Il mondo oscuro dell’inganno. Spie contro spie amiche e sabotaggi prima vantati e poi negati

L’uccisione di Darya Dugina a Mosca da parte dei servizi segreti ucraini svelata e condannata dall’intelligence Usa. Poi l’esplosione un po’ alla jihadista che ha semi distrugge il ponte di Kerch che collega la Crimea con la Russia, sabotaggio prima vantato da Kiev e poi, probabilmente su ‘suggerimento’ Usa, negato e rigirato in una poco credibile trema interna tra poteri moscoviti.
Inganni e smentite a confermare i sospetti.
In guerra reclutare agenti per spiare le mosse nemiche e sabotatori per distruggerne gli obiettivi è cosa del tutto normale. Qualche volta tuttavia anche gli agenti si lasciano prendere la mano… E Punzo oggi, per cercare un parallelo più o meno vicino all’attualità, ricorre addirittura a ‘Lawrence d’Arabia’, che oggi potrebbe essere d’Ucraina, impegnato a disgregare altri imperi.

Lawrence d’Arabia, improbabile spia d’avventura

Negli anni precedenti il Primo conflitto mondiale un brillante laureato di Oxford aveva girato in lungo e in largo il Medio Oriente occupandosi dapprima dei castelli crociati, ma soprattutto percorrendo a piedi centinaia e centinaia di chilometri tra Siria e Palestina. Oltre a una tesi di dottorato che era stata molto apprezzata negli ambienti accademici, l’altro risultato era stata una conoscenza minuta e approfondita dei luoghi, nonché il perfezionamento delle lingue mediorientali studiate in Inghilterra.
Thomas Edward Lawrence, nato nel Galles nel 1888, sin dall’adolescenza era stato un giovane schivo, riservato e dal fisico minuto: nel 1914, diventato esperto di questioni etnografiche e geografiche sull’Egitto, l’Arabia, la Siria, il Libano e la Palestina, era stato reclutato dall’Arab Office dell’intelligence britannica con un incarico più burocratico che operativo. Il suo ruolo iniziale era quello di un semplice ‘consulente’, uno dei tanti ufficiali addetti al comando inglese del Cairo. Ben presto però le cose sarebbero cambiate e Lawrence sarebbe diventato uno dei personaggi più enigmatici, discussi e controversi del XX secolo.

Le prime missioni

Nel giugno 1916 lo sceicco arabo Husayn ibn Ali, custode dei luoghi santi della Mecca e di Medina e considerato discendente del Profeta, aveva lanciato un appello a tutti gli arabi per la sollevazione contro l’impero ottomano. Indubbiamente l’imposizione della lingua turca e la politica di assimilazione all’interno dell’impero insidiavano l’identità e le tradizioni arabe, ma gli alleati inglesi e francesi avevano anche ventilato allo sceicco la possibilità di diventare a sua volta califfo, ossia prendere il posto del sultano Mehmet V a Istanbul.
Come ufficiale di collegamento era stato designato il giovane e impacciato tenente Lawrence che però ben presto, a fianco del carismatico principe Faysal, si mise a capo della guerriglia araba contro gli ottomani e soprattutto conquistò una popolarità tra le bande beduine che in alcuni momenti parve oscurare perfino quella dello stesso anziano sceicco Husayn, padre di Faysal. Da quel momento sembrò che la rivolta araba fosse inarrestabile e che alla fine della guerra sarebbe comparso un unico grande soggetto politico dall’Arabia alla Siria.

Il rischio di esagerare

Mentre la rivolta araba imperversava, sconvolgendo quel poco che rimaneva dell’impero ottomano e accelerandone la disgregazione, Francia e Inghilterra, le due maggiori potenze, che dominavano a loro volta possedimenti coloniali sparsi in tutto il mondo, conclusero un accordo segreto per la spartizione dei territori dell’impero ottomano (accordi Sykes-Picot). La guerriglia martellante che stava conducendo Lawrence contro i turchi per la liberazione degli arabi procedeva lo stesso, ma l’esito non sarebbe stato più quello promesso all’inizio e sperato dagli arabi.
Anzi, l’epica impresa della conquista di Aqaba sul Mar Rosso, si rivelò invece una grave fonte di imbarazzo e anche un paradosso. Senza dubbio costituì un successo personale di Lawrence che mise in crisi i collegamenti turchi nella penisola arabica avvicinando il collasso, ma rafforzò nello stesso tempo i timori occidentali nei confronti degli arabi e soprattutto non fu nemmeno del tutto gradita ai militari: nella strategia britannica infatti lo sforzo principale era rivolto verso Damasco e poi verso l’Anatolia, mentre la conquista dell’Hegiaz fu considerata secondaria, se non quasi con fastidio.

La fine del ‘diavolo’

«Aurans iblis», ‘Lawrence il diavolo’ come dicevano gli arabi, si trovò in una situazione estremamente difficile: accantonato ‘con tutti gli onori’ dagli inglesi, godette ancora per poco della fiducia degli arabi, ma il soprannome rimase ugualmente, indicando questa volta l’artefice di un tradimento. Durante le trattative per la pace di Versailles si affiancò alla delegazione di Faysal per un nuovo assetto del Medio Oriente auspicato dai suoi antichi amici e alleati, ma senza ottenere nulla.
Quando l’amico Faysal si proclamò re a Damasco nel 1920, i francesi lo invitarono seccamente ad abbandonare la colonia; anche Lawrence trascorse un certo periodo in Siria, sembra per suscitare un’altra rivolta araba questa volta contro i francesi, ma tornò infine in Inghilterra. Il 19 maggio 1935 avvenne il misterioso incidente in motocicletta in cui perse la vita. Per vedere la fine del colonialismo in Medio Oriente si sarebbe dovuta attendere la conclusione della Seconda Guerra mondiale con un sanguinoso processo di decolonizzazione ed un’instabilità che scontiamo ancora oggi.

Condividi:
Altri Articoli
Remocontro