A settembre il Parlamento svizzero aveva dato il via libera alla vendita dei mezzi militari. E adesso il Consiglio federale -il governo-, ha approvato la richiesta di esportazione di 25 carri armati da combattimento Panzer 87 (denominazione svizzera dei Leopard 2 A4) in Germania per l’acquisto da parte della società ‘Rheinmetall Landsysteme GmbH’, che li aveva prodotti. Era già accaduto un’altra volta. Berlino ha assicurato a Berna che i carri armati rimarranno in Germania o nei Paesi della Nato o dell’Ue «e verranno utilizzati per completare il loro armamento», o per ‘cannibalizzarli’ per pezzi di ricambio.
È quindi possibile che Berlino possa cedere i tank svizzeri rimodernasti a nazioni alleate della Mitteleuropa che hanno ceduto i mezzi corazzati di tipo russo/sovietico all’Ucraina ottenendo dalla Germania tank alcuni Leopard 2 nelle versioni più vecchie. Dall’inizio dell’intervento russo in Ucraina la Germania ha approvato la cessione di carri Leopard 2 ammodernati ed altri equipaggiamenti alla Repubblica Ceca (14 tank) e alla Slovacchia (15).
Per Kiev nessun ex carro svizzeri rimessi a nuovo. Ma il 21 novembre il ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius, ha promesso all’Ucraina nuovi armamenti per un valore di oltre 1,3 miliardi di euro. Tra questi una terza tranche di sistemi di difesa aerea Iris-T SLM (che salgono da 8 a 12 anche se alcuni sarebbero stati distrutti dai russi), ma non i missili da crociera Taurus, chiesti più volte da Kiev per equipaggiare i suoi Sukhoi Su-24 che già impiegano i missili da crociera SCALP e Storm Shadow forniti da Francia e Gran Bretagna. Pistorius ha anche promesso all’Ucraina 20.000 proiettili di artiglieria da 155 mm, 60 droni di sorveglianza e decine di sistemi radar.
Lo stesso giorno gli Stati Uniti hanno annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina per un valore di 100 milioni di dollari che -precisa Analisi Difesa-, includono missili terra aria spalleggiabili Stinger, lanciarazzi campali HIMARS con relative munizioni, proiettili di artiglieria da 155 e 105 millimetri, armi anticarro Tow, Javelin e AT-4 oltre a esplosivi e 3 tre milioni di munizioni per fucili d’assalto e mitragliatrici.
Secondo un funzionario ucraino citato dall’ABC, gli Stati Uniti hanno ridotto del 30 per cento la fornitura di munizioni all’Ucraina in seguito al conflitto nella Striscia di Gaza per sostenere Israele con la fornitura di munizioni per tank, artiglieria e sistemi di difesa aerea. «La fornitura di proiettili all’Ucraina è diminuita di oltre il 30 per cento all’inizio del conflitto in Medio Oriente anche se i funzionari statunitensi ci dicevano che questo non avrebbe influenzato gli impegni assunti».
«Siamo in guai grossi», ora ammettono dagli Usa. Guai certamente maggiori quelli dei civili palestinesi della Striscia che ora subiscono parte di quanto di micidiale era destinato ad essere sparato sulla parte russa in Ucraina.