
All’Italia l’impianto generale del nuovo Patto di stabilità proposto dalla commissione non dispiace, segnala il Sole24ore, salvo qualche sconto che Roma chiede a Bruxelles prigioniera tra mille compromessi, mentre la rigida Germania già si arrabbia.
Il ministro dell’Economia Giorgetti, tra ‘flessibilità’ e ‘sostenibilità del debito pubblico di ciascun Stato’ fa l’equilibrista. Ed ecco la trovata: «l’adozione di un trattamento preferenziale per una serie di investimenti pubblici». Scuole, ferrovie, ospedali? No. La novità Giorgetti è di voler comprendere «la spesa per la difesa derivante da impegni assunti nelle sedi internazionali». Tradotto, lo sforzo finanziario per il sostegno militare all’Ucraina.
Quel dannato 2% NATO. Oltre Kiev, la sollecitazione Nato a portare le spese per la difesa al 2% del Pil.
Ma c’è un altro aspetto della proposta di riforma proposta dalla commissione che a Roma non va giù. L divisione dei Paesi in tre classi, in base al livello del proprio debito pubblico: basso, medio o alto. Con l’Italia che finirebbe nella classe peggiore, con vincoli più rigidi negli obiettivi da concordare con la commissione per assicurare la «sostenibilità dei conti pubblici».
Il timore è che questa etichetta, assegnata in partenza proprio per fissare i binari in cui far correre il piano di rientro -segnala Gianni Trovati sul giornale di Confindustria-, «si trasformi in una sorta di stigma non esattamente utile per tranquillizzare l’approccio dei mercati ai nostri BTp».