Nemmeno una piccola reazione possibilista, per non dire positiva di guerra Nato in Ucraina, che poi vorrebbe dire fare guerra alla superpotenza nucleare russa, che è una idea scema o suicida. Macron inciampa su se stesso, ma l’Europa, imposto il silenzio a Ursula troppo ‘Von der Nato’ se vuole davvero sperare in un secondo mandato, deve fare i conti con se stessa
Impeccabile l’inchiesta del New York Times con la CIA, subito dopo i fatti del Maidan (o forse anche prima), negli ultimi dieci anni ha realizzato una rete di 12 basi segrete a ridosso del confine russo, per addestrare oltre gli agenti di Kiev e penetrare i sistemi criptati di Mosca. creando ‘Unità 2245’ (una sorte di Gladio) per la guerra che sarebbe venuta.
Dopo due anni la guerra ‘ufficiale’ dai costi umani e non soltanto, incalcolabili, tutto sembra fermo alle formule iniziali -Crimea e Donbass nuovamente ucraini- anche se nessuno ci crede più, come trapela più dalla stampa Usa che da quella europea. Dichiarazioni da Kiev e dai governi occidentali che sembrano incapaci di auto smentirsi rispetto a previsione sbagliate giunte alla verifica dei fatti. Esempio simbolo, le forniture di armi sofisticate quando mancano tecnici per farle funzionare.
Il caso dei potenti tank americani Abrams, consegnati in Ucraina cinque masi fa, ma entrati in azione solo dalla scorsa settimana. Il Pentagono aveva avvisato: i militari di Kiev faranno fatica a gestirli, perché sono troppo sofisticati e troppo diversi dai mezzi sovietici a cui sono abituati. E così è stato: nonostante il lungo addestramento, dopo poche ore i russi ne hanno distrutto uno e danneggiato un altro.
Forzare la verità non aiuta. Esempio ingigantire le perdite altrui per nascondere le proprie. Le affermazioni di Kiev prese acriticamente da molta parte delle stampa italiana, di «oltre 400mila e caduti russi». L’esigenza di tenere alto il morale di una popolazione stremata da due anni di guerra spinge spesso la politica a forzature dei fatti che poi, alla fine fanno sorgere dubbi pericolosi. «Se siamo tanto bravi e abbiamo tanti amici generosi, perché la guerra non finisce e perché mio marito (o mio figlio) al fronte, se non muore, non torna a casa da sei mesi?».
La guerra in Ucraina che -verità persino americana-, è inizia di fatto dal 2014, si è sviluppata su illusioni e inganni. Prima illusione quella dei russi che due anni fa erano convinti che gli ucraini si sarebbero arresi senza combattere. Illusione durata poco, quando a fine marzo 2022, gli anglo-americani hanno spinto il governo ucraino a rinunciare all’accordo di pace negoziato con la mediazione turca, perché Washinton riteneva che la guerra per delega in Europa, avrebbe logorato la Russia creando qualche qualche utile guaio in Continente altrui.
Rimasti in pochi oggi a ritenere possibile una riconquista militare dei territori ucraini perduti, salvo Zelensky e ministri a cercare si risollevare un morale motivatamente a terra. Ma qualcuno ancora insiste con le sanzioni che allora, giuravano, avrebbero distrutto l’economia russa in poche settimane. Facendo poi ‘scoprire’ dalla stampa dietrologica ed amica, che Putin sarebbe stato rovesciato da un golpe interno o comunque ucciso da una delle sue innumerevoli malattie.
Sul piano militare è andata forte e per mesi, l’affermazione che l’esercito russo aveva finito munizioni e missili, che combatteva con i badili e rubava le schede elettroniche dalle lavatrici nell’Ucraina occupata per metterle dentro missili e altri sistemi d’arma. E nessuno oggi tra la ‘Grande stampa’, faccia finta di non ricordare.
Gli ucraini hanno decimato i loro migliori reparti di veterani nella difesa di Bakhmut, Marynka e Avdiivka e soprattutto nella fallita controffensiva dello scorso anno. «Non ci sono più file lunghissime ai centri di arruolamento, anzi, le enormi perdite subite per perseguire obiettivi più politici che militari inducono oggi gli ucraini giovani e meno giovani a tentare in ogni modo di sottrarsi all’arruolamento», annota anche la stampa occidentale più amica.
La credibilità della classe dirigente politica e militare è in caduta libera e lo si scopre non dai sondaggi che non esistono, in una nazione dove la legge marziale serve anche a eliminare il dissenso, o almeno a nasconderlo. Qualcosa si scopre parlando con gli ucraini rifugiati in Europa e che -verità difficile ma assoluta- non intendono tornare in patria per venire arruolati.
Da riscontro di intelligence occidentale, il potenziale bellico russo cresce grazie a un’industria pesante supportata dalla grande disponibilità di energia e materie prime mentre, l’Ucraina dipende quasi interamente dagli aiuti occidentali militari ed economici: aiuti necessari anche per pagare pensioni e stipendi ma in rapido calo da diversi mesi.
Notizia di minor conto, nel linguaggio giornalistico. Fondi Usa per l’Ucraina che restano bloccati al Congresso e la guerra che non è più il tema dominante della campagna presidenziale -salvo le sparate di Trump-, mentre in Europa una classe dirigente sempre più in fragile, ripete slogan e proclami vecchi e lontani dalla realtà delle cose che pure quei vertici di Stato dovrebbero conoscere bene.
Ancorati a slogan legati a piccoli interessi politici locali, che tutti sanno essere ormai assolutamente lontani dalla realtà e che dovrebbero far parte dei doveri primari di governo, avendone a capo dei veri leader politici.