Il piano di pace della Cina in cui non c’è la parola guerra

Pubblicati i 12 punti del piano di pace cinese per l’Ucraina. I russi: «Apprezziamo». Zelensky: «Lavoriamoci». Ma contro le bordate americane: «I cinesi armano la Russia». Pechino nega armi e rilancia di pace: una visione di mondo senza la spinta egemonica americana e in cui tutti i modelli di sviluppo sono legittimi. Il  rispetto delle ‘legittime preoccupazioni di sicurezza di tutti i paesi’, contro una ‘mentalità da guerra fredda’ (Mosca e le sue esigenze di sicurezza ignorate da Stati uniti e Nato). Ribaditi anche il rifiuto delle sanzioni e il no all’utilizzo di armi nucleari o alla sua minaccia. Un colpo agli Usa e uno alla Russia.

I paesi europei appaiono i principali destinatari del documento, dopo il grand tour tra Vecchio Continente e Mosca di Wang Yi, lo zar della diplomazia cinese. La richiesta è quella di svincolarsi dagli Usa e perseguire una politica estera più autonoma. Senza atti d’orgoglio in vista

Diplomazia cinese e ‘Global Times’

Come al solito, la fonte più affidabile per capire le strategie della complicatissima diplomazia cinese è il ‘Global Times’, l’edizione internazionale del ‘Quotidiano del popolo’ di Pechino. Ieri chiariva due cose: la crisi per Taiwan, con gli Stati Uniti, non ha niente a che vedere con la guerra in Ucraina. Inoltre, l’isola ‘è una parte inalienabile del territorio cinese e la questione di Taiwan è completamente un affare interno della Cina, che non ammette interferenze esterne’. Il giornale del Partito comunista sferra poi un attacco frontale al Presidente Usa, Joe Biden, a proposito di una possibile guerra per la riunificazione dell’isola alla terraferma. Il ‘Global Times’ rilancia una notizia riguardante i piani di combattimento americani, che contemplerebbero persino la distruzione di Taiwan. In pratica, accusano i cinesi, nell’impossibilità di difendere l’isola, gli strateghi della Casa Bianca avrebbero pensato di farne terra bruciata preventivamente. Nel mirino degli americani, ci sarebbero soprattutto gli impianti che lavorano prodotti indispensabili per le tecnologie avanzate, come i semiconduttori.

‘Teoria della distruzione’ e la guerra dei chips

Di quella che viene definita ‘teoria della distruzione’, ieri, in una conferenza stampa ha chiesto conto e ragione il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin. Indirettamente, il diplomatico cinese si riferiva alle voci, corse alcuni mesi fa, su un’operazione, in caso d’invasione, studiata dagli Usa per far saltare in aria, l’imponente impianto di TSMC, leader mondiale nella fabbricazione dei microchip. Sembra proprio il dominio della tecnologia a fascia alta, al di là della tanto reclamizzata ideologia, patriottica o democratica, il motivo per cui Taiwan sta diventando il vero ago della bilancia nelle relazioni tra Usa e Cina.

Proprio ieri, il ‘Global Times’ ospitava un altro articolo, dedicato alla “guerra dei chips”, citando le parole di Gina Raimondo, Segretario al Commercio americano, che ribadiva come la Cina ormai sia un competitor da affrontare con durezza.

‘Occidente’ a lettura americana e rimorchi

A questo punto è chiaro perché, con un clima di questo tipo, il piano di pace cinese per fermare la guerra in Ucraina non possa essere considerato ‘credibile’, almeno a lettura americana e quella occidentale più a traino. Sia la Casa Bianca che la Von der Leyen, quest’ultima parlando in Estonia, hanno manifestato ampio scetticismo. La Presidente della Commissione UE, in particolare, ha dichiarato che ‘l’amicizia illimitata della Cina con la Russia sfida la credibilità della proposta di pace’, concetto ovviamente rovesciabile come avvenuto al voto Onu per India e Cina, ad esempio. Pechino ha puntato su quattro capisaldi: un immediato cessate il fuoco, l’avvio rapido di negoziati, l’impegno solenne a non usare armi nucleari e, soprattutto, l’eliminazione delle sanzioni. Cosa che farebbe felici i tre quarti del pianeta. Soprattutto quest’ultimo punto, sembra la clausola alla quale i cinesi tengono di più.

