Blinken smentisce Biden, Zelensky e se stesso: «Pronti a trattare con Putin»

Il segretario di Stato Usa rettifica gli allarmi della Casa Bianca e apre a un ipotetico negoziato “se è d’accordo Zelensky”, che però lo ha vietato per legge. Poi a contraddire la contraddizione, Zalensky chiede alla Nato «raid preventivi, senza attendere che sia la Russia a colpire».
O la tensioni di guerra stanno colpendo pesantemente tra i protagonisti, o qualcosa si muove. Erdogan intanto, altro personaggio oltre le righe, chiama il leader del Cremlino e si ripropone come mediatore: «Questo conflitto danneggia tutti»

Usa, «Pronti a trattare con Putin»

«Verrà l’apocalisse, anzi no, facciamo pace». Sabato Angieri sul Manifesto in segue il detto non detto o anche solo sottinteso che vada oltre il macello in corso. Si nota un’evidente dissonanza nelle dichiarazioni statunitensi che hanno segnato l’apertura della giornata di ieri. «O forse, è solo il segno della confusione di questo periodo dentro e fuori l’Ucraina».

Segnali, tutto e il contrario di tutto

Il primo allarme era venuto direttamente dal presidente americano, Joe Biden, il quale aveva rilanciato il rischio di «un’apocalisse nucleare». Rincarando la solita dose. Biden aveva aggiunto che «conoscendo bene Putin, sa che non sta scherzando». Le ‘uscite ‘originali del presidente sono ormai note, e non possiamo sapere se tali dichiarazioni fossero concordate con i funzionari governativi o meno, «fatto sta che fino a questo momento la Casa Bianca non si era mai espressa così perentoriamente».

Biden pentito o solo confuso?

Successivamente Biden, aveva dato per scontato che Vladimir Putin a un certo punto «dovrà rendersi conto di aver perso non solo la faccia, ma anche il potere», e siamo al secondo azzardo. «Affermazione tanto forte quanto, al momento, discutibile, almeno per quanto riguarda il potere», insiste Angieri. Non solo. Biden addirittura evocato uno dei periodi di massima tensione della Guerra Fredda.

Biden e Cuba, memoria Baia dei Porci

«Per la prima volta dalla crisi dei missili Cubani (ottobre 1962, ndr), dobbiamo fronteggiare la minaccia di un’atomica, soprattutto se le cose proseguiranno nella direzione in cui stiamo andando». Queste parole sono state pronunciate durante una serata organizzata per raccogliere fondi elettorali per la ‘Mid Term’, quindi in una cornice tutt’altro che istituzionale, ma restano un altro reiterato allarme.

Parole e casaccio, Blinken insegue

Parole presidenziali a casaccio? Addirittura da un altro emisfero, il segretario di stato americano, Antony Blinken, aveva parlato in modo del tutto diverso. A margine di una visita ufficiale a Lima, in Perù, Blinken ha chiarito che gli Usa sono «pronti a trovare una soluzione diplomatica al conflitto in Ucraina». In altri termini, sono aperti a dialogare con la Russia, anche se, ha lamentato Blinken, «purtroppo, al momento, tutto si dirige nella direzione opposta».

Confondere l’avversario?

Il segretario di stato ha specificato che, «ovviamente, il governo ucraino dovrà essere d’accordo», anche non è affatto chiaro come, visto che il presidente Zelensky tre giorni fa ha firmato un decreto che rende «illegale negoziare con Putin». Blinken pacifista a sorpresa ha inoltre affermato che «la guerra può essere risolta solo attraverso la diplomazia». Il che stupisce in bocca a uno dei vertici politici Usa pronti e litigare sino a ieri con Cia e Pentagono nel pretendere la difficile sconfitta di Mosca sul campo.

Zelensky dichiarante a raffica

Non meno scalpore hanno suscitato le dichiarazioni del presidente ucraino durante un collegamento on-line con un centro studi australiano. Zelensky ha esortato gli stati della Nato a effettuare «raid preventivi, senza attendere che sia la Russia a colpire con un ordigno nucleare». La conferma di una tendenza ad esagerare. Ovviamente Mosca scarica le minacce nucleari su Kiev, «la prova della necessità di una ‘operazione speciale’ in Ucraina ad evitare un attacco preventivo della Nato».

Rincorsa alle dichiarazioni d’azzardo

Insegue il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov: «le dichiarazioni di Zelensky non sono altro che un appello all’inizio di una guerra mondiale con conseguenze terribili e imprevedibili». L’ufficio presidenziale ucraino ha cercato di smorzare i toni spiegando il solito ‘fraintendimento’, negando la parola ‘nucleare’. Con il capo dell’ufficio stampa a sostenere che il suo presidente si riferiva al periodo precedente all’invasione, le cosiddette «sanzioni preventive di cui si parlava lo scorso inverno».

Il silenzio del segreto e prezzemolo Erdogan

Troppo parlare per esistere politicamente. E in turco Erdogan non se ne lascia sfuggire una. Venerdì col collega russo Putin con Erdogan che si sarebbe offerto per l’ennesima volta come mediatore. Saga delle ovvietà in quanto «la guerra danneggia tutti e quindi si dovrebbe riaprire la strada della diplomazia». Erdogan mercante ha parlato di esportazioni di fertilizzanti ma anche della più preoccupante questione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, autentica bomba atomica in casa ucraina.

Nell’esercito russo salta un’altra testa

Il presidente Putin ha destituito Alexander Chaiko, il comandante del distretto militare «vostok» (est) e al suo posto sarebbe stato nominato Rumstam Muradov, ma non è confermato. Il dato da registrare è che il nuovo licenziamento illustre arriva a soli tre giorni da quello del collega del distretto ovest, Zhuravylov, e a due settimane da quello del capo della logistica dell’intero esercito russo, Dmitry Bulgakov.

Troppi errori russi in Ucraina

Secondo il Washington post, che cita anonimi ufficiali dei servizi segreti a stelle e strisce, sembra che uno dei fedelissimi di Putin si sia per la prima volta sfogato con il presidente russo a proposito degli «errori» commessi durante la guerra in Ucraina. Sarebbe indicativo di un certo malcontento strisciante anche tra il più ristretto gruppo di comando a Mosca.

Il ponte di Kerch colpito dagli ucraini

Il ponte, che collega Russia e Crimea è stato colpito e c’è stata un’enorme esplosione: l’azione è stata rivendicata da Kiev. «La distruzione del ponte in Crimea è molto importante per le nostre truppe perché blocca i rifornimenti dei russi – sostriene un ufficiale ucraino -. In questo modo non possono supportare le loro truppe nemmeno qui nella regione di Kherson I russi resteranno senza rifornimenti quindi siamo molto contenti che sia stato colpito il ponte di Kerch».

Tags: Ucraina Usa
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