
Questo fatto suscita la meraviglia di molti, anche perché il Regno Unito non versa certo in condizioni brillanti, e la Brexit, nonostante le attese di coloro che l’hanno appoggiata, ha prodotto più guai che vantaggi.
Eppure tantissimi – ivi inclusi i più critici – sono rimasti incollati allo schermo televisivo seguendo ogni dettaglio di un rituale antichissimo.
Non si ripeteva dal lontano 1953, quando Elisabetta II fu incoronata nell’abbazia di Westminster, la stessa in cui è diventato re il figlio 74enne Carlo III, dopo una interminabile attesa all’ombra della madre.
Il nuovo re ha accorciato la durata e assottigliato l’elenco degli invitati. Al contempo, tuttavia, ha rispolverato in pieno i tratti medievali del rituale.
Per esempio, il bacio sulla guancia che il re ha ricevuto dal primogenito William, l’erede al trono, era un’usanza comune per l’appunto nel Medio Evo, e poi abolita. Indica, in modo iconico, un segno di vassallaggio.
Un osservatore ha notato, con una certa ironia, che nella cerimonia mancavano soltanto, per renderla del tutto medievale, il mago Merlino, la spada Excalibur e Semola, protagonisti del famoso film animato disneyano “La spada nella roccia”.
Inutile nasconderlo. I rituali medievali affascinano tutti (o quasi). Non solo i sudditi di Sua Maestà britannica, ma pure i cittadini di nazioni in cui vige il più prosaico sistema presidenziale.
Carlo III, che è meno ingenuo di quanto sembra, lo ha capito benissimo e ha offerto al pubblico ciò che voleva. Dopo il lunghissimo e spettacolare funerale della madre, si è fatto confezionare una cerimonia forse meno sfarzosa, ma assai più ricca di simboli.
La sua popolarità in patria non è altissima (almeno per ora), e cerca di rafforzarla ricorrendo alla simbologia e accentuando le sue caratteristiche di attivista “green” ante litteram, attento alle questioni ambientali.
Basterà tutto questo a salvare una monarchia che molti considerano in crisi dopo la morte di Elisabetta? Solo il tempo potrà dirlo. Attenzione però. I britannici – e gli inglesi in primis – non sono come gli altri europei.
La spaccatura generazionale esiste, pur meno netta di quanto si creda. Ma i cittadini del regno, in grande maggioranza, sono attaccatissimi alle tradizioni e vi rinunciano a malincuore.
Né bisogna scordare che la monarchia è un grande business, fonte di cospicue entrate turistiche. E gli inglesi, che hanno notoriamente uno spiccato senso degli affari, sanno bene che, senza la monarchia, il Paese perderebbe un’attrattiva fondamentale.