
In mezzo tra Israele e Libano ci sono circa 1.300 militari italiani sotto le bandiere dell’Onu che dovrebbero fare da cuscinetto per evitare che ci sia un peggioramento della situazione. «Una situazione complicata», e ancora una volta la Farnesina è costretta ad astenersi dal dire qualcosa che abbia significato. Dalla parte militare sostengono che «La soglia di allerta è stata elevata e i bunker, così come i radar, sono tenuti pronti per ogni evenienza». Il 15 ottobre, un razzo ha colpito la base Unifil di Naqoura, nel sud del Libano, senza fare vittime e grossi danni. Tra errore ed avvertimento.
Ma Roma con la stellette prova a rassicurare: «Esiste un piano di evacuazione potrebbe portare in salvo i militari in poche ore». Anche se rimanere (il coordinamento dei 3.600 caschi blu dell’operazione Leonte è affidato proprio al nostro esercito) e diventa un freno di rilievo alla temuta estensione del conflitto.
Sono tornati invece a casa i 22 Carabinieri del contingente italiano a Gerico, in Cisgiordania. Il ministro della Difesa li ha richiamati in seguito alla situazione sempre più rischiosa nei territori tra Israele e Palestina. La missione dei militari dell’Arma aveva preso il via ufficiale lo scorso 25 settembre per addestrare le forze di sicurezza dell’Autorità Nazionale Palestinese. Era la 16esima edizione della Miadit, la Missione Addestrativa Italiana che ha preso il via in Palestina nel 2014.
Primo intervento
1978, guerra di occupazione israeliana di una fascia del territorio libanese sino al fiume Litani, inviati i caschi blu dell’ONU (Missione Italcon) per creare una fascia di sicurezza molto all’interno del territorio libanese.
Secondo intervento
Guerra del Libano 1982, raggiunto un accordo e forze militari di pace statunitensi, francesi e italiane garantirono ai membri dell’OLP di trovare rifugio negli Stati arabi confinanti. ‘Forza Multinazionale in Libano’.
Attacco Hezbollah
Il 23 ottobre 1983 un duplice attentato dinamitardo da parte di Hezbollah alle basi della forza multinazionale causa la morte di 241 marines statunitensi e 56 soldati francesi, in gran parte della Legione straniera. Ritiro delle truppe di pace, con il contingente italiano che rientra nel marzo 1984, con il Libano travolto dalla guerra civile (Conflitto del Libano meridionale 1982-2000).
Terzo intervento
Nel 2000, dopo il ritiro delle truppe israeliane dal Libano, l’ONU approva una risoluzione per l’invio di caschi blu come forza d’interposizione lungo la ‘Linea blu’ (linea di ritiro per le forze di difesa israeliane), dove l’UNIFIL ha cercato di mantenere il cessate il fuoco tra le forze libanesi e IDF di Israele.
Quarto intervento
Dopo la tentata invasione israeliana nel sud del Libano del 2006, vi è stata una nuova risoluzione Onu, con nuova forza di interposizione (rafforzamento ed estensione delle missioni precedenti). L’Italia è tornata attiva in UNIFIL dal 2 settembre 2006 con l’Operazione Leonte quando una forza da sbarco della marina è approdata a Tiro. Dal 2007 è stata sostituita da unità dell’Esercito.
Risoluzione approvata all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 11 agosto 2006 che prevede la cessazione delle ostilità nel conflitto tra Israele e milizie sciite libanesi di Hezbollah e del decreto legge italiano del 28 agosto 2006. Nei dettagli delle disposizioni del Consiglio di Sicurezza, l’incremento nella forza della UNIFIL fino a un massimo di 15.000 uomini.