Elon Musk, arroganza a perdere: -200 miliardi in un anno, e chi non lo ama cinguetta

Musk prima persona al mondo a perdere 200 miliardi di dollari in pochi mesi. Dopo il crollo delle azioni di Tesla, -65% nel 2022. Fino al 4 novembre il 51enne patron di Tesla, SpaceX e Twitter era l’uomo più ricco del mondo, con un patrimonio di 340 miliardi di dollari, ma poi è stato superato dal tycoon francese Bernand Arnault. Ora gli ‘restano’ 137 miliardi, ma perde il titolo di ‘più riccio del mondo’. Gli resta ancora quello di ‘più arrogante’, a rischio anche quello, col ‘più antipatico’.
La casa delle auto elettriche, che nell’ottobre del 2021 aveva superato per la prima volta i 1000 miliardi di capitalizzazione, risente dell’aumentata concorrenza. Lo stesso Musk ha venduto molte azioni di Tesla, anche per far fronte all’acquisto di Twitter. Il social in crisi di credibilità dopo i licenziamenti di massa del ‘padrome’ gli ondeggiamenti politici a favore di Trump. Quasi una gara a perdere.

L’inciampo Twitter sta erodendo patrimonio e credibilità

Nell’ultimo anno le azioni di Tesla, l’azienda di Elon Musk che produce automobili elettriche, hanno perso circa il 70 per cento del proprio valore in borsa. Cause, la crescente concorrenza e l’inflazione ma -secondo molti osservatori- anche la recente acquisizione di Twitter da parte di Musk, a dir poco burrascosa. In poco più di due mesi dalla conclusione dell’affare, Musk ha detto e fatto tutto e il contrario di tutto, con dichiarazioni controverse che secondo vari analisti hanno allontanato nuovi potenziali clienti da Tesla, la cui unica figura pubblica nota e riconoscibile è sempre stato Musk.

La ‘mentre brillante’ si inciampa allo specchio

Indicato per anni come una delle menti più brillanti e capaci della sua generazione, in pochi mesi Elon Musk ha ‘speso’ buona parte del proprio patrimonio di credibilità, con decisioni imprenditoriali azzardate. Primo, l’acquisto di Twitter pagandolo 44 miliardi di dollari, molto più di quanto valesse il social network, in difficoltà da anni, né che cosa intendeva farsene. Dallo scorso aprile, quando per la prima volta annunciò l’intenzione di acquistare il social network, se lo stanno chiedendo in molti. E i motivi per cui Musk sia finito in questa posizione, in definitiva mettendocisi da solo, e perché stia faticando a uscirne possono essere molteplici, e non si escludono necessariamente a vicenda.

Rapporti politici aggressivi e sbagliati

Un’interpretazione piuttosto diffusa è che Musk abbia comprato Twitter per utilità politica, per favorire il successo delle proprie aziende, grazie a uno strumento utilizzato soprattutto da politici e giornalisti. Lo ha ricordato di recente anche l’esperto di Internet Stefano Quintarelli su ‘Globo’, il podcast sulle cose del mondo del Post, segnalando l’avvicinamento di Musk ai Repubblicani e più in generale alla destra statunitense, più ‘trumpista’ e fuori misura. Secondo questa interpretazione, lo avrebbe fatto per avere appigli e tutele dopo avere mancato alcune promesse fatte attraverso le proprie aziende.

Lo spaccone e le promesse mancata

Per Tesla, aveva promesso in tempi brevi un sistema a guida completamente autonoma che ancora oggi non esiste. Per SpaceX la costruzione di una grande astronave per raggiungere la Luna e forse un giorno Marte ancora indietro nella fase di sviluppo. Con The Boring Company aveva promesso la costruzione di tunnel stradali sotto le grandi città, che faticano però a essere realizzati. In quei progetti sono state coinvolte persone, che -per esempio-, si aspettavano di avere comprato una Tesla che un giorno si sarebbe guidata da sola. O istituzioni pubbliche, la NASA per lo sviluppo di Starship, o delle amministrazioni locali per la costruzione dei tunnel. Ora ci sono privati che vogliono fare causa a Tesla e richieste al governo e al Congresso di condurre indagini sulle sue aziende per ciò che avevano promesso negli ultimi anni.

