
Quello di DeSantis è un messaggio chiaro all’America: adesso tutti dovranno fare i conti con Trump, perché lui per primo lo appoggerà. Un ‘endorsement’ quello rivolto da DeSantis al discusso ex Presidente che, probabilmente, finirà per spegnere le residue velleità di sfida di Nikki Haley. Quest’ultima spera che dal New Hampshire, uno Stato notoriamente moderato, possa scaturire un risultato capace di tenerla in corsa fino alle Primarie della South Carolina, suo feudo elettorale d’origine. Nikki, che è stata ambasciatrice all’Onu e stretta collaboratrice di Trump prima di sfidarlo, pensa che questa sia l’unica strada possibile per potergli soffiare la nomination. Anche se i sondaggi dicono tutt’altro e se le sorprese sono sempre dietro l’angolo.
In questo momento Trump è un ‘aspiraconsensi’ come fossero polvere. Questo vale sia per la sfida dentro il GOP (il Grand Old Party), il cui esito sembra già scritto) dentro il GOP), e sia soprattutto per il mortale confronto con Joe Biden. DeSantis aveva già fiutato da tempo il vento, ma gli ultimi rilevamenti lo hanno convinto a mollare, cadendo ‘in piedi’. In fondo, la sua recente performance nell’Iowa è stata buona (è arrivato secondo, davanti alla Haley), e uscire ora gli lascia le mani libere per future ambizioni. D’altronde, ha solo 45 anni e tutto il tempo per riprovarci. Nel suo comunicato, su “X” (ex Twitter), DeSantis ha spiegato, in 4 minuti e mezzo, i motivi per cui appoggerà Trump. «Non possiamo tornare alla vecchia guardia repubblicana del passato – ha detto – una forma riconfezionata di corporativismo riscaldato, che Nikki Haley rappresenta».
L’impatto sulle primarie del New Hampshire si farà sentire subito, anche se non sarà determinante. O, almeno, lo sarà nella misura in cui contribuirà ad allargare la forbice tra Trump e Nikki Haley. Più largo sarà il divario tra i due e meno possibilità avrà, l’ex ambasciatrice, di intralciare la marcia del ‘tycoon’. I numeri attuali parlano di una differenza tra i 15 e i 20 punti percentuali. È molto. Ma l’uscita di scena di DeSantis potrebbe finire per allungare il vantaggio di Trump. Comunque, avvertono i sondaggisti, sono tutte ipotesi da verificare, perché nel New Hampshire alle Primarie repubblicane possono votare anche gli elettori ‘non registrati’. Il che significa, come già si vocifera in giro, che potrebbero esserci molti Democratici pronti ad andare a votare per Nikki Haley.
Il motivo? Trump comincia a fare universalmente paura, che diventa aperto terrore nell’Amministrazione Biden e sconcerto nel Partito Democratico. In quest’ultimo, già da tempo si discute della ‘debolezza’ di Biden, come candidato da opporre a Trump. Ma, come dicono i maggiori giornali liberal americani, ormai è troppo tardi per cambiare cavallo e bisogna sperare negli umori popolari. Sempre mutevoli. O, forse, nella Corte Suprema, quando sarà chiamata a deliberare su qualcuno dei tanti fossati giudiziari che dovrà saltare il candidato Trump, prima di poter arrivare alla Casa Bianca a piede libero. Intanto, gli occhi di tutti sono incollati sugli schermi degli istituti di rilevazione. A voler tracciare una linea ideale, occorre valutare New Hampshire e, successivamente, South Carolina, che arriva poco prima del ‘Super martedì’ di marzo.
Se la Haley non dovesse fare il miracolo, la partita per la nomination Repubblicana potrebbe considerarsi già chiusa e ci si dovrebbe concentrare solo ed esclusivamente sul big match Trump-Biden. Naturalmente, i sondaggisti stanno lavorando anche sulle serie storiche che riguardano le Primarie, facendo poi un’analisi comparativa col possibile consenso generale del ‘front runner’ alle elezioni di novembre. Ecco perché la ‘forbice’ della vittoria di un candidato acquista importanza: ci dice se potrà aumentare la sua forza in futuro. E in questo momento Donald Trump sta praticamente stracciando tutti gli altri possibili candidati Repubblicani. Anzi, li ha già stracciati, tutti meno una. Nikki Haley. Per vederle fare la fine di DeSantis, probabilmente dovrà aspettare il 24 febbraio, quando si voterà proprio nella South Carolina, lo Stato da cui viene Nikki.
Intanto, Trump si gode il momento e si fa i suoi quattro conti, sognando magari di passare all’incasso e di prendersi tutti i voti che prima erano di DeSantis. Anche se, pure lui, deve stare attento a non trarre facili conclusioni, perché in politica le sorprese arrivano inaspettate. Ieri, per esempio, il Miami Herald titolava: «DeSantis aveva promesso che avrebbe salvato il Partito Repubblicano da Trump, e ora lo appoggia». Ha preso un impegno che poi si è clamorosamente rimangiato.
E ancora: «Con la scomparsa della sua proposta presidenziale e la riemersione di Trump dopo le sue 91 accuse penali, DeSantis è diventato un candidato senza una causa». Beh, per quelle, diciamo che ci pensa già Trump, che ormai entra ed esce quasi tutte le settimane dalle aule giudiziarie.