Agli inizi del XIV secolo Parigi, con i suoi oltre duecentomila abitanti, era la città più popolosa d’Europa, ma un numero così elevato di persone concentrato in poco spazio, da una parte ne rendeva precarie le condizioni di vita dal punto di vista igienico-sanitario e dall’altra costituiva un continuo pericolo di disordini, sommosse o vere e proprie rivolte. Nel 1306, pare in seguito ad un aumento degli affitti, una trentina di sediziosi furono giustiziati pubblicamente dopo una sommossa della quale erano stati ritenuti responsabili.
Andò peggio mezzo secolo dopo, quando nel 1357 il ‘prevosto dei mercanti’ Etienne Marcel – una carica grossomodo corrispondente a quella di sindaco – si ribellò al re per riottenere l’autonomia amministrativa della quale la città era stata privata. La rivolta, alla quale si erano uniti numerosi contadini che risiedevano nelle vicinanze della capitale, si protrasse per parecchi mesi: dopo un’apparente pacificazione, truppe mercenarie assediarono Parigi che cadde nell’agosto 1358.
Nel 1382, questa volta per motivi fiscali, scoppiò un’altra rivolta detta dei Maillotins che fu repressa altrettanto duramente. Per secoli non si verificarono altre rivolte degne di nota, ma venne anche la peste nera che, a causa del sovraffollamento urbano, mieté un numero spaventoso di vittime e seguirono altri eccidi causati questa volta dalla guerra di religione tra cattolici ed ugonotti, dispregiativo con cui erano chiamati i protestanti.
Vennero poi i tempi della ‘fronda’, tra il 1648 e il 1653: dietro questa rivolta, scatenata ancora dall’aumento delle tasse voluto dal cardinale Mazarino, c’era in realtà una forte opposizione all’assolutismo monarchico eredità di Richelieu. Nel 1661 divenne re Luigi XIV e nemmeno sotto il suo regno cessarono del tutto le sommosse, ma fu istituito anche un corpo di polizia efficiente che si avvaleva di una ampia rete di spie e di un tribunale che comminava pene estremamente severe.
Il 14 luglio 1789 il popolo di Parigi si impadronì della Bastiglia: l’antica fortezza medioevale era una prigione del re al momento praticamente vuota e quasi in disuso, ma costituiva tuttavia un simbolo dell’oppressione monarchica. Alla notizia della caduta re Luigi XVI chiese ad un cortigiano se si trattasse di una rivolta, ma con costernazione gli fu risposto: «No, maestà, questa è una rivoluzione».
La rivoluzione tornò di nuovo nelle strade di Parigi sotto forma di rivolte anche in altre circostanze, perché gli abitanti dei ‘faubourg’ (sobborghi) erano tradizionalmente irrequieti dai tempi della ‘fronda’. Nel periodo rivoluzionario vi furono almeno due grandi sommosse: la prima legata alla caduta di Robespierre alla fine di luglio del 1794 e l’anno dopo, quando a ottobre una rivolta fu domata dal giovane generale Bonaparte che piazzò i cannoni davanti alla scalinata della chiesa di San Rocco.
Nel 1830 il popolo di Parigi insorse nuovamente: fu rovesciato il governo reazionario di Polignac e dovette abdicare anche il re Carlo X sostituito sul trono dal più liberale Luigi Filippo eletto ‘re dei francesi’ il 9 agosto.
Il 22 febbraio 1848 Parigi insorse per la terza volta: fu rovesciato Luigi Filippo e fu proclamata la repubblica (la seconda), ma ebbe breve durata, perché Luigi Napoleone nel 1852, dopo l’approvazione di una nuova costituzione, si fece proclamare imperatore dei francesi con il nome di Napoleone III.
Nel 1870, dopo aver subito una pesante sconfitta militare, cadde anche il Secondo Impero e fu nuovamente proclamata la repubblica (la terza), ma ancora una volta la popolazione di Parigi si ribellò intendendo continuare la guerra contro i prussiani.
Fu in queste concitate giornate che nella città, assediata e isolata dal resto della Francia, la rivoluzione continuò fino alla proclamazione della Comune. Il governo legittimo, che si trovava a Versailles e trattava invece l’armistizio con i prussiani, entrò nella capitale a metà maggio 1871 e seguì una delle più sanguinose repressioni della storia francese che provocò trentamila vittime.
Gli anni della Terza repubblica trascorsero tutto sommato abbastanza tranquilli sino alla metà degli anni Trenta, ma non bisogna dimenticare che comunque fu combattuta dal 1914 al 1918 una guerra mondiale e la popolazione di Parigi, affamata e stanca della guerra manifestò spesso violenti stati di tensione. La Terza repubblica nascondeva però dei lati opachi, soprattutto riguardo la corruzione. All’inizio degli anni Trenta infatti, dopo la crisi economica mondiale del 1929, la ripresa in Francia era ancora lenta, ma comparvero anche numerosi arricchimenti improvvisi soprattutto in settori dell’alta finanza legata alla politica.
Nel febbraio 1934, dopo l’ennesimo scandalo che aveva coinvolto finanzieri e membri del governo, nel corso di una manifestazione a place de la Concorde, si tentò di dare l’assalto al parlamento e le vittime furono più di una decina. Indubbiamente la situazione economica esasperava gli animi, ma parte della responsabilità dei disordini fu attribuita soprattutto ai movimenti di estrema destra, tra i quali spiccava quello delle Croix de Feu (croci fuoco).
Altri gravi disordini, spesso paragonati ai moti rivoluzionari che avevano scosso Parigi e la Francia nei secoli precedenti, furono quelli passati alla storia come ‘il maggio francese’. Tutto cominciò da una riunione di circa quattrocento studenti della Sorbona avvenuta il 3 maggio; alla riunione era però seguito un pesante intervento della polizia al quale fu opposto un lancio di sassi. In un crescendo di incidenti si arrivò così alla notte dell’11 maggio 1968, quando – come nelle rivoluzioni – gli studenti innalzarono delle barricate nel quartiere latino e ci furono un centinaio di feriti.
L’indomani, sebbene il partito comunista e i sindacati avessero prima guardato con sospetto gli studenti, fu convocata una grande manifestazione di solidarietà che il giorno 13 fece riversare nelle strade di Parigi un milione di persone. De Gaulle e Pompidou, che avevano sottovalutato l’accaduto, dovettero ricredersi anche perché fu annunciato che lo sciopero proclamato il giorno della grande manifestazione sarebbe continuato…