America nata dai migranti, i nuovi poveri e gli inutili muri di Trump

Oggi migrano nel mondo 281 milioni di persone, il 3,6% della popolazione mondiale: 15 milioni sono immigrati provenienti dall’America Latina. La principale meta gli Stati Uniti, mentre i migranti venezuelani fuggono verso Colombia, Perù, Brasile, Cile. I latinoamericani emigrano per povertà cronica, e situazioni di instabilità politica ed economica.

L’America povera alle porte di quella ricca

Il presidente Usa Joe Biden deve affrontare, oltre ai tanti già sul tappeto, anche il problema dei migranti. In realtà, più che di un problema, si tratta di una vera e propria emergenza.
Tutti rammentano le lunghissime code di disperati in marcia dai Paesi del Centro e Sud America verso gli Stati Uniti con la speranza di entrare. Si dice che vengano tutti bloccati al confine messicano, ma non è affatto così. Molti riescono a filtrare accrescendo il già alto numero di immigrati illegali presenti sul suolo statunitense.

Il fallimento dei muri di Trump

Il problema è che la legge anti-immigrazione varata da Donald Trump quando era presidente non ha funzionato, pur aumentando, rispetto al passato, il numero dei respingimenti alla frontiera.
Né ha funzionato il muro voluto dallo stesso Trump, causa di numerose controversie giudiziarie relative ai fondi stanziati per costruirlo.

Ennesima riprova, questa, del fatto che i muri non funzionano mai, né in America né in Europa (si veda, per fare un solo esempio, il caso della Polonia).

Delusione Kamala

Biden aveva affidato la grana immigrazione alla sua vice Kamala Harris, ma con risultati scarsi o nulli. La Harris si è limitata a dire ai migranti ‘Non venite’, appello ovviamente caduto nel vuoto poiché il numero è addirittura cresciuto.
Il problema è che la legge varata da Donald Trump , la ‘Title 42’, è scaduta lo scorso 11 maggio, e Biden ha deciso di non rinnovarla (attirandosi subito critiche feroci da parte dei repubblicani).

L’alternativa a Trump?

Non è chiaro, però, quale strategia alternativa l’attuale presidente intenda adottare. Si è limitato a dire ‘Non preoccupatevi’, ma l’opinione pubblica – tanto progressista quanto conservatrice – vorrebbe ovviamente informazioni più precise.

Centri di accoglienza al collasso

Nel frattempo i centri di accoglienza nelle città messicane vicine al confine Usa sono strapieni (proprio come quelli italiani), e il governo di Città del Messico sta facendo pressioni su Washington per arrivare a una soluzione – almeno parziale – del problema.
L’amministrazione Usa (ancora una volta come quella italiana) cerca di distinguere tra immigrati legali e illegali, ma il caos è così grande che è arduo metterla in pratica.

Legali o illegali tra fame e futuro

Negli Usa gli immigrati illegali sono milioni, e le autorità non riescono a individuarli e a censirli, tranne rare eccezioni. Biden vorrebbe garantire l’accesso mensile a 30.000 persone provenienti da Venezuela, Nicaragua, Cuba e Haiti, ma è ovvio che questo non basta a risolvere la questione.

In realtà l’immigrazione, e soprattutto quella clandestina, è un fatto globale ed epocale, che nessun governo, in qualsiasi parte del mondo, è riuscito a fronteggiare con efficacia, E, negli Usa, sarà indubbiamente uno dei temi ‘caldi’ in discussione nelle prossime elezioni presidenziali.

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