“Siamo persone attive nei territori, dove il nostro impegno si lega con la vita reale delle persone, insieme alle quali costruiamo il futuro. Un modello, quello della Provincia di Siena, che ha resistito anche quando la politica nazionale ha trascurato il legame con le persone e le comunità, lasciando che quello spazio vuoto venisse occupato da nuovi interlocutori, accendendo un conflitto con chi dalla Sinistra si era sempre sentito rappresentato”.
E ancora: “…vogliamo rilanciare la nostra sfida più grande: cambiare il modello di sviluppo neoliberalista che si è dimostrato insostenibile per le persone e per il pianeta. Un modello che si nutre e amplifica le disuguaglianze, consumando in maniera incontrollata e incontrollabile le risorse naturali. E vogliamo farlo unendo le lotte per il lavoro, la giustizia sociale e ambientale, nel segno dell’intersezionalità, del welfare universalistico in una visione condivisa progressista, ambientalista e femminista”.
Nell’appello si parla del senso della famiglia democratica, di quelle donne e quegli uomini che a sinistra sperano un mondo migliore. Continuano a battersi nelle strade, nelle associazioni, fuori dal Palazzo, con o senza tessere, perché non si ceda di fronte alla plastica certificazione dell’ingiustizia. Perché l’indifferenza torni ad essere un reato contro i nostri figli.
Una famiglia in crisi, certo, che si arrabbia di fronte all’incoerenza di chi l’ha rappresentata, che vive quest’epoca con sofferenza e che nonostante sia più utile occuparsi del privato, del piccolo vantaggio personale e invece è ancora qui a cantare bandiera rossa, a cercare ragioni per votare, per tornare a votare, per partecipare, per fare politica.
A questa famiglia, giovani e meno giovani democratici del territorio, amministratori o sostenitori, attivisti, vignaioli, iscritti o no, viene chiesto un impegno: scrivere una nuova pagina di storia. Che ci salvi. Dice l’appello: “La riempiremo con nuovo linguaggio per dare risposte ad una società sempre più dinamica e complessa che non può essere interpretata solo dall’esperienza degli amministratori locali, ma necessita della partecipazione di tutte e di tutti, delle iscritte e delle iscritte, della comunità democratica che sta al di fuori dei confini tradizionali dei partiti, in modo plurale e paritario”. E conclude così: “Una nuova sinistra è possibile. Un nuovo modello di sviluppo è possibile. Un nuovo Partito Democratico è possibile”.
E Elly Schlein? Essì, questo bel testo con passaggi davvero condivisibili, con una visione della società non schiacciata sulle privatizzazioni, sulla colonizzazione che questo territorio rischia di subire, sulla possibile fine del patto di comunità che ha reso la campagna senese un luogo unico, è un appello per sostenere nelle primarie Elly.
Viene citata cinque volte. Ogni volta per dire che con lei vorremmo si portasse avanti questa politica. Legittimo. Ma la scelta politica dei democratici di questo territorio è di per se stessa un valore. Chiunque vinca le primarie. È un valore e una risorsa perché vuol dire che la rotta si deve invertire dal basso, non serve la faccia giusta per farlo, serve questo spirito che sia così potente da imporsi a chiunque dei candidati. Mica siamo alle primarie di un partito proprietario, a sinistra dovrebbero valere le idee non le facce. Giusto? Mi sembra di cogliere questo nel testo.
Quindi mi piacerebbe leggere: siamo e saremo questo, qualunque cosa decida la sfida tra i candidati. E forse non serve neanche leggerlo da qualche parte, basta esserlo. Riunire la famiglia, riscoprire la bellezza di un sentire comune, agire per l’alternativa e per la giustizia, senza mai far prevalere sulla bilancia della politica il vantaggio miope dell’essere sempre e comunque governativi, anche quando implica stare dalla parte sbagliata, pagando prezzi altissimi in termini di coerenza.
Mi chiede il barbiere se sono iscritto: no. Mi dice se intendo farlo: no. Se ho a cuore questa famiglia: sì, certo. E se voterò alle primarie: sì, ho a cuore questa famiglia… Ma non eri anarchico? Sono anarchico, sentimentale.