Tutto e subito

Elon Musk ha fatto promesse per realizzare ‘grandi cose in breve tempo’, mancando quasi sempre le scadenze che lui stesso si era prefissato. Negli anni era stato coniato il modo di dire «tempo Musk», proprio per distinguere le previsioni dell’imprenditore dalla realtà. Ma anche con indubbi risultati. Tesla produce oggi automobili estremamente più economiche di un tempo. SpaceX solo nel 2022 ha effettuato più di un lancio spaziale a settimana con i propri razzi riutilizzabili. La costellazione satellitare Starlink per Internet dallo Spazio è operativa e continua ad aumentare il proprio numero di satelliti, solo per citare alcuni dei risultati ottenuti.

In politica il creativo diventa banderuola

Ma ora quelle sono aziende affermate che vogliono equilibrio e non estrosità. E sempre più utile copertura politica. Musk ha scelto la destra americana che tradizionalmente tutela di più gli interessi delle grandi aziende, «ma lo ha fatto a modo suo, manifestando tante contraddizioni da far vacillare gli assunti stessi di questa interpretazione», denuncia il Post. In politica il creativo diventa banderuola. A seconda delle circostanze si è definito indipendente, centrista, «economicamente di destra o centro». Ha detto di avere votato per l’attuale presidente degli Stati Uniti, il democratico Joe Biden, ma alle elezioni di metà mandato dello scorso novembre ha invitato i propri follower su Twitter a votare per i Repubblicani, aggiungendo poi di avere votato in precedenza per i Democratici e di non escludere di farlo di nuovo in futuro. In altre occasioni ancora, aveva detto di non essere interessato dalla politica e che preferiva starne alla larga.

Ma alla verifica dei fatti…

Ma da quando ha comprato Twitter, Musk ha mostrato di avere idee e opinioni molto vicine alla destra. Ha riattivato dopo un semplice sondaggio l’account dell’ex presidente Trump, sospeso da Twitter dopo che incitò l’assalto al Congresso quando perse le elezioni, ha riammesso molti altri account sospesi per avere diffuso informazioni false e cospirazioniste, ha criticato Biden per le scelte politiche legate alla guerra in Ucraina, ha chiesto sempre tramite Twitter che venga indagato Anthony Fauci per le sue decisioni sulla pandemia e più in generale ha pubblicato contenuti di critica nei confronti delle politiche per contenere la diffusione del coronavirus, del politicamente corretto. Musk non ha risparmiato critiche, spesso feroci, nei confronti di alcuni esponenti della sinistra statunitense come Bernie Sanders, Elizabeth Warren e Alexandria Ocasio-Cortez.

Da Trump a Ron DeSantis

Estrosità confusa. Ha per esempio detto di voler sostenere alle prossime presidenziali del 2024 Ron DeSantis, attuale governatore della Florida con posizioni fortemente conservatrici. In Florida ci sono le più importanti aree di lancio per le attività spaziali degli Stati Uniti. Al tempo stesso, Musk è stato negli anni fortemente critico nei confronti dei negazionisti del cambiamento climatico, quasi tutti Repubblicani. Dopo la scelta di Trump di ritirare gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima, decise di lasciare uno dei gruppi di lavoro che l’allora presidente aveva organizzato con i principali imprenditori statunitensi. Oltre alle automobili elettriche, Tesla produce anche pannelli solari e batterie per alimentare la propria abitazione in caso di blackout. L’avvicinamento di Musk alla destra deriva con ogni evidenza anche dal fatto che i Repubblicani sono meno interessati a tassare di più i miliardari e le grandi aziende.

Posizionamento politico

Secondo altre analisi Musk non sta cercando necessariamente di raccogliere i favori di parte dei decisori politici, ma di avere maggiori consensi tra la loro base: persone di destra tradizionalmente meno interessate ai temi legati all’ambiente e che trovando più interessante il CEO di Tesla potrebbero un giorno diventarne clienti. Ma finora l’approccio non sembra avere funzionato molto, ammesso fosse quello lo scopo di Musk. Le dichiarazioni più controverse hanno allontanato chi aveva posizioni più di sinistra e moderate, sia per quanto riguarda Tesla sia per Twitter stesso, con alcuni milioni di utenti che sono passati a sistemi alternativi come Mastodon o hanno semplicemente smesso di usare il social network.