Basta minaccia nucleare e sanzioni

Il piano di pace, elaborato sotto la supervisione di Xi Jinping, si rivolge poi alle altre nazioni (senza fare nomi, ma il riferimento, intuitivo, è all’Occidente) esortandole ‘a non alimentare il fuoco della guerra’, cioè, in sostanza, a non mandare armi e munizioni che prolunghino i combattimenti. Ma Ursula Von der Leyen insiste e si ripete: «La Cina ha firmato un trattato di amicizia con la Russia, proprio alla vigilia dell’invasione dell’Ucraina. Quindi, esamineremo la proposta di pace, ma tenendo conto che Pechino si è già schierata». Anche il Cancelliere tedesco Scholz, ha rimproverato alla Cina le mancate critiche alla Russia, ma sono prese di posizione di schieramento quasi dovute. Da ambo le parti. In effetti, fino a un paio di giorni fa, alle Nazioni Unite, il colosso asiatico, ha evitato di votare la risoluzione di condanna dell’invasione, limitandosi ad astenersi. Come ha fatto l’India e come hanno fatto molti altri 32 Paesi, in maggioranza asiatici e africani. E difficilmente gli Stati Uniti permetteranno alla Repubblica Popolare di assumere il ruolo di mediatore, con accuse di sostenere militarmente la Russia e l’offensiva dello Stato invasore.

Adesso bisognerà vedere se il piano di pace di Pechino raggiungerà il vero obiettivo finale, voluto dalla Cina. Che è quello di gettare la patata bollente ucraina nelle mani di Biden, aspettando che si bruci le dita.

***

Ucraina: i 12 punti del piano di pace cinese

La Cina chiede il sostegno a colloqui tra Russia e Ucraina e il cessate il fuoco, e ribadisce il no di Pechino all’uso di armi nucleari e agli attacchi alle centrali nucleari. Il piano, pubblicato dal ministero degli Esteri cinese nel primo anniversario dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, mantiene le posizioni già espresse dalla Cina rispetto al conflitto, e appare una summa del pensiero cinese sulla guerra in corso.

  1. Rispettare la sovranità di tutti i paesi. Le leggi internazionali riconosciute, compresi gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite, dovrebbero essere rigorosamente osservate e la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale di tutti i paesi dovrebbero essere effettivamente garantite. Tutti i paesi sono uguali indipendentemente dalle loro dimensioni, forza o ricchezza. Tutte le parti dovrebbero sostenere congiuntamente le norme fondamentali che regolano le relazioni internazionali e salvaguardare l’equità e la giustizia internazionali. Il diritto internazionale dovrebbe essere applicato in modo equo e uniforme e non dovrebbero essere adottati doppi standard.

  2. Abbandonare la mentalità della guerra fredda. La sicurezza di un paese non può andare a scapito della sicurezza di altri paesi e la sicurezza regionale non può essere garantita rafforzando o addirittura espandendo i blocchi militari. I legittimi interessi e le preoccupazioni di sicurezza di tutti i paesi dovrebbero essere presi sul serio e adeguatamente affrontati. Problemi complessi non hanno soluzioni semplici. Dovremmo aderire a un concetto di sicurezza comune, globale, cooperativo e sostenibile, concentrarci sulla stabilità a lungo termine del mondo, promuovere la costruzione di un’architettura di sicurezza europea equilibrata, efficace e sostenibile e opporci all’instaurazione della sicurezza nazionale su la base dell’insicurezza di altri paesi e prevenire la formazione di scontri di campo. Salvaguardare congiuntamente la pace e la stabilità del continente eurasiatico.

  3. Cessare il fuoco e smettere di combattere. Non ci sono vincitori nelle guerre di conflitto. Tutte le parti dovrebbero mantenere razionalità e moderazione, non aggiungere benzina sul fuoco, non intensificare i conflitti, impedire che la crisi ucraina si aggravi ulteriormente o addirittura vada fuori controllo, sostenere Russia e Ucraina affinché si incontrino, riprendere il dialogo diretto non appena possibile, promuovere gradualmente l’allentamento e il rilassamento della situazione e raggiungere infine un cessate il fuoco globale.

  4. Avviare colloqui di pace. Il dialogo e il negoziato sono l’unica via d’uscita praticabile per risolvere la crisi ucraina. Tutti gli sforzi per risolvere pacificamente la crisi dovrebbero essere incoraggiati e sostenuti. La comunità internazionale dovrebbe attenersi alla giusta direzione per persuadere la pace e promuovere i colloqui, aiutare tutte le parti in conflitto ad aprire la porta a una soluzione politica della crisi il prima possibile, e creare le condizioni e fornire una piattaforma per la ripresa dei negoziati. La Cina è disposta a continuare a svolgere un ruolo costruttivo in questo senso.

