Trump con foto segnaletica, ma l’America rischia di peggio

I guai di The Donald e quelli di Biden, segnala Marina Catucci da New York: Presidente contestato durante la visita alle Hawaii dopo il rogo. «So cosa vuol dire perdere la casa». Ma sotto le ceneri ci sono 115 morti e oltre 850 dispersi.
‘Se c’è di mezzo Trump è meglio non dare nulla per scontato’, avverte Giuseppe Sarcina. ‘Sulle elezioni Usa i timori su un possibile disimpegno nel sostegno all’Ucraina, in caso di sua vittoria, si scontrano con i forti interessi delle aziende di armi americane che sarebbero danneggiati’.

«Mi consegno domani», e Trump rischia la foto segnaletica

Guai per presidente ed ex presidente. Trump ha annunciato su Truth Social, che domani si costituirà alle autorità della Georgia e pagherà la cauzione di 200.000 dollari per essere subito rilasciato. Accusato di aver cospirato per sovvertire le elezioni presidenziali del 2020 in Georgia, il suo sarà un arresto lampo, ma a differenza dei tre arresti precedenti The Donald potrebbe essere costretto a posare di fronte e di profilo per la foto segnaletica, la cosiddetta ‘mug shot’, e dare le proprie impronte digitali. Lo sceriffo della contea di Fulton dove dovrà comparire, ha già dichiarato che al tycoon non verranno fatti sconti e che sarà trattato come ogni altro detenuto, scrive il Manifesto.

Le vendette di Trump vincente

Altro fronte giornalistico, sul Corriere della Sera, Giuseppe Sarcina, per molti anni corrispondente dagli Usa, avverte. «Negli ambienti politici e diplomatici europei, più che in quelli americani, una previsione, o forse sarebbe meglio dire un teorema. Nel novembre del 2024 ci saranno le elezioni presidenziali americane; Donald Trump è il favorito; appena rientrato alla Casa Bianca (gennaio 2025) taglierà gli aiuti militari all’Ucraina, lasciandola in balia dell’armata putiniana; inoltre il neo presidente, incattivito e vendicativo, abbandonerà a un incerto e pericoloso destino l’Europa intera che si ritroverà debole e indifesa al cospetto di Mosca». Scenari apocalittici.

Problemi di famiglia per Biden

Mentre l’ex presidente affidava ai social tutto il suo sdegno per quella che considera una persecuzione politica, il presidente in carica volava a Maui, Hawaii, 13 giorni dopo l’incendio che fatto strage dell’isola. Prima Biden è stato preso di mira più o meno direttamente per via della mala gestione degli incendi da parte delle autorità, poi per non essersi recato subito alle Hawaii e di averne comunque parlato poco, e durante la visita l’opposizione repubblicana lo ha criticato per aver tirato fuori la sua storia personale parlando con gli abitanti di Maui, rievocando la sua personale esperienza di lutto in un modo che il Gop ha trovato inappropriato.

Biden ha ricordato che nel 1872, in un incidente d’auto, ha perso la prima moglie e la loro figlia ancora neonata. «Conosco la sensazione che provano molte persone in questa città, quella sensazione di vuoto nel petto, che ti risucchia come un buco nero».

Trump latitante

Foto segnaletica e cauzione a parte, i problemi per Trump dalla Georgia sono altri. «Il vero problema sarà riuscire a rispettare delle regole che fanno parte della cauzione, e che limitano l’uso dei social media, che non potrà usare per intimidire potenziali testimoni o coimputati», avverte Marina Catucci sul Manifesto.Considerato l’uso che Trump ha sempre fatto dei social questa clausola sembra essere la più punitiva, ma visto che non ha ancora firmato nulla, Trump è senza freni, e continua ad accusare il giudice della Georgia Fani Willis di essere una pericolosa sovversiva di sinistra al soldo dei democratici.

L’industria militare Usa

Ancora Trump a piede libero. «Negli anni abbiamo imparato che quando c’è di mezzo Trump la cosa più saggia è non dare nulla per scontato. In un senso o in un altro», avverte Sarcina. «Variabile Trump sulla guerra in Ucraina e, più in generale, sugli equilibri politico militari tra Stati Uniti ed Europa». Gli Usa hanno stanziato circa 70,7 miliardi di dollari per l’Ucraina. Quelli che più contano, perché non rimpiazzabili da altri Paesi, sono i 42,8 miliardi di dollari in aiuti militari, contro i 38,73 miliardi dal resto del mondo. E le cifre sono al 31 maggio 2023. Il primato americano sarà ancora più netto, se il Congresso accoglierà la recente richiesta di Joe Biden di mettere in campo altri 24 miliardi di dollari.

Congressional Research Service

«Queste decisioni hanno messo in moto un imponente processo industriale che durerà per anni e che difficilmente potrà essere fermato da un nuovo presidente». Ma come segnala il ‘Congressional Research Service’, più o meno 20 miliardi, non andranno di fatto a un pugno di imprese Usa che fabbricheranno sia le armi per ricostituire le riserve del Pentagono sia quelle da consegnare all’Ucraina. Trump nella sua ipotetica seconda versione vorrà o potrà rovinare gli affari di Lockheed Martin, Raytheon, Boeing, Olin, AeroVironmemnt, General Dynamics?

‘Zio Sam’ è tornato in forze in Europa

Negli ultimi 18 mesi lo ‘Zio Sam’ è tornato in forze in Europa. Gli americani hanno addirittura installato il Comando del V Corpo d’Armata Usa in Polonia e spostato soldati e mezzi anche in Romania. Formalmente gli Stati Uniti si muovono nell’ambito dell’Alleanza atlantica. Ma negli ultimi anni si sono preoccupati di rafforzare i legami bilaterali con i singoli Stati. Buona parte delle spese militari di Lettonia, Estonia e Lituania viene coperta con i fondi del Pentagono e del Dipartimento di Stato. E proprio l’Amministrazione Trump, nel 2019, concluse un accordo con i greci che ha portato a una base navale ad Alexandropolis, poco lontano dalle coste turche, oggi uno degli snodi strategici degli americani nel Mediterraneo.

Svezia a Finlandia a spinta Usa

«L’aggressione di Putin ha spinto Svezia e Finlandia a rinunciare alla neutralità e ad affidarsi alla Nato, cioè, in ultima analisi, a Washington», sintetizza Sarcina. Oggi, anche in Europa, la sicurezza è in cima alle priorità, e tutti, forse con l’eccezione dei francesi, sono convinti che la presenza massiccia degli Stati Uniti sia di nuovo indispensabile. Ciò significa, ancora una volta, affari cospicui per le industrie militari Usa e un peso politico ancora maggiore per la Casa Bianca.

Ai politici statunitensi, sia democratici che repubblicani, tutto ciò non dispiace affatto. Trump potrebbe rinunciarvi? «Possibile, ma anche probabile»?

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