per la prima volta, all’Ucraina carri armati britannici per combattere le forze russe. ‘Discussioni in corso da alcune settimane’, sulla consegna di un certo numero di carri armati Challenger 2 dell’esercito britannico. Una settimana fa il portavoce del primo ministro Rishi Sunak, ha precisato che il governo non ha ancora preso una decisione definitiva sulla possibile fornitura di carri armati Challenger 2 all’Ucraina. Altro armamento datato (1993 -2002) e incerto.

Solo gli Stati Uniti potrebbero

«In realtà solo gli Stati Uniti sarebbero oggi in grado di riequipaggiare interamente e in modo organico e strutturato le forze corazzate e meccanizzate ucraine utilizzando le ingenti quantità di carri M1A1/2 Abrams (2.650 in servizio e 3.500 in riserva) e veicoli da combattimento M2A2 Bradley (4.500 più altri 1.700 in riserva) di cui l’US Army dispone». Tanta ‘roba’, tanti soldi, e tempi lunghissimi per addestrare. E poi anche munizioni, motori, e nuove tensioni con Mosca ad aumentare il rischio di un confronto diretto.

Più facile ed opportuno scarivare il problema sull’Europa, sapendo che comunque non se ne verrà di fatto a capo in tempo utile per un guerra che è già durata troppi morti, troppe distruzioni, e gravi danni economici nel mondo.

***

AVEVAMO DETTO

Articolo precedente

Davos, la vergogna dei più ricchi e incapaci del pianeta

Articolo successivo

Rischio di conflitto infinito in Ucraina, ‘guerra permanente’ come molte altre nel mondo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Most Popular

Remocontro