Inciampo Trump, ma il dopo Biden? I problemi in casa Dem

Ai democratici Usa mancano candidati credibili per la presidenza in alternativa a Joe Biden che nel 2024 avrà 82 anni, mentre già oggi sembra subire il peso dell’età. Una ricandidatura a rischio la sua che diventerebbe segnale di un vuoto politico alla spalle dei progressisti statunitensi, e dell’ormai accertato fallimento della vice presidente Kamala Harris.

Trump in bilico, ma Joe Biden?

Tutti concentrati sulla sconfitta (un po’ inattesa) di Donald Trump nelle elezioni di Mid Term, gli analisti hanno trascurato il Partito democratico, dove non sono emerse figure di peso come è avvenuto con Ron DeSantis nel campo repubblicano.
Non è quindi un caso che non venga affatto esclusa un’eventuale ricandidatura di Joe Biden. L’attuale presidente compirà 80 anni tra pochi giorni, il 20 novembre, il che rende quanto meno problematica la sua corsa nel 2024 (avrebbe, allora, 82 anni).
Il fatto è che Biden, nonostante incertezze e tentennamenti, è meno peggio di come viene descritto dai mass media. Politico di lunghissimo corso, con una particolare propensione per gli affari esteri, ha ottenuto tutto sommato un ottimo risultato. Ha evitato la temuta valanga repubblicana alla Camera, ed è riuscito a mantenere l’equilibrio al Senato che potrebbe, dopo gli ultimi ballottaggi, restare in mano ai democratici.

Con Obama alle spalle

Lo hanno aiutato molto, affiancandolo, Barack Obama il cui carisma è ancora intatto, e in misura minore anche Bill Clinton. Entrambi i due ex presidenti lo hanno aiutato a parare le critiche che la sinistra del Partito gli rivolgeva. Il resto lo ha fatto lo stesso Biden grazie alla summenzionata esperienza e a dosi massicce di buonsenso.
Resta comunque il problema di capire chi sarà il candidato democratico nelle prossime presidenziali. Che la situazione non sia proprio rosea è confermata da un altro fatto. Qualcuno ha rispolverato i nomi di Bernie Sanders (81 anni) e di Elizabeth Warren (73) come possibili candidati. Il che significa che ai democratici mancano persone giovani come, per l’appunto, Ron DeSantis.

Nuove generazioni e nuovi radicalismi

Le elezioni di Mid Term hanno pure dimostrato che la radicalizzazione dello scontro non giova, come si è visto con il generale insuccesso dei candidati trumpiani nel “Grand Old Party”. Gli elettori americani tornano a ragionare in entrambi i partiti tradizionali, spostandosi di nuovo verso il centro e penalizzando coloro che proclamano tesi estreme.
Se è così, i democratico sono nei guai perché molti dei loro esponenti più giovani appartengono alla sinistra radicale. E’ il caso, per esempio, di Alexandria Ocasio-Cortez che ha continuato a criticare Biden poco curandosi del pericolo trumpiano. Né sembra avere possibilità Kamala Harris (58 anni), attuale vice-presidente, dimostratasi assai modesta e poco affidabile politicamente.
Altri nomi, come per esempio Peter Buttigieg (40 anni) non possiedono il carisma indispensabile per un presidente Usa. Lo stesso dicasi per John Fetterman (53 anni), l’ex campione di football americano che pure ha vinto alla grande in Pennsylvania diventando governatore di questo importante Stato.

Ancora Joe per assenza di alternative?

Alla fine della storia risulta che il candidato centrista ideale resta – a parte l’età – ancora Joe Biden, il che pone alla dirigenza democratica problemi notevoli. Visto il declino trumpiano i repubblicani paiono ora più battibili, ma si deve trovare una personalità forte da contrapporre alla probabile candidatura di DeSantis, in grado di attrarre pure elettori democratici moderati.
A meno che, ovviamente, non compaia nei prossimi due anni una figura ora sconosciuta di rilievo, capace di sbaragliare gli avversari. E, per chi conosce la politica Usa, si tratta di un’ipotesi piuttosto improbabile.

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