
La collaborazione più lunga mai stabilita in questo settore, rileva Giorgio Cuscito su Limes. «Lo scopo di Pechino è diversificare le proprie fonti di approvvigionamento energetico ed essere meno vulnerabile alle turbolenze della Guerra Grande in corso con gli Stati Uniti e ‘l’amica senza limiti’ Russia tra Taiwan e Ucraina». Soprattutto ora che l’invasione russa del paese vicino ha costretto l’Europa a cercare fonti alternative al gas venduto da Gazprom e quindi ha accresciuto indirettamente anche la competizione per il gas liquefatto di più difficile e costoso trasporto.
Negli ultimi due anni, la Repubblica Popolare ha firmato diversi accordi di lungo periodo per assicurarsi la risorsa gas. Molti persino con compagnie statunitensi, utili anche a soddisfare anche le richieste americane di un interscambio commerciale bilaterale più bilanciato. Nel 2021, la Cina è diventata il più grande importatore al mondo di gnl, con l’Australia che pure è pienamente allineata con Washington in funzione anticinese come primo fornitore, seguita da Qatar e Stati Uniti.
Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e le sanzioni a Mosca, la Repubblica Popolare è diventato il principale importatore di petrolio russo. Gli obiettivi di Pechino sono almeno tre: incamerare risorse energetiche, alimentare l’economia russa affinché non collassi con i costi del conflitto e accrescere la propria influenza nei confronti di Mosca. «Eppure il Cremlino resta una partner inaffidabile agli occhi cinesi, come testimoniato dalle tensioni emerse tra Xi e Putin durante il famigerato vertice di Samarcanda».
L’accordo con Qatar Energy mira a ridimensionare l’esposizione della Repubblica Popolare da Washington e Mosca. In nel più lungo periodo, favorire un’ulteriore crescita del rapporto col Qatar non solo in campo energetico ma anche in quelli infrastrutturale, militare e finanziario. Insomma, altre vie della seta giù dal 2015, quando a Doha è stato aperto il primo centro di compensazione delle transazioni in valuta cinese nei paesi del Golfo.
L’internazionalizzazione dello yuan al pari e oltre il dollaro Usa.