
Lo scandalo che sta scuotendo la Germania, nato da ufficiali dell’aeronautica che hanno discusso su canali evidentemente non sicuri di una serie di segreti di stato sulla consegna di missili all’Ucraina.
L’intercettazione delle loro conversazioni da parte della Russia, la loro sapiente diffusione sui social e lo scoppio di una crisi politica in Germania. Pierre Haski ironizza sulla probabile corsa a rivedere le procedure di sicurezza interne Nato, ma poi va al sodo della notizia: a partita missili all’Ucraina, e su quanto potersi fidare di Kiev sul loro uso.
«Vladimir Putin dice che la Russia sta combattendo contro la Nato? Ecco che gli ufficiali tedeschi parlano del numero di missili necessario per distruggere il ponte sullo stretto di Kerč, che collega la Crimea alla Russia, e rivelano che alcuni militari britannici in abiti civili si trovano già sul suolo ucraino», rileva Haski. Una buona informazione su cose note ma ora non più confutabili.
Ma nella sostanza, la resistenza della Germania a fornire all’Ucraina i missili Taurus a lungo raggio. La Francia e il Regno Unito hanno consegnato a Kiev i missili ‘Scalp’ e ‘Storm shadow’, che non hanno lo stesso raggio di quello dei Taurus tedeschi ma stanno comunque infliggendo pesanti danni alla Russia, precisa Haski. «Il contratto con Kiev prevede l’impegno di non usarli oltre i confini dell’Ucraina riconosciuti a livello internazionale, includendo la Crimea e il Donbas. Dunque in teoria è esclusa la possibilità di colpire il territorio russo».
Ma la Germania si rifiuta si seguire gli alleati, e questo è l’argomento di una delle discussioni intercettate. Il cancelliere Olaf Scholz teme la ‘co-belligeranza’, la possibile accusa di partecipazione attiva alla guerra dell’Ucraina. «Berlino sostiene l’Ucraina firmando ricchi assegni – più ricchi rispetto agli altri – ma non intende fornire a Kiev gli strumenti di difesa più sofisticati. È un’accusa che l’Ucraina rivolge ai suoi alleati in generale, ma oggi nell’occhio del ciclone c’è la Germania», col povero Scholz che ha già altri grossi problemi politici in casa.
«Chiaramente Berlino non vuole inviare soldati tedeschi in Ucraina (come ha ribadito il cancelliere a Emmanuel Macron la settimana scorsa), ma non vuole neanche insegnare agli ucraini come utilizzare i propri missili, cosa che i tedeschi avrebbero potuto fare già da mesi. Oggi non esistono ucraini capaci di utilizzare i Taurus, dunque non è possibile inviare i missili che la Germania comunque non vuole inviare».
Le intercettazioni e le diffuse reazioni negative all’azzardo di Macron su truppe Ue in Ucraina, esaltano le attuali divergenze franco-tedesche. «È un vero problema, soprattutto in un momento in cui la Russia sembra prendere il sopravvento», annota ancora Haski.
Che prova a spiegarci che la Francia avrebbe scelto «la via di un impegno più strutturato dell’Europa, prefigurando una possibile vittoria elettorale di Donald Trump negli Stati Uniti». Ma per esorcizzare la sciagura Trump, rischiare una guerra diretta con la Russia, non sembra una grande idea.