«In tutte le guerre c’è qualcosa che non sopravvive al primo impatto col nemico. In quelle che combattiamo in prima persona, solitamente è il nostro piano. In quelle per procura, invece, è l’illusione di controllare chi combatte al posto nostro. Lo stesso vale per gli Stati Uniti nella guerra d’Ucraina. È in grado Washington di controllare Kiev? L’interrogativo aleggia dall’inizio dell’aggressione russa. Ora assume toni più esistenziali: è in grado di impedirle di allargare il conflitto?»
Gli Stati Uniti, rileva Federico Petroni, stanno cercando di aprire negoziati entro qualche mese, dopo la fine della controffensiva ucraina che sperava in armi sempre più micidiali capaci del miracolo della riconquista di tutti i territori occupati, «e contenere i combattimenti è un requisito essenziale».
Un’inchiesta del settimanale Newsweek rivela l’esistenza di due accordi non scritti tra Stati Uniti e Russia e tra Stati Uniti e Ucraina.
Già dal ‘preguerra’ Washington aveva chiarito a Mosca che non sarebbe intervenuta direttamente con la forza e i russi avrebbero fatto capire che non intendevano allargare il conflitto oltre l’ex repubblica sovietica. Non era ovviamente un’intesa per vendere l’Ucraina a Putin, ma un modo per non rischiare la terza guerra mondiale per accidente.
Negli stessi giorni, il governo Usa manifesta la propria insoddisfazione per la controffensiva ucraina, nega a Kiev l’ingresso nella Nato a ostilità in corso, rifiuta di inviarle subito aerei da guerra, diffonde voci che lo dimostrano interessato ad aprire i negoziati. Nei fatti, il direttore della Cia Bill Burns che sarebbe tornato da Kiev con l’impegno ucraino a trattare coi russi entro sei mesi e dopo qualche riconquista.
Contemporaneamente, colloqui a Mosca e a New York coi russi su un possibile cessate-il-fuoco e sul destino dei territori occupati. Un canale ufficiale e un canale ufficioso: così Washington mostra di provare a mediare tra le parti.
Le accuse a Kiev –sostiene Limes-, vanno interpretate come parte del tentativo americano di trovare una via d’uscita -non subito, perché, controffensiva a stento, sarebbe una capitolazione-, per evitare l’allargamento della guerra. E criticando in diverse forme gli ucraini, gli americani dicono ai russi che rispettano la propria parte dell’accordo, provano a facilitare ulteriori colloqui. Anche se molti degli attacchi ucraini oltre confine sarebbero stati condotti con la tacita tolleranza degli Stati Uniti. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby dopo l’incursione a Belgorod qualcosa svela: «Abbiamo nuovamente detto molto chiaramente agli ucraini cosa ci aspettiamo sugli attacchi in Russia – non li incoraggiamo né li agevoliamo, di certo non vogliamo che alcun equipaggiamento americano sia usato per attaccare il suolo russo. E abbiamo ricevuto rassicurazioni dagli ucraini che rispetteranno questi desideri».
Che a leggerla con la dovuta malizia, la dichiarazione dice solo che gli Stati Uniti non c’entrano nulla, ma che gli altri facciano pure. Più di una volta l’amministrazione Biden ha espresso ‘comprensione’, per le operazioni militari ucraine contro la logistica dell’esercito russo. Dalla parte ucraina, questi attacchi possono essere test per dimostrare al fornitore d’armi che si può colpire la Crimea senza innescare La guerra nucleare. Oppure, peggio, che gli Stati Uniti potrebbero avere perso il controllo degli ucraini, se mai lo hanno avuto.
A suggerirlo è un’alta fonte governativa polacca sentita sempre da Newsweek: «La Cia non capisce la natura dello Stato ucraino e le spietate fazioni che lo abitano». In particolare l’intelligence militare, guidata dal generale Budanov, organizza operazioni di cui persino il presidente Volodymyr Zelens’kyj e il capo di Stato Maggiore Valery Zalužny sarebbero tenuti all’oscuro.
Quindi, di quale Ucraina parliamo? «L’intelligence americana non ha dimestichezza con quella ucraina. Da tempo la Cia lamenta di sapere più dei piani di Mosca che di quelli di Kiev. Non è penetrata in profondità come ha fatto per esempio in Polonia: coi servizi di Varsavia ha stretto una partnership di primo livello, superata soltanto in Europa da quella col Regno Unito. Mentre a Kiev deve costantemente guardarsi dalla capillare infiltrazione dello spionaggio russo». A sorprendere, visto che la Cia sapeva in anticipo del piano di Putin di invadere l’Ucraina, come sapeva del tentato colpo di stato interno dei mercenari Wagner.
La difficoltà della Cia a leggere nelle intenzioni delle potenze straniere è un dato strutturale, sostiene ancora Limes. «Una caratteristica congenita delle spie di Langley, nota da decenni agli addetti ai lavori. In parte è dovuta all’abuso di dati, accumulabili grazie all’impareggiato primato tecnologico e ancor più al raggio imperiale dell’America», precisa Federico Petroli. Troppe operazioni clandestine come ‘braccio armato’ dei presidenti trascurando di fare ‘intelligence strategica’. Tanto che già il suo lontano direttore nel 1966-73, Richard Helms, rimproverava così gli agenti ‘troppo 007’: «Concentratevi sulla missione principale: raccogliere e analizzare intelligence straniera». Ma da allora, in vizio rimane, sostiene chi di ‘intelligence’ capisce, citando Bush e Obama con le uccisioni mirate dei jihadisti e i droni killer. Poi l’Ucraina, dove la Cia si è presa la responsabilità della operazione logistica di smistamento delle armi, sul cui esisto corretto, sentiremo certo parlare.
Cia segnata dall’essere nata in emergenza, durante la seconda guerra mondiale con una risurrezione durante la guerra fredda. «E di essere espressione di un paese privo della finezza e del gusto imperiale che contraddistingueva gli inglesi nel manipolare popolazioni straniere». Con il proprio, classico modo di stare al mondo: caotico, che alimenta il caos, colo rischio di finirci dentro. Ed ecco che quando il 24 giugno Prigožin ha dato il via alla poco gloriosa presa di Mosca, mentre tutti i leader ucraini tifavano apertamente per lui contro ogni apparante logica, da Washington arrivava un ordine: non approfittate del caos per attaccare in Russia. L’ordine è stato rispettato. Dunque così fuori controllo gli ucraini non sono. Gli Stati Uniti ci si aggrappano per ridimensionare la guerra entro qualche mese.