  5. Risolvere la crisi umanitaria. Tutte le misure che contribuiscono ad alleviare le crisi umanitarie dovrebbero essere incoraggiate e sostenute. Le azioni umanitarie devono rispettare i principi di neutralità e imparzialità e impedire la politicizzazione delle questioni umanitarie. Proteggere efficacemente la sicurezza dei civili e stabilire corridoi umanitari per l’evacuazione dei civili dalle zone di guerra. Aumentare l’assistenza umanitaria nelle aree interessate, migliorare le condizioni umanitarie, fornire un accesso umanitario rapido, sicuro e senza barriere e prevenire crisi umanitarie su vasta scala. Sostenere il ruolo di coordinamento delle Nazioni Unite nell’assistenza umanitaria alle aree di conflitto.

  6. Protezione dei civili e dei prigionieri di guerra. Le parti in conflitto dovrebbero rispettare rigorosamente il diritto umanitario internazionale, astenersi dall’attaccare civili e strutture civili, proteggere le donne, i bambini e le altre vittime del conflitto e rispettare i diritti fondamentali dei prigionieri di guerra. La Cina sostiene lo scambio di prigionieri di guerra tra Russia e Ucraina e tutte le parti dovrebbero creare condizioni più favorevoli per questo.

  7. Mantenere la sicurezza delle centrali nucleari. Opporsi agli attacchi armati contro impianti nucleari pacifici come le centrali nucleari. Chiediamo a tutte le parti di rispettare le convenzioni sulla sicurezza nucleare e altre leggi internazionali e di evitare risolutamente incidenti nucleari provocati dall’uomo. Sostenere il ruolo costruttivo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica nella promozione della sicurezza e della protezione degli impianti nucleari pacifici.

  8. Ridurre i rischi strategici. Le armi nucleari non possono essere usate e la guerra nucleare non può essere combattuta. L’uso o la minaccia di uso di armi nucleari dovrebbe essere contrastato. Prevenire la proliferazione nucleare ed evitare una crisi nucleare. Ci opponiamo allo sviluppo e all’uso di armi biologiche e chimiche da parte di qualsiasi paese e in qualsiasi circostanza.

  9. Garantire l’esportazione di grano. Tutte le parti dovrebbero attuare l’accordo sul trasporto di cereali nel Mar Nero firmato da Russia, Turchia, Ucraina e Nazioni Unite in modo equilibrato, completo ed efficace e sostenere le Nazioni Unite affinchè svolgano un ruolo importante in tal senso. L’iniziativa di cooperazione internazionale per la sicurezza alimentare proposta dalla Cina fornisce una soluzione fattibile alla crisi alimentare globale.

  10. Stop alle sanzioni unilaterali. Le sanzioni unilaterali e le pressioni estreme non solo non risolveranno i problemi, ma ne creeranno di nuovi. Opporsi a qualsiasi sanzione unilaterale non autorizzata dal Consiglio di Sicurezza. I paesi interessati dovrebbero smettere di abusare delle sanzioni unilaterali e della “giurisdizione a braccio lungo” contro altri paesi, svolgere un ruolo nel raffreddare la crisi in Ucraina e creare le condizioni affinché i paesi in via di sviluppo sviluppino le loro economie e migliorino i mezzi di sussistenza delle persone.

  11. Garantire la stabilità delle filiere industriali e di approvvigionamento. Tutte le parti dovrebbero seriamente salvaguardare l’attuale sistema economico mondiale e opporsi alla politicizzazione, alla strumentalizzazione e all’uso di armi dell’economia mondiale. Mitigare congiuntamente gli effetti di ricaduta della crisi e impedire che l’energia, la finanza, il commercio di cereali, i trasporti e altre cooperazioni internazionali vengano interrotte e danneggino la ripresa dell’economia globale.

  12. Promuovere la ricostruzione postbellica. La comunità internazionale dovrebbe adottare misure per sostenere la ricostruzione postbellica nelle aree di conflitto. La Cina è disposta a fornire assistenza e svolgere un ruolo costruttivo in questo senso.

Tags: Cina pace Ucraina
Condividi:
Altri Articoli
Remocontro