Donald Trump fascista nell’America sonnambula

Trump straparla e dovrebbe far paura prima agli elettori americani e dopo al mondo. E l’amministrazione Biden che raccoglie delude il variegato mondo democratico, non rassicura. Israele della crudele offensiva a Gaza blandamente richiamata a valori umanitari, e gli Stati Uniti ufficiali che bloccano nuovamente una risoluzione delle Nazioni Unite appoggiata da 97 Paesi, per un cessate il fuoco immediato con il rilascio di tutti gli ostaggi. Altri 13 membri del Consiglio di Sicurezza, hanno sostenuto la risoluzione, mentre il Regno Unito si è astenuto, a riprova delle crescenti preoccupazioni internazionali per la disperata situazione umanitaria a Gaza. E l’isolamento politico degli Stati Uniti di Biden.

Mondo sonnambulo

«Una società di sonnambuli» ha detto il Censis dell’Italia di quest’anno, ma non solo noi. «Sonnambuli sono gli americani che andranno a votare per Donald Trump il prossimo novembre» secondo l’ex deputata Usa Liz Cheney, figlia del vicepresidente di G. W. Bush. Sonnambulo è chi agisce pur continuando a dormire, il commento amaro di Andrea Lavazza si Avvenire, parlando di Ucraina. Ma sull’azione armata di Israele nella Striscia di Gaza, è sonno profondo da vergogna.

Trump fascista

La retorica di Trump sta assumendo toni sempre più autoritari e violenti: le prossime elezioni descritte come «battaglia finale» e Trump che promette «vendetta», «regolamento di conti» nei confronti degli avversari, indicati come «traditori e usurpatori della volontà popolare». «Deriva sempre più radicale della retorica di Trump, che in alcuni casi ricorda la retorica fascista dei regimi del Novecento», rileva il Post.

Dittatore solo per un giorno

In una intervista alla televisione di destra Fox News su una possibile deriva autoritaria del suo secondo mandato, Trump è stato evasivo. «No, no, non sarò un dittatore, con l’eccezione del primo giorno dopo l’elezione: chiuderemo i confini e perforeremo, perforeremo, perforeremo. A parte questo, non sono un dittatore». Cambiando discorso, Trump faceva riferimento a politiche anti immigrazione e all’autorizzazione di nuove perforazioni petrolifere.

Bugiardo inveterato

Trump non ha abbandonato la menzogna delle «elezioni rubate del 2020». E gli avversari politici diventano «parassiti da estirpare» –un’espressione usata in passato da Adolf Hitler e Benito Mussolini-, mentre gli immigrati «stanno avvelenando il sangue della nazione». Per l’ex capo di stato maggiore dell’esercito che aveva detto no a sue forzature costituzionali, condanna a morte, l’uso dell’esercito per ristabilire l’ordine negli stati e nelle città gestite dai Democratici.

Non solo parole

Ai già noti eccessi verbali, programmi di fatti da paura. Un maggiore accentramento del potere, controllo della magistratura da usare contro gli avversari politici, via migliaia di funzionari pubblici sostituendoli con fedelissimi. Contro l’immigrazione deportazioni e incarcerazioni di massa. Alcune di queste soluzioni sono apertamente proclamate nei comizi, altre sono studiate dalla componente più estremista del Partito Repubblicano, oggi maggioritaria.

«Arrabbiato, disperato e pericoloso»

Il mutato contesto politico rispetto alla prima elezione del 2016, la radicalizzazione verso destra dei Repubblicani, sono i fattori che rendono un eventuale secondo mandato di Trump molto più pericoloso del primo. Poi la situazione personale di Trump, attualmente imputato in quattro diversi processi penali: «Oggi l’ex presidente, scrive il New York Times, è più arrabbiato, disperato e pericoloso per la tenuta democratica degli Stati Uniti».

Già nel 2016

Già nella campagna elettorale 2016 Trump aveva usato una retorica radicale e antidemocratica: aveva minacciato di far arrestare Hillary Clinton, aveva definito i messicani «stupratori» e gli immigrati «animali», aveva promesso di vietare l’ingresso nel paese ai musulmani e di pagare le spese legali ai sostenitori che avessero picchiato i contestatori. In carica, aveva fatto ripetute pressioni per indagare i suoi avversari politici.

Rischio di minor resistenza

Ma oggi le resistenze a una deriva autoritaria potrebbero essere minori. Il partito Repubblicano ora legato alle posizioni più estreme di Trump (i più moderati e critici spinti a non ricandidarsi o sconfitti nelle primarie). Il primo mandato fu segnato da una lunga serie di dimissioni, sostituzioni e litigiosità nello staff. Oggi il pensiero Repubblicano sembra uniformato all’agenda politica di Trump.

Le categorie da ‘estirpare’

Un primo obiettivo del ritorno di Trump: «Estirperemo comunisti, marxisti, fascisti e radicali di sinistra che vivono come parassiti nei confini della nostra nazione e che mentono, rubano e barano nelle elezioni. La minaccia esterna è molto meno sinistra, pericolosa e grave rispetto a quella interna». Sui fascisti fa voluta confusione a difesa preventiva e a confondere le acque.

Processo a chi lo ha accusato ed esercito contro le proteste

L’ex presidente ha detto che si muoverà perché il dipartimento di Giustizia persegua penalmente i suoi avversari, dalla famiglia Biden a ex collaboratori traditori, fino ai procuratori che lo hanno accusato in sede civile e penale. Secondo il Washington Post, l’esercito contro possibili proteste sin dal primo giorno dopo una sua eventuale rielezione. Insurrection Act, legge del 1871 contro chi scendesse in piazza a criticarlo.

Nato anti immigrazione

Impegno e obiettivi della NATO contro l’immigrazione. Respingimento di ogni richiesta di asilo, superamento del principio della cittadinanza per chi sia nato negli Stati Uniti, l’esercito ai confini, reclusione in ‘campi detentivi’ di tutti gli immigrati illegali presenti nel paese. Grazia presidenziale invece per chi aveva parteciparono all’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021: «Grazia totale, con tanto di scuse».

Licenziamenti politici e America sonnambula

Un altro progetto prevede il licenziamento di funzionari e dipendenti pubblici federali schedati come «Schedule F». Da sostituire con funzionari più aderenti all’agenda politica del presidente. 50mila dipendenti di enti federali di intelligence e sicurezza nazionale, ma anche di FBI, dipartimento di Stato e Pentagono. Dopo l’assalto al Congresso del 6 gennaio, grande dibattito sulla necessità di limitare i poteri presidenziali.

A dicembre 2021 erano state presentate proposte di legge in questo senso come il «Protecting Our Democracy Act», che però non ha mai ottenuto l’approvazione del Senato per l’opposizione dei Repubblicani. Poco rassicurante vero?
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