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Oggi in Italia quasi lutto nazionale. Nota dalla Presidenza del Consiglio, «in occasione delle esequie solenni del papa emerito Benedetto XVI, è disposto l’imbandieramento a mezz’asta delle bandiere nazionale ed europea sugli edifici pubblici dell’intero territorio nazionale». Riguardo riservato a poche figure istituzionali o comunque di cittadini italiani illustri. Ratzinger non pare rientrare in nessuna di queste categorie, salvo la eventuale malizia di volerlo vedere come omaggio al papa alternativo al regnante Bergoglio. E le bandiere giallo-bianche con al centro le chiavi di san Pietro e la tiara papale non sono state abbassate.
Ieri si sono conclusi i tre giorni durante i quali il corpo di Benedetto XVI è stato esposto nella basilica di San Pietro per l’ultimo saluto di fedeli e turisti. Circa 60 mila persone al giorno –annota la cronaca-, il doppio di quelle che aveva previsto il prefetto di Roma, «ma un decimo di coloro che nel 2005 accorsero a Roma per la morte di Giovanni Paolo II». Delegazioni dei Paesi di mezzo mondo, tutte a titolo privato perché non si tratta di esequie di Stato, tranne le due espressamente invitate: quella italiana, guidata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella (presenti anche la premier Meloni e l’ex Draghi), e quella tedesca, con il presidente Frank-Walter Steinmeier.
«Benedetto XVI è stato un grande maestro di catechesi, il suo pensiero acuto e garbato non è stato autoreferenziale, ma ecclesiale», lo ha ricordato papa Francesco. Meno garbata l’iniziativa di monsignor George Gänswein, segretario particolare di Ratzinger che, intervistato dal quotidiano cattolico tedesco Die Tagespost, si è lasciato andare a una dichiarazione contro Bergoglio. «ll ‘motu proprio’ di Francesco che impose limitazioni alle messe in latino lo ha colpito molto duramente, penso che abbia spezzato il cuore di Benedetto XVI».
Quindi monsignor Ganswein al centro dello scontro tra i tradizionalisti e i bergogliani. Aver parlato del dolore di Benedetto per la scelta del successore di scoraggiare le Messe in latino prima ancora che si celebrassero i funerali è stato visto da alcuni come un gesto di imprudenza. «E le ali più radicali del cattolicesimo stanno estremizzando le divergenze reciproche da tempo», sottolinea molta stampa internazionale. «La filiera più ortodossa del cattolicesimo è in fermento, e ora che manca il diaframma moderatore di Ratzinger, promette di tracimare».
Il pericolo, ora, è che senza la barriera protettiva dell’Emerito, «le persone ferite da Francesco» che andavano «a curarsi al Monastero», come ha dichiarato con parole dure il cardinale tedesco Gerhard Muller, siano tentate di organizzare una fronda contro il pontefice argentino.
https://www.internazionale.it/opinione/john-hooper/2022/12/31/ratzinger-papato-paradossale?
Le dimissioni di Benedetto XVI, annunciate l’11 febbraio, segnano la fine di un pontificato infelice e discusso durato otto anni. Joseph Ratzinger è arrivato alla più alta carica della gerarchia cattolica con la fama di intellettuale provocatorio e conservatore. I messaggi che ha cercato di trasmettere, però, sono stati smorzati da una serie di polemiche che lui stesso ha contribuito ad alimentare e dallo scalpore suscitato, soprattutto in Europa, dagli abusi sui minorenni commessi dai sacerdoti.