L’esercito israeliano ha confermato in una dichiarazione congiunta con la polizia e le agenzie di intelligence di aver condotto un’operazione notturna su larga scala a Nablus, facendo irruzione in un ‘appartamento nascondiglio‘ nella Kasbah di Nablus utilizzato come quartier generale e sito di produzione di esplosivi dai principali agenti del gruppo terroristico “Lion’s Den”, “la fossa dei leoni” un nuovo gruppo di giovani combattenti palestinesi che nelle ultime settimane ha condotto operazioni anti-israeliane a Nablus.
«Una forza congiunta di soldati dell’esercito, agenti dello Shin Bet, l’Agenzia di sicurezza israeliana, e unità antiterrorismo» hanno fatto esplodere il sito di produzione di esplosivo e diversi palestinesi armati sono stati colpiti (i 20 feriti), dichiarano i vertici israeliani. La nuova milizia armata palestinese risulta molto popolare tra i più giovani nel Nord della Cisgiordania, i cui i ranghi stanno crescendo rapidamente non ha chiare gerarchie di comando. Il gruppo “Lion’s Den” avrebbe ucciso un militare israeliano e avrebbe condotto vari attacchi contro insediamenti di coloni.
Dall’inizio dell’anno, solo in Cisgiordania 132 palestinesi sono stati uccisi negli scontri con l’esercito israeliano. Un dato che fa del 2022 l’anno più sanguinoso dal 2015, quando scoppiò la ‘Intifada del coltello’. Inoltre, 51 palestinesi sono stati uccisi nei tre giorni di escalation di agosto contro la Jihad islamica.
Il presidente Abu Mazen chiede per l’ennesima volta l’intervento delle Nazioni Unite «per fermare il massacro», sapendo lui e gli israeliani che è solo liturgia politica a zero risultato. Probabilmente coincidono i timori del vecchio e sempre più screditato capo dell’ANP e i vertici israeliani. Gran parte dei giovani arrabbiati dei ‘Lion’s Den’ vengono dal suo Fatah e il sostegno popolare per i Leoni è un ulteriore segno di quanto il suo potere sia declinante.
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