
Tehran governativa: «L’Occidente sta deliberatamente alimentando tensioni contro», denuncia il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani, commentando le notizie apparsa sui media americani su un “attacco imminente” dell’Iran contro obiettivi all’interno del suo territorio. «Questo tipo di notizie distorte è stato creato da alcuni circoli occidentali e israeliani per distruggere le relazioni con i Paesi della regione», ha affermato Kanaani.
Opposizione iraniana: «Togliere i ragazzi che protestano dalle strade e mandarli tutti al fronte, armi in pugno, a difendere la patria. Di certo ayatollah e pasdaran hanno pensato a creare un diversivo del genere per mettere fine alle proteste scatenate dalla morte di Mahsa Amini. Ma il rischio sarebbe troppo alto: aprire un altro fronte, militare, potrebbe voler dire la fine della Repubblica islamica», dichiara il regista curdo Bahman Ghobadi al Manifesto.
Gli eventuali interessi del regime teocratico iraniano diffusi per via saudito-americana? Decisamente poco credibile. Poi da altre fonti scopri che i caccia F-22 statunitensi già in Arabia saudita sarebbero disponibili per contrastare qualsiasi minaccia. Non ci sarebbe stato invece alcun aumento dei livelli di protezione militare statunitense nella regione: «Si ritiene che l’esercito americano non sia un obiettivo».
Ed ecco che diventa più credibile una imprecisata forma di ritorsione per i droni iraniani e non solo, forniti alla Russia. Notizie in attesa di improbabile verifica, fonte l’intelligence ucraina, che una parte dei 4.500 missili lanciati dai russi in questi otto mesi di guerra è di fabbricazione iraniana. Oltre a questo, Mosca avrebbe ordinato a Teheran altri 2mila droni Shahed. Con Zelensky che insinua il dubbio incubo per Israele. «Secondo voi la Russia come paga l’Iran per questo? L’Iran è solo interessato al denaro o vuole l’assistenza russa al suo programma nucleare?».
Il 19 settembre 2019 una grande quatà di droni delle milizie Huthi di fabbricazione iraniana ha investito gli impianti petroliferi, del gas naturale e infrastrutture vitali per l’approvvigionamento energetico. Ben 5 diversi attacchi che hanno preso di mira alcuni impianti produttivi del Regno. Attacchi del movimento sciita yemenita filo-iraniano con danni rilevantissimi anche di immagine per il Regno del petrodollaro molto mal difeso.
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