Spiarci via twitter

Musk, che lo scorso aprile aveva detto di volere acquisire Twitter perché lui sarebbe è un «assolutista della libertà di espressione», potrebbe essere invece interessato ad utilizzare l’enorme quantità di dati raccolta dal social network in oltre 16 anni di attività. Oltre ai contenuti e alle informazioni sui singoli account, la piattaforma registra numerosi parametri legati per esempio al tempo di utilizzo degli utenti, dati sui tweet che raccolgono maggiore interesse e più interazioni, senza contare i dati sul rendimento degli annunci pubblicitari mostrati dal social network. Questa grande quantità di dati può essere utilizzata sia per comprendere meglio gusti e tendenze di particolari gruppi di persone, ma anche per addestrare sistemi di intelligenza artificiale a svolgere determinati compiti, un ambito verso il quale Musk ha mostrato grande interesse.

Neuralink, e problemi di cervello

Tra le numerose iniziative in cui il miliardario ha investito c’è per esempio Neuralink, società che si occupa dello sviluppo di sistemi artificiali da impiantare nel cervello, in modo da potenziarne le capacità o trattare particolari problemi neurologici. Musk ha detto che Neuralink potrebbe rendere possibile una «simbiosi con l’intelligenza artificiale», i cui algoritmi potrebbero essere addestrati con grandi quantità di dati come quelli derivanti da Twitter. Le leggi sulla privacy, specialmente nell’Unione Europea, potrebbero però rendere molto difficoltoso il trasferimento dei dati tra società diverse.

Tra vanità e protagonismo

Un’altra teoria, è che Elon Musk abbia comprato Twitter per ‘mantenersi rilevante nel dibattito pubblico’, far parlare di se il più possibile di sé facendo di conseguenza pubblicità alle proprie aziende. Modello Trump per intenderci. Indicativa la scelta degli argomenti di molti tweet, pubblicati per sfruttare un classico meccanismo dei social network esplorato soprattutto dalla destra: dire qualcosa molto condiviso da una parte -come sostenere che ci sia una cospirazione legata alla pandemia-. che sia al tempo stesso molto irritante per l’altra, in modo che entrambe le fazioni ne discutano. In questo Trump era un maestro, e Musk spesso non sembra essere da meno. Il risultato è che si finisce per dare visibilità a posizioni e persone irrilevanti.

Il crollo di Tesla

Il crollo Tesla molte origini. Prima, la scelta di Musk di vendere molti pacchetti azionari per poter finanziare Twitter che continua a perdere soldi, ma deriva anche da una minore fiducia da parte degli investitori che hanno iniziato a notare i primi cambiamenti nel settore delle automobili elettriche. Tesla per ora sembra essere stata danneggiata dall’acquisizione di Twitter da parte di Musk, che ha inoltre dato l’idea di occuparsene meno per stare dietro alla ristrutturazione del social network. Per comprendere questa ostinazione nel volersi occupare di Twitter è importante farsi un’idea di come Musk vede se stesso, a come vorrebbe che lo vedesse il mondo.

Salvare il mondon a modo suo

Musk sembra genuinamente convinto che il mondo debba essere salvato, e di essere lui stesso la persona più indicata per farlo, non solo per via delle enormi ricchezze che ha accumulato. Musk arrivava da esperienze imprenditoriali molto diverse dai lanci spaziali commerciali e dalle automobili elettriche, ma era convinto di poter cambiare entrambi i settori producendo razzi riutilizzabili più economici e una nuova generazione di veicoli. Le sfide per farlo non mancavano, ma era il pensiero stesso di irrealizzabile a stimolarlo, come ha spiegato Ashlee Vance, autore della biografia più letta su Musk: «Credo che Elon pensi di non poter fallire. Se c’è qualcosa in cui Elon crede è a se stesso. Penso che prese in considerazione due mercati che riteneva potessero migliorare e pensò di essere il tizio che poteva risolverne i problemi».

Twitter e la sua ‘libertà di espressione’

Nel caso di Twitter, Musk ha fatto capire di voler rendere il social network una sorta di agorà del ventunesimo secolo dove ognuno possa confrontarsi con gli altri proponendo le proprie idee. E Musk ritiene che le sensibilità diffuse tra i progressisti americani sui linguaggi inclusivi e sul rispetto delle minoranze, siano un ostacolo al libero confronto pubblico. Per superare questo blocco, secondo Musk, devono potersi esprimere tutti con gli stessi strumenti, anche se ciò implica che si diffondano teorie strampalate e del complotto, che contenuti razzisti o transfobici trovino ampia circolazione, o che un presidente uscente possa aizzare la folla contro una delle istituzioni democratiche del paese. Trumpismo assieme al complottismo marziano di QAnon.

Twitter monarchia autoritaria

Secondo varie analisi Musk con Tritter Ha invece instaurato una nuova forma di governo sul social network, un ibrido definibile come una monarchia assoluta e al tempo stesso populista, dove è il sovrano a decidere arbitrariamente che cosa possa o non possa essere detto nel proprio regno social dando l’illusione ai sudditi di poter partecipare ai processi decisionali con un sondaggio. Una forma di governo intollerabile per molti, che ha contribuito a erodere ulteriormente la sua credibilità.

Ignoranza e faciloneria

Forse è la combinazione di questi fattori ad avere portato Musk nella difficile situazione in cui si trova oggi, che si aggiunge a un probabile errore di valutazione di base. Da utente di lunga data, Musk ha pensato che Twitter fosse ciò che vedeva ogni giorno quando pubblicava qualcosa, non immaginando la complessità che c’è dietro a un social network e che è interamente visibile solo a chi lo amministra. Alcune sue dichiarazioni sulla libertà di espressione molto approssimative avevano mostrato come non fosse a conoscenza dello sterminato dibattito sul tema, che coinvolge da decenni giuristi, esperti di comunicazione e politici, senza contare che il concetto stesso varia moltissimo a seconda dei paesi e delle regole decise dai loro governi.

Azzardo finanziario

Musk in primavera aveva ormai fatto la propria offerta da 44 miliardi di dollari, ampiamente superiore all’effettivo valore di Twitter e anche per questo accettata dal consiglio di amministrazione del social network. Se l’avesse ritirata come aveva provato a fare per qualche mese, avrebbe dovuto affrontare un processo dagli esiti alquanto incerti. La spesa è stata comunque enorme e ha comportato un indebitamento notevole con le banche della stessa azienda, che continua a perdere milioni di dollari al giorno. A metà dicembre Musk ha venduto azioni Tesla per un valore di 3,6 miliardi dollari per avere nuovo denaro per sostenere Twitter.

Vendere Tesla per salvare Twitter

Complessivamente, Musk quest’anno ha venduto azioni Tesla per 23 miliardi di dollari per finanziare l’acquisizione e la gestione del social network. Twitter è altamente indebitato e la nuova gestione turbolenta di Musk ha indotto molte società a sospendere i propri investimenti pubblicitari, causando un’ulteriore riduzione dei ricavi. Con oltre 137 miliardi di patrimonio, Musk ha ancora grandi risorse, ma non potrà comunque sostenere a lungo Twitter con nuove iniezioni di denaro. Anche per questo non ha escluso che il social network possa dichiarare fallimento in mancanza di una ripresa sostenuta dei ricavi.

Rimedi peggiori dei guai

Musk ora sta cercando di arginare i danni, in un modo che sta diventando la causa di ulteriori problemi, ancora una volta autoinflitti. Il recente sondaggio indetto dallo stesso Musk per chiedere se debba dimettersi o meno dal ruolo di CEO di Twitter, vinto dai ‘sì’, potrebbe sbloccare almeno in parte la situazione secondo diversi analisti. Una nuova persona alla guida dell’azienda non distoglierebbe comunque più di tanto l’attenzione da Musk, che probabilmente continuerebbe a usare Twitter come ha fatto finora. E a combinare guai